Acconciature

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"'E io sono Iron Man' ho detto. Uno schiocco di dita e poof, mi sono ritrovato in questo posto. Però sto ancora cercando di capire quale sia la punizione che mi spetta, voglio dire, tu hai le tue missioni, ma io..." Tony stava parlando senza sosta. "Forse è l'assenza di alcol... o delle mie armature... quelle non mi servono, ne potrei costruire una a occhi chiusi."
"Gli occhi ti servono. Chiudi la bocca, invece." Natasha alzò un sopracciglio e lo vide scrollare le spalle e fare una smorfia. Nascose un sorriso, nonostante tutto, aveva sentito la sua mancanza.
Erano seduti su un gruppo di rocce e lei si stava facendo rigirare un coltello tra le dita. Non sapeva in che modo si fossero materializzate quelle cose, tuttavia non si poneva più quesiti a cui non sapeva dare risposta.
"Come mi hai trovata?" chiese.
"Stavo facendo la mia solita camminata, trasparendo charme da tutti i pori e illuminando questo piccolo quartiere d'inferno..."
"Quindi camminavi come uno scemo." lo interruppe lei. Questa volta non alzò lo sguardo per vedere la faccia di Tony, ma seppur gli occhi fossero puntati sulla lama affilata, lo percepì irritarsi. Natasha adorava punzecchiarlo.
"La camminata non è importante se si riesce a volare, cosa che tu, agente Romanoff non sai fare. Ne abbiamo avuto la conferma a Vormir."
Natasha fermò il coltello e si vide riflessa nella lama. Aveva gli occhi gonfi e la pelle pallida, i capelli arruffati e lo sguardo assente. Chiunque avrebbe notato la sua stanchezza.
Tony sospirò e si sedette accanto a lei. La voce si addolcì. "Perché ti sei buttata?"
"Era la cosa giusta da fare." Mandò giù il groppo in gola. Per Natasha la scelta era stata semplice, Clint aveva una moglie, dei figli, e lei... lei aveva visto un'opportunità per redimersi.
Un fugace pensiero si presentò nella sua mente.
Steve.
Aveva pianto per lei? Era andato avanti con la sua vita?
Represse quelle domande.
"Non fare la stupida." pensò. "Ovviamente è andato avanti."
Natasha non gli aveva mai rivelato quello che provava, era troppo spaventata, e ora ne doveva affrontare le conseguenze. Steve non c'era più, o meglio, era lei a essersene andata.
Si sentì toccare i capelli e puntò il coltello alle sue spalle, lo allontanò nell'accorgersi che le mani appartenevano a Tony. Sospirò e lasciò cadere l'arma.
"Rilassati, Nat. Troveremo un modo per uscire di qui." cercò di consolarla, sciogliendole la treccia che una volta le aveva fatto. Sembravano passati anni.
"Sei ottimista."
"E quindi?"
"Tu non sei mai ottimista."
"È speranza."
Le fece ricadere i capelli sulle spalle. "Allora, che acconciatura facciamo?"
Natasha abbozzò un sorriso e lo spintonò amichevolmente. Una ciocca rossa le ricadde sul viso e ripensò agli innumerevoli tagli di capelli che si era fatta negli anni, solo uno le mancava. Solo uno l'avrebbe riportata al suo periodo preferito. Solo uno le avrebbe ricordato Steve e il loro periodo da fuggitivi.
Tony la guardò a bocca aperta. "Agente Romanoff, necessito il numero del tuo parrucchiere."
Lei si sentì la testa più leggera e i capelli più corti, prese una ciocca e questa si rivelò essere bionda. Natasha guardò fugacemente Tony... se avesse saputo che era una persona sentimentale l'avrebbe assillata fino alla noia.
Si alzò in piedi. "Andiamo, dobbiamo capire in che razza di posto siamo finiti."

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