Capitolo 4. The time machine

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Scorpius’ View

Una volta che i signori Potter il video, che io e Albys avevamo visto ore prima, scoppiarono in lacrime e Lily si avvicinò a me per abbracciarmi. «Dobbiamo scoprire dov’è la macchina del tempo e dire di questo anche a Remus» disse James.

Il signor Lupin abitava insieme al figlio in una villetta vicino al mare, lontano dalle persone e dalla città, e raramente si faceva vedere in giro al contrario di suo figlio. Lyall era molto simile al padre ma, al posto di isolarsi come faceva l’uomo, preferiva stare in mezzo alla gente e passare la maggior parte del tempo con la sua fidanzata Victoire Weasley, una delle cugine di Albus.
Conoscevo il figlio solo perché durante le vacanze andavo spesso da Albus e molto spesso Lyall si trovava lì.

Mentre i signori Potter spiegavano la situazione a Lupin, pensai che se fossi davvero il figlio di Cassandra e Ted, Remus Lupin sarebbe stato mio nonno e Lyall mio zