PARTE 4

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Alberto arriva per primo alla spiaggia dell'Isola e, mentre si trasforma in umano, il secondo esce dall'acqua dicendo <<Ehi non vale! Sei partito prima.>> <<Non è vero e ora ti tocca la penitenza piccolo Luca>>.
Camminano lungo la salita che li conduce alla Torre, dove il tempo sembra essersi fermato: la loro dimora è rimasta uguale; si arrampicano lungo la scaletta instabile, che molto tempo prima Alberto aveva costruito per poter salire in qualche modo.
Guardano tutte le cianfrusaglie che arredano quell'edifio in pietra, uscendosene ogni tanto con <<Ti ricordi quando...>> <<Guarda qui>> << Questo non me lo ricordavo>>, fino a quando Luca grida <<Alberto vieni!>>.
Quest' ultimo arriva di corsa, pensando che il suo amato si fosse fatto male.
Appena arriva si trova davanti alla faccia un poster con su scritto "Vespa è libertà", tenuto dal più piccolo: gli occhi diventano lucidi, perché, oltre al desiderio di possedere una Vespa, quel pezzo di carta racchiude un ricordo molto felice, ovvero lui e Luca mentre cercavano di costruire un qualcosa che assomigliasse a quel veicolo.
<<Santa ricotta! Ti va di provare a ricostruire la Vespa con tutti gli oggetti che ci sono qui, come avevamo fatto la prima volta Alberto?>> dice Luca: non gli serve una risposta per capire che il suo "amico" è d'accordo, perché si è già avviato a prendere gli oggetti.
Dopo due ore riescono ad ottenere qualcosa, che ai loro occhi è perfetto.
Salgono in sella,Alberto davanti e Luca dietro, si danno una spinta e vanno giù per il dirupo gridando <<SILENZIO BRUNOOO! AHAHAHHA>>; arrivati alla fine, ovviamente, cadono in acqua ridendo: quando riemergono, si guardano negli occhi e si mettono a ridere.
Si è fatta sera, ma loro non se ne sono accorti: accendono il fuoco e si mettono distesi, uno accanto all'altro, sotto il cielo pieno di piccole stelle alias acciughe.
Per rompere il silenzio Alberto dice <<Ehi Luca, non mi hai raccontato dei tuoi compagni di classe>> <<Ah si. Beh non c'è niente di particolare>> dice facendosi piccolo piccolo.
Alberto si accorge che egli non si sente a suo agio a parlarne, quindi di scatto si mette a sedere e chiede <<Ti hanno preso in giro per caso?>>. "SÌ" vorrebbe dire Luca, ma sa che se lo dicesse il suo "amico" darebbe di matto e lui non vuole rompere quell'armonia che c'è, dunque dice <<N-no...>> <<Non è vero, ti conosco e quando tentenni vuol dire che stai mentendo>> replica Alberto.
"Cavolo mi conosce troppo bene. Lo amo" pensa Luca, che alla fine cede e afferma dicendo <<Ok è vero. Genova è piena di Ercole. Non voglio ritornarci il prossimo anno, è terribile!>>, mentre le lacrime iniziano ad uscire dai suoi occhi.
Alberto lo osserva, pensando che se avesse in questo momento davanti a sé quei mocciosi, li picchierebbe fino a farli svenire: si alza e si dirige verso "la signora che canta nella scatola".
Gira la manovella e una canzone si riproduce.
Ritorna da Luca: <<Silenzio Bruno. È quello che devi pensare il prossimo anno quando li rivedrai. Tu sei molto megli di quelli>>.
Dopo un attimo di silenzio, progendogli una mano dice <<Adesso non ci devi pensare. Adesso non sono qui. Qui ci sono io. Prendi la mia mano>>; Luca la afferra, si alza ed è veramente felice di essere lì con lui.
Quest' ultimo inizia a ballare e il più piccolo lo segue.
Ballano e ridono, fino a quando non si stancano e si addormentano sotto il cielo stellato.

-HELLO THERE I'M THE AUTHOR-
Ammetto che ci potrebbero essere un po'di comprensioni but nothing really matters.
Ieri mi sono rivista il film in inglese: piango sempre.

NON CE LA FACCIO SENZA TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora