7

109 7 1
                                    

-Vorresti visitare qualcosa in particolare?- le domandò, -siamo in Russia?- chiese lei facendolo annuire divertito, -allora la piazza rossa- rispose facendolo annuire; -quindi sei russo?- gli chiese mentre camminavano nel centro della città, -si- disse lui afferrandole la mani, -ti piace quello che fai?- domandò dopo provocandogli una risata, -io faccio tanto cose, tu ancora sai quasi nulla- spiegò facendole corrugare la fronte, -sei un mafioso- annunciò facendolo annuire, -ma non traffico nulla, se non armi- rispose facendola sentire molto meglio, -e ho anche un'impresa di trasporto, porto qualsiasi cosa da qualsiasi parte- aggiunse appoggiandosi ad un muretto, -sei..- iniziò lei ma lui la attirò a se, baciandola, -giovane- continuò appena si allontanarono per prendere fiato, -un pó più vecchio di te però si- rispose sistemandole una ciocca di capelli dietro all'orecchio, -cioè?- insistette, -23-. Erano solo tre anni differenza.

-Vuoi mangiare?- le chiese dopo facendole scuotere la testa, -ti va di fare una cosa?- domandò dopo facendola annuire, -però non devi avere paura- continuò ritornando alla macchina. Guidò per una mezz'ora, uscendo dalla città per avvicinarsi alle montagne; -questa è la mia vecchia casa- parlò appena si fermò davanti una villa, -vuoi ammazzarmi- scherzò lei facendolo sorridere; adorava il fatto che si sentisse già a suo agio e tranquilla.

-Se saliamo a piedi qui- iniziò Victor tirandola per farle vedere, -ci sarà una specie di baita, se la vedi dimmelo- continuò mentre si facevamo il pezzetto a piedi e, dopo un quarto d'ora circa di camminata, arrivarono a questa casettina, -non ci credo- sussurrò lei appena vide una carrucola, -non dirmi che devo scendere su sta cosa- parlò lei girandosi a guardarlo, -per essere sicuro è sicuro, non cadi- iniziò avvicinandosi a lei, -devi solo sederti, la facciamo anche insieme- continuò accendendo poi una specie di motore che avviò le luci, -basta che va veloce - disse lei accomodandosi e lui la seguì, -anche troppo- parlò ma senza lasciarle il tempo di capire quello che aveva appena adatto, spinse la carrucola; -va veloce- urlò Sabine un pó spaventata, -forse c'è un pó problema- parlò l'uomo facendole spalancare gli occhi, -non c'è il freno- continuò, -e come scendiamo?- domandò spaventata, -appena arriviamo vicino alla macchina ci sarà un rialzo, ci buttiamo da lì- spiegò facendola annuire, -appena saltiamo abbracciami però- aggiunse facendola annuire, -ho un pó paura- ammise lei facendolo sorridere, -non è alto, saranno due o tre metri, da lì saltavo quando ero piccolo, semplicemente per divertimento- spiegò circondandole le spalle con il braccio, -tu sei ferita però, rischi di far saltare i punti- continuò alzandole la felpa e guardando la ferita, -è troppo tardi- continuò prendendola in braccio e buttandosi, finendo con il rotolare lungo la strada sterrata, -ahh, è stato divertente- urlò Sabine correndo da lui che non si era ancora alzato, -menonale- rispose alzandosi e pulendosi dalla terra, -beh, che facciamo ora?- domandò ancora facendogli scuotere la testa, -cosa vorresti fare?- chiese a sua volte bloccandosi appena vide la sua felpa grigia sporca di sangue, -ecco vedi- commentò alzando l'indumento per controllare, -te la richiudo io- sussurrò poi ordinandole di schiacciare sopra.

Risaliti in auto ritornarono subito a casa.

-Sdraiati sul divano- parlò andando a prendere quello che gli sarebbe servito, -se senti che ti sta addormentando avvisami- spiegò facendola annuire, -lo sto facendo ora- sussurrò mentre lui, dopo averle pulito la ferita, la chiuse con l'ago.
La guardò con le mani sporche di sangue, felice che lei fosse lì, contenta di starci, o per lo meno sperava che fosse così. 

La prese in braccio portandola poi in bagno; le preparò un bagno caldo e dopo averla spogliata la adagiò nella vasca calda. La osservò bene visto che quella sarebbe stata l'unica possibilità in cui avrebbe potuto ammirarla al momento; aveva le gambe un pó in carne ma perfette per lei visto che le risaltavano il culo che lui già adorava, a pensare al seno e poi alla sua parte intima, impazzì, avrebbe preferito fosse sveglia, sicuramente l'avrebbe fatta sua.

La strofinò con una spugna e appena finì la sciacquò per poi asciugarla con il suo accappatoio. La adagiò sul letto facendole indossare solo le mutande; si fece una doccia anche lui, scendendo poi per andare nel suo studio. Erano le nove di sera appena suonarono al campanello, -cosa ci fate qui?- chiese guardando il padre e la madre, -la cena, dovevamo cenare insieme qui- spiegò quest'ultima, -mi sono dimenticato- ammise facendoli entrare, -e la cuoca non c'è- continuò mentre lei lo guardava sorridente, -stava dormendo prima- aggiunse andando poi a controllarla; -cazzo, sei sveglia- parlò scocciato, facendola rimanere male, -non per te, è che ci sono i miei genitori e voglio mangiare fuori con te- spiegò meglio sdraiandosi accanto a lei, -mi vergogno- ammise guardandolo stanca, -poi hai sonno,
gli dico di andare via- continuò facendola annuire.

Rimase in camera finché non sentii la porta principale chiudersi e poi si alzò non accorgendosi di essere solo in mutande, -non ti vestire- urlò lui appena la vide, -mi spoglio anche io se vuoi- continuò provocandole un leggero sorriso, mentre si toglieva la maglietta; beh che dire, le era andata proprio bene. Si avvicinò a lei sempre guardandola negli occhi prima di far scontrare i loro petti. Entrambi si agitaroro, ma stranamente Sabine si avvicinò e lo baciò, allacciando le braccia al suo petto.

SAVE ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora