Chapter 12. I made it.

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Avevamo lasciato New York da una settimana. Ashton e Chachi non erano diventati quello che speravo, troppo testardi, troppo simili. Sembrava che Chachi avesse però fatto colpo su Bart, che dopo aver saputo da Ashton che il loro secondo appuntamento era stato un disastro e che quindi poteva parlarle, iniziò a passare tempo con lei.
Ora stavano massaggiando e il modo in cui Bart sorrideva ad ogni risposta ricevuta era davvero tenerissimo.
Io ero seduta al tavolo nel nostro bus e studiavo. Ripetevo Shakespeare, poiché il mio prossimo esame sarebbe stato proprio su di lui.
"Amaya vuoi che ti aiuti un po'?" Chiese Calum sorridendo.
"No grazie Cal, dove stiamo andando?"
"Non ne ho idea. Las Vegas, credo."
"Okay, grazie"
"Io vado a dormire, ho sonno"
"Va bene" dissi baciandogli la guancia.
Continuai a ripetere all'infinito la poetica di Shakespeare e a scrivere tutte le possibili domande che avrebbero potuto farmi.
Sentii una mano morbida sfiorarmi i capelli, poi percepii un piercing vicino il mio collo.
"Amaya è tardi, vieni a dormire?"
"No Luke, studio altri due minuti"
"Posso organizzarti l'esame?"
"Assolutamente no, Luke non so un cazzo"
"Ma mi prendi per il culo? Sai benissimo ogni poeta della letteratura inglese. Amaya ti prego, è per te"
"Sto in ansia"
"Amaya ma perché studi? Ora sei in tour con noi. Perché lettere? Non puoi continuare a ballare?"
"Nella danza classica il settore è estremamente competitivo e non mi basterebbe ballare per sopravvivere"
"Ma tu ora fai il tour con noi"
Abbassai il capo.
Già io facevo il tour con loro.
Prese il mio viso tra le sue dita e fece scontrare i nostri occhi.
"Ma non è quello che vorresti fare. Vero?"
"Già"
Mi prese in braccio e mi posò nella sua cuccetta, poi si stese accanto a me. Si raggomitolò su se stesso e poi poggiò la testa sulla mia pancia. Gli accarezzai la faccia, finché non ci addormentammo.

Mi asciugai il sudore con l'asciugamano turchese che portavo sempre con me. Mi poggiai contro il muro, mentre cercavo di riprendere fiato. Ero stanchissima, dopo aver provato quasi due ore.
"Amaya, ho una bella cosa da dirti" esclamò Luke contento, entrando nella sala prove.
Si avvicinò a me e dopo avermi baciato mi spiegò il perché di tante storie.
"Ti ho organizzato l'esame. È il signor Hanks, il docente universitario di lettere più importante della zona. Gli ho parlato io personalmente, e se prendi più di 90 prendi la laurea direttamente. E tu ci andrai che lo voglia o meno, perché te lo meriti, tu puoi prenderla quella cazzo di laurea."
Rimasi senza parole, ero sia contenta che spaventata. Mi rifugiai tra le sue braccia, che mi accolsero calorosamente.
"Amaya, quando finirà il tour, noi ne abbiamo già in programma un altro. Se... Se tu non vuoi, se non è questo quello che vuoi, io non ti obbligo a venire come ballerina anche nell'altro."
Sussurrai un grazie abbracciandolo ancora più forte.
"E se volessi venire?"
"Ti accogliamo a braccia aperte"rispose mostrandomi uno dei suoi sorrisi più belli.
"Quando è l'esame?"
"Domani alle 11.00"

Entrai nella stanza sedendomi davanti un uomo con i capelli grigi, tirati all'indietro per cercare di nascondere la sempre più evidente calvizia.
Aveva degli occhi di un bel verde, e i lineamenti lasciavano immaginare quello che da giovane era stato davvero un bell'uomo.
"Allora signorina. Porta lettere inglesi e italiane?"
"Si"
"Faccia un confronto tra la poetica di George Byron e Giacomo Leopardi."
Mi scostai una ciocca di capelli dal viso e iniziai a parlare delle analogie e delle differenze, sperando che andasse tutto bene.

Presi il cellulare e chiamai Luke.
"Hey come è andata?"
"Luke... Ho la laurea. Ho preso 94" urlai.
"Adesso arriviamo. Te l'avevo detto che saresti andata bene."
Chiusi la chiamata e aspettai i ragazzi alla fermata del pullman, difronte al palazzo nel quale avevo tenuto l'esame.
Appena arrivò il bus dei ragazzi vi salii sopra e ad attendermi c'erano loro quattro e Bart che urlavano come dei pazzi, contenti per me.
"Bravissima Amaya" mi disse Ashton.
"Tu sei un genio" esclamarono assieme Mikey e Cal.
Bart si avvicinò a me e mi lasciò un bacio sulla guancia sussurrandomi "complimenti Am"
Luke estrasse una piccola scatolina dalla tasca posteriore dei suoi skinny jeans e me la mise in mano.
"È per te" disse sorridendo.
La aprii delicatamente e dentro c'era una catenina argentata sottile, che aveva un ciondolo: due scarpette di danza, per la precisione due punte, i quali nastrini si univano a formare un piccolo cuore.
"Luke oddio è stupenda. Cazzo non dovevi, quanto l'avrai pagata.."
Non mi fece finire poiché mi zittì con un bacio. Mi morse il labbro e sorrisi, con le labbra ancora attaccate alle sue.

AYEEE.
Si lo so, un noiosissimo,pallosissimo e insensatissimo capitolo di passaggio di merda. Scusate. La storia è quasi giunta al termine, just saying.
Commentino o stellina ✨💙?

The dancer [l.h] (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora