Sono passati quasi due mesi da quando ho iniziato a pubblicare, sta andando molto bene, ho sempre più recensioni, consigli, critiche, complimenti e la cosa mi piace un sacco, inoltre ho letto tantissimo, libri di tutti i generi e questo mi ha portata a viaggiare in mondi fantastici, alcuni a me finora sconosciuti.
La vita lavorativa va a gonfie vele, praticamente riesco in tutto ciò che mi metto in testa e sembra che le ventiquattro ore giornaliere non bastino mai. Per quanto riguarda il resto, esco spesso, forse troppo, avrei bisogno di riposo ma continuo a ripetermi che dormirò da morta.L'unica grande pecca è sempre Andrea.
Non me lo tolgo dalla testa, ci penso molto meno, ma ogni giorno c'è quel momento in cui, dopo il lavoro, il divertimento, la lettura e la scrittura, la mia mente vola da lui.
La potenza dei miei pensieri rievoca la sua voce, il suo sguardo, le sue mani forti e peggio di tutto il suo odore, così forte e penetrante, assolutamente virile ed eccitante. Quando i ricordi si impossessano di me, mi ritrovo sudata e con il fiato corto, non ho bisogno di accarezzarmi o altro, basta la forza della mia mente.
Credo non scorderò mai il suo gusto, quel suo modo assolutamente erotico di fare, o il suo corpo, che sembra stato creato apposta per amare il mio e l'intesa fisica, che è sempre stata semplicemente perfetta per entrambi, migliorata dalla tanta pratica fatta per esclusivo piacere.
Come fa la mente a registrare certe sensazioni, alcuni odori, gusti o suoni e ritrasmetterli con la stessa intensità di quando li stavi vivendo ed assaporando?
La verità purtroppo è che non so dare una risposta sensata a tale domanda, ma vivo questa situazione costantemente.
Un attimo dopo tanta erotica profondità però, ripenso al suo lasciarmi, tradirmi, distruggermi ed allora sento freddo, tremo, mi copro fin sotto gli occhi e lotto disperatamente per non far uscire le lacrime, quelle preziose lacrime che lui non merita. Avrei preferito uno stupido tradimento fisico, ma evidentemente per lui non era abbastanza; ha calpestato il nostro amore, la voglia di costruire qualcosa, la fiducia, la stima, fatto in mille minuscoli pezzetti e buttato al vento, tutti gli anni di vita insieme.Eppure un punto a favore in tutto questo c’è, ovvero che la mia forza si è risvegliata.
È vero, ho bisogno di sentirmi amata, da tutti i punti di vista, e sicuramente otto anni non si cancellano in pochi mesi, ma non piango più tanto, non mi faccio più domande, la vera sofferenza si è ridotta ad un sussurro, il dolore ad un'eco lontana, il tormento è diventato un'irreale quiete. Ho reagito ed anche il mio modo di scrivere ne ha tratto giovamento.
Tutto quello che era stato difficile all'inizio, l'affrontare i motivi per cui avevo smesso, il nuovo genere, il forum poco conosciuto, è diventato piano piano qualcosa di familiare.
Mancano quattro capitoli alla fine del libro, quando iniziano ad arrivarmi messaggi diversi, non si tratta più di recensioni o altro, sono richieste; alcune lettrici infatti, sapendo che il romanzo è quasi giunto al termine, mi chiedono un seguito. Altre addirittura di scrivere altri generi di testo.
Rifletto per un po' su entrambe le questioni, è stata divertente questa esperienza, ma ho voglia di scrivere ancora?
Voglio raccontare altro? Ho idee per gestire un sequel? Me la sento di provare altri generi?
Potrei farmi mille domande come queste, la risposta sarebbe sempre si, non so se sia la risposta giusta, ma semplicemente perché il mio lato impulsivo prevale.
Comunico a Dany la mia decisione, inutile dire che ne è entusiasta, si potrebbe pensare che sia di parte ma non è così, è la mia prima critica e spesso mi bacchetta in malo modo per ciò che scrivo.
Senza ulteriori tentennamenti, prima di rendere nota la fine del primo libro inizio a scrivere il secondo e butto giù idee anche per un terzo testo, diverso dai primi due.
I primi capitoli sono difficili, ho tante idee ma devo trovare la via giusta sia per i personaggi che per me, tutto però va al suo posto appena riconosco la mia strada.
Man a mano che prende forma il sequel, mi rendo conto che sto tornando la scrittrice di un tempo, i pensieri che trasferisco nei capitoli, sono sempre più profondi ed anzi sta diventando difficile mantenere lo stile leggero dell’inizio. Contemporaneamente anche le mie letture si muovono su nuovi orizzonti, che poi forse proprio nuovi non sono, li definirei più vecchie conoscenze accantonate.
Per affrontare quest'ultime però ho bisogno di tempo, intanto ogni singolo giorno, anche senza cercarla, trovo la carica necessaria per affrontare al meglio qualunque cosa, reale o virtuale che sia.
