"Hey amore che mi racconti di nuovo? Saranno almeno due mesi che non ci vediamo! Come stai?"
Elena è sempre stata così, nasconde la sua preoccupazione per me sotto quintali di allegria, paroline dolci e quel suo altissimo tono di voce, a cui ormai sono abituata.
"Ele, ci siamo viste circa dieci giorni fa".
"Si va bene, ma a me sono sembrati due mesi".
Quel suo visetto vispo mi strappa una risata e contemporaneamente scatena in me un'enorme tenerezza. Mi si avvicina per abbracciarmi forte, mi fa una carezza ed ecco che la sua serietà fa capolino.
"Come stai piccolina?"
"Ti ricordo che sei più grande di me di soli sette mesi! Comunque tutto bene. Sono in ripresa, non ti preoccupare, lo sai che son brava a ritirarmi su".
Le rispondo con il magone e le lacrime che spingono per venir fuori, decido però che non è il momento di piangere, avrò tempo più tardi per questo.
"È questo che mi preoccupa Roby, sei troppo indipendente, non chiedi mai aiuto. Tu lo sai che io ci sono sempre per te vero? Sfogati, urla, spacca tutto, ma per favore tira fuori il tuo lato combattivo, reagisci".
"Hai ragione, potresti farmi un favore?" Dico titubante e pensierosa.
"Certo! Tutto quello che vuoi amore".
"Fammi mangiare! Sto letteralmente svenendo", vedendo la sua espressione mi scappa una risata.
"Sei proprio una stronza!" Mi dice fingendosi offesa, ma ride anche lei.Entriamo nel ristorante, un locale piccolo e tranquillo in cui siamo state mille volte, lo frequentiamo fin da quando eravamo due adolescenti.
Doriana, la proprietaria, ci ha visto letteralmente crescere, infatti la prima volta che abbiamo messo piede qui dentro avevamo quindici anni, ed era comodo venirci quando avevamo il rientro a scuola.
"Che belle le mie bambine!" Ci viene incontro a braccia aperte.
"Ciao Dory! Come stai?" Chiedo sorridendole.
"Tutto bene. Vorrei divorziare da Guido come ogni giorno, i figli stanno bene, i nipoti crescono".
"Ottimo allora! Ci fai mangiare qualcosa?"
"Certo certo venite".
Dory ci fa accomodare e sparisce in cucina.
È sempre così, non ci chiede cosa vogliamo, ci porta quello che preferisce lei, ma in realtà non ci siamo mai lamentate perché è tutto squisito in questo posto.
Appena torna con i piatti in mano invitanti e fumanti, in un attimo mi passa la fame.
"Allora Roberta, come sta il tuo marcantonio? Che belli che siete insieme, a quando un bel bambino?"
Queste sono le domande che mi chiudono lo stomaco e mi gelano il sangue nelle vene.Andrea.
È passato qualche mese, ma devo ancora impegnarmi al massimo per non pensarci, per non chiamarlo, per smettere di amarlo.
Bastano queste poche parole e mi ritrovo tra le sue braccia, sento ancora le sue mani, assaporo le emozioni che mi regalava il suo corpo ed ancor di più quelle che mi scatenava l'idea di essere sua.
Le ferite della mia anima e del mio cuore continuano a sanguinare, non danno cenno di volersi rimarginare ed i punti che con precisione certosina ho dato più volte su esse, sono immancabilmente saltati dopo pochi istanti.
Passerà, so che è così, ma ci vuole tempo e pazienza, purtroppo quest'ultima caratteristica mi fa difetto.
Tendo da sempre all'impulsività, perciò pur ragionando molto su ogni situazione, finisco sempre per dar retta alla prima reazione che mi passa per la testa.
Elena mi guarda preoccupata, risponde a Dory che il marcantonio è caduto in un burrone da qualche parte e forse sta morendo dissanguato.
Se non avessi un attacco di nausea, questa risposta mi farebbe letteralmente morire dalle risate.
La donna visibilmente intristita mi fa una carezza per poi allontanarsi subito, sembra anche vagamente imbarazzata. Succede sempre così, chiunque io incontri mi chiede di lui e poi finisce per intristirsi; eravamo da molti ritenuti la coppia più bella del mondo ed invece siamo capitolati nella più miserabile ed instabile unione di due singoli, che tali rimangono, solo due singoli.
La nausea aumenta pensando ad Andrea e inevitabilmente il pranzo per me è finito.
Non tocco cibo e pur cercando di essere presente, sono troppo concentrata su quel dolore acuto che sento all'altezza del mio torace, proprio dove c'è quel muscolo vitale che batte o dovrei dire, che fa il minimo per tenermi in vita.
Comincio ad essere insofferente, non sopporto stare in questo ristorante, soffro per gli sguardi che mi lancia discretamente Dory quando passa e mi piange il cuore a vedere gli occhi di Elena che tradiscono tutta la sua preoccupazione per me.
Vorrei evitare tutto ciò, ancor di più desidererei non provare nulla per lui, lui che si è rivelato il peggiore dei vigliacchi, ma si sa che al cuor non si comanda, nel mio caso poi, alla testa anche meno, infatti ho sempre avuto bisogno di instaurare un rapporto fortemente mentale con gli altri, non solo con gli uomini.
Andrea da questo punto di vista per me era perfetto, la sua mente mi attirava come una calamita, mi stimolava, mi eccitava; peccato che poi, come spesso succede, la perfezione è sparita, lasciando una coltre di fumo denso ed un forte odore di bruciato.
Alla fine del pranzo cerco di salutare velocemente Elena, inventando un lavoro urgente.
"Roby se vuoi andare ok, ma ti conosco quasi da quando siamo nate e so che vuoi solo rinchiuderti in te stessa in questo momento".
Troppo spesso mi dimentico che Elena capisce la mia anima come neanch'io so fare, lei sa, lei intuisce, lei vede anche quando non c'è fisicamente e più di tutto riesce a percepire ogni mio pensiero e stato d'animo come se fosse la mia gemella.
"Ele ho bisogno di respirare il mio dolore, far scorrere nelle vene tutto il tormento e la delusione. Questo è il mio modo per rinascere".
"Lo so. Ho solo paura che prima o poi questo tuo distruggerti prima di rinascere, sia troppo profondo e tu perda te stessa del tutto".
"Non ti preoccupare, in quel momento avrò te a tirarmi su". Le sorrido, un sorriso vero, di quelli che coinvolgono gli occhi.
"Amore, io e le ragazze ci saremo sempre".
Ci abbracciamo ed ognuno prende la sua strada.Mentre torno a casa a piedi rifletto.
Eccomi qui, Roberta Gervasi, classe 1987, nata a Bologna e cresciuta a Roma.
Sono quella che potrebbe esser titolata una bella ragazza, ho dei grandi punti di forza, lo sguardo, i capelli, la camminata sensuale naturale, il sorriso, l'atteggiamento nel suo insieme che è sempre sul filo tra <stai lontano che sono una grande stronza> e <vieni che sono qui per te>, modo di fare il mio che riesco a modulare e variare con una semplicità disarmante.
Sui punti deboli chiaramente non mi soffermo, visto il periodo schifoso che sto attraversando.
Ho sempre attirato più uomini di quanti ne abbia voluti, infatti chi mi conosce, mi definisce <una suora rinchiusa in un corpo da ballerina di burlesque>!
Cammino e penso alla mia vita, ad i miei rapporti, alle mie insoddisfazioni, alle mie voglie e al mio pazzo gruppo di amiche. Siamo troppe per emulare Sex and the City, troppo poche per poter creare una squadra di qualche sport, ma siamo vere; io faccio da collante tra loro, in realtà sono il fulcro del gruppo, il reale motivo per cui loro si sono conosciute ed ogni tanto passano delle serate insieme.
Io, Elena, Ceci, Dany, Taty, Giuly.
Siamo noi.Ognuna è diventata mia grande amica, non ne ho una preferita, sono legata a tutte loro anche perché estremizzano delle caratteristiche del mio essere.
Questo mi porta ad essere sempre a mio agio con ognuna di loro, sia in gruppo che testa a testa e cosa ancor più importante, ho la fortuna di avere sempre la persona giusta con cui parlare o stare, in base al mio stato d'animo.
Il fatto che tranne Elena e Dany, le altre non si frequentino mai se non in mia presenza, non è un problema anzi, rende speciali le serate che trascorriamo tutte insieme.
Ma veniamo alle caratteristiche.
Giuly è divertente, spassosa, sempre un po' sopra le righe e sul volgare andante, estremamente libera. Ha dovuto lavorare molto su se stessa per non soccombere a tutto il brutto che la circondava. È una persona complicata per esigenza. Soprannome: finezza!
Taty è pratica, solida, affidabile, ha una mente sempre pronta e molto schematica, si fa coinvolgere dalle situazioni e dalle persone, ma mai fino in fondo. Va presa con le molle, eppure quando entri nel suo mondo vivi un fantastico sogno. Ha una mentalità a tratti molto maschile. Lei è: Rullo.
Dany è un'ottima ascoltatrice, attenta e misurata nei commenti, la classica tipa che ti studia attentamente, analizza anche le virgole, offre sempre spunti e punti di vista interessanti, anche se, come da manuale, è poi la prima a non seguire i suoi consigli. Tenace e testarda oltre misura e con una passione smisurata per le foto, che fa a pugni con il mio odio per esse. La chiamo semplicemente: D.
Ceci ha una capacità innata di unire e mixare perfettamente mente ed anima, sa far discorsi molto profondi e stimolare la parte inconscia di chi l'ascolta. Alterna momenti intensi e toccanti, ad attimi di ilarità assolutamente folle ed è impossibile annoiarsi con lei. È un po' più grande e per me è come una sorella, da questo deriva il suo soprannome: Tata.
Elena è... amore puro, allegra, solare, amata da tutti, buffa. Ha un bellissimo mondo dentro, la classica persona con cui stai sempre bene. Ci conosciamo da sempre e se dopo tutti questi anni siamo ancora amiche è merito suo. Ha sopportato gli spigoli del mio carattere, la mia irruente adolescenza e continua a sopportare la mia indole contraddittoria, combattiva e le mie mille sfaccettature. Spesso penso che prima o poi le comprerò una medaglia, o addirittura le farò fare una statua. Solo lei potrei chiamare Titta.
Tutte però hanno in comune una cosa fondamentale, sono vere amiche da tutti i punti di vista; sono disponibili, sincere, affidabili e custodiscono un segreto oltre la tomba.
Ed io?
Io sono un po' tutte queste cose messe insieme, sono pratica, solida, appassionata, ambiziosa, solare, divertente, incoerente a tratti, profonda, intensa e tante tante altre cose.
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chiamami dolcezza
ChickLitNessuno conosce il proprio destino, tutti facciamo delle scelte, a volte in modo consapevole, altre invece sono semplicemente la conseguenza di avvenimenti e stati d'animo. Roberta è ad un punto della sua vita in cui, dopo la fine della storia con A...