INVISIBLE STRING

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FABIO x SOPHIE



Fermarsi, per chi è abituato a correre, equivale a morire. 

Così si sente Fabio Quartararo sul letto d'ospedale. Morto. Non può alzarsi, almeno non per le prossime ventiquattro ore, e deve persino chiamare qualcuno per fare la pipì. Odia dipendere dagli altri, non lo ha mai fatto, quindi chissà perché dovrebbe farlo a 21 anni? Non è più il bambino iperattivo che non riusciva mai a stare fermo per più di cinque minuti senza rompere qualcosa. È un uomo, anche se tutti continuano a trattarlo come un ragazzino. Li odia, li odia tutti. Sorride, scherza, fa finta che non gliene freghi niente di nessuno. Ma non è vero. È tutta una facciata. 

"Non puoi vincere un mondiale a 21 anni".

"Sei troppo giovane per diventare campione del mondo".

"Ne hai ancora di cose da imparare, ragazzino". 

Ha sentito queste frasi in loop da mesi, dall'inizio del mondiale di Motogp. Le ha sentite in tutte le varianti, in tutti i modi, con ogni tono di voce possibile.

Sì, è giovane, ha tanto da imparare, non è arrivato da nessuna parte. Ma è pronto, sa di esserlo, vuole vincere più di qualsiasi altra cosa al mondo. Non c'è niente di più importante adesso per lui. È il suo momento, è la sua grande chance, non può buttarla via. Ecco perché stare su un letto d'ospedale a metà campionato gli pesa così tanto. 

Non rientrava nei suoi piani doversi operare per l'ennesima volta al suo dannato braccio. Non poteva aspettare la fine del mondiale per fargli male? Invece no, si è bloccato tutto durante una gara, una gara che stava vincendo, tra l'altro. Una gara che non si ricorda nemmeno come abbia fatto a finire tutto intero, dato il dolore che provava sotto alla tuta. 

Deve uscire da quel posto il prima possibile, devono sistemargli il braccio e deve tornare su una moto al più presto. Deve tornare in palestra, deve correre, deve allenarsi e andare a vincere il mondiale. Il suo mondiale. Non può perdere nemmeno un secondo a fare qualcosa che lo allontana da vincere. 

Ha rinunciato a tutto quest'anno per non avere problemi: niente baldoria, niente alcool, niente notti in bianco, niente ragazze. Nessuna distrazione. Solo moto, palestra, allenamento. Concentrazione, determinazione, sacrificio. Facile come bere un bicchier d'acqua. 

Fabio aveva pensato proprio a tutto. E stava facendo tutto nel modo giusto. Soltanto due cose non aveva calcolato nel suo piano infallibile: l'infortunio e il destino. E quando ci si mette, il destino sa essere più bastardo di un infortunio a metà stagione. 

<<Eccomi, signor Laurent, ce l'ho fatta>> una voce femminile irrompe nella stanza di Fabio, che si volta quel poco che basta per vedere una ragazza di spalle bagnata dalla testa ai piedi. <<C'è il diluvio qua fuori, mi deve scusare il ritardo ma ci ho messo un secondo a venire fin qui>> la sconosciuta continua a parlare mentre si toglie il cappello e l'impermeabile. Fabio non la conosce, non l'ha mai vista, ma i suoi movimenti scoordinati e maldestri per appendere gli indumenti fradici lo fanno sorridere. <<Come andiamo oggi?>> domanda la ragazza con il fiato corto, finalmente si gira e rimane spiazzata per qualche secondo.

COMME LE VENT || FABIO QUARTARARODove le storie prendono vita. Scoprilo ora