Non voglio cantar vittoria troppo presto, ma credo di esser abilmente risalita; le nuove basi su cui mi sono ricostruita, da sconosciute stanno diventando importanti, sempre più forti e soprattutto solo mie, nessuno ha interferito o aiutato nella loro creazione. Questa è senz’altro la conquista più importante.Passano altre settimane, sono circa a metà del secondo libro, i romanzi vanno bene, il lavoro alla grande, le amiche fantastiche come sempre, ad Andrea dopo quasi dieci mesi ci penso raramente, non è tutto facile ma la mia vita sta andando nella giusta direzione e curiosando sul portale, mi sono finalmente decisa a leggere dei testi pubblicati di filosofia e psicologia.
Amo follemente entrambe e per anni ho scritto esclusivamente quei generi, sotto forma di poesia, romanzo, romanzo breve o altro ma solo che trattassero di filosofia o psicologia, nei momenti di paranoia estrema tutte e due insieme. Ne ho già letti almeno una decina, ma la curiosità mi spinge sempre a tornare su uno ben preciso; non ci ho ancora cliccato sopra, ma la descrizione mi colpisce, mi attira, è breve ed estremamente concisa eppure rende perfettamente l'idea di cosa leggerai, adoro la sintesi fatta in modo corretto, soprattutto quando scelgo un testo. Non voglio spoiler, ma desidero capire che troverò, è così che apro un libro piuttosto che un altro.
Non so perché non l'ho ancora letto, è come se aspettassi d'essere pronta, anche se ignoro per cosa, leggere è una necessità per me, fa parte della mia quotidianità da sempre, adoro il genere eppure sento che non è il momento. Almeno su questo non mi pongo domande, so che lo leggerò ma non ho fretta, posso tranquillamente aspettare.Siamo a fine maggio, inizia a far caldo e stasera tutte in tiro festeggiamo il compleanno di Taty.
Del mio gruppo di amiche c'è solo Giuly, ultimamente Taty e Francesca, la fidanzata di Giuly, sono diventate molto amiche perciò sono state invitate. Ceniamo in un posto fantastico e poi andiamo in un disco pub piuttosto conosciuto in zona. Mangio pochissimo, bevo qualcosa di troppo ma fortunatamente reggo bene e soprattutto ballo, adoro ballare e Giuly vedendomi così felice e libera si decide a seguirmi in pista, cosa più unica che rara.
A Taty abbiamo regalato una smartbox per due, so già che meta sceglierà ed anche che mi chiederà di accompagnarla, perciò ho speso i soldi più che volentieri.
Come da previsione infatti, Taty ha subito deciso di andare a Madrid, valutando gli impegni lavorativi, pensiamo di partire tra due settimane e fare un weekend lungo lì.
Sono felice, allegra, un po' brilla ed accaldata, entusiasta del viaggio, eppure ho una strana sensazione che non riesco a decifrare, ma mi convinco che sia colpa dell'alcol.
Faccio una pausa dai balli per bere qualcosa, possibilmente di non alcolico e la mia sensazione si palesa in carne ed ossa.Davanti a me c'è un uomo alto circa un metro e ottanta, capelli ed occhi castani, bocca carnosa e fisico muscoloso.
Andrea.
Bello più che mai, sexy, virile, con uno sguardo assolutamente infuocato fissa la mia figura come se fossi un oasi nel deserto, sta bramando il mio corpo, morendo sulla mia bocca e si sta tuffando nei miei occhi.
Vorrei tornar indietro, ma mai gli darei questa soddisfazione, perciò mi avvicino al bancone e come al solito in situazioni del genere, l'unico posto libero è accanto a lui, gli faccio un sorrisino di circostanza piuttosto insignificante e mi giro verso il barista per ordinare.
"Sei bellissima", mi dice all'orecchio ed un brivido mi percorre la schiena, la sua voce, il suo respiro, l'alcol, tutto mi confonde ed insieme mi eccita.
Decido di ignorarlo, aspetto la mia bevuta e appena vengo servita mi giro per andarmene.
Chiaramente lui mi blocca, appena sento il suo tocco inevitabilmente parte una serie di scosse che scuotono il mio corpo e la mia femminilità.
Guardo la sua mano che stringe il mio braccio, non posso evitare di assaporare questo contatto, forse non lo amo più, ma conosco la sua mente e sono attirata come una calamita dal suo corpo.
Con lo sguardo percorro il suo braccio, la spalla, il collo, mento, bocca, naso fino ad arrivare ad i suoi occhi.
"Balla con me", mi dice con quella sua voce forte e maschile.
Perdo un attimo a guardarlo, mi convinco che devo riflettere, valutare ed infine comportarmi nel migliore dei modi.
Dovrei ballare con lui? No.
Voglio ballare con lui? Si.
Posso gestire la cosa? Chi lo sa.
Con queste fantastiche e soprattutto chiarissime risposte nella testa lo prendo per mano, poso la bevuta al mio tavolo e lo trascino sulla pista ignorando gli sguardi allarmati delle mie amiche.
Come al solito dopo la mia veloce valutazione estremamente precisa, da cui era risultato che lo dovevo mandare a quel paese, ho dato retta alla mia prima idea.
Spero solo di non aver combinato un casino prendendo questa decisione.
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chiamami dolcezza
Chick-LitNessuno conosce il proprio destino, tutti facciamo delle scelte, a volte in modo consapevole, altre invece sono semplicemente la conseguenza di avvenimenti e stati d'animo. Roberta è ad un punto della sua vita in cui, dopo la fine della storia con A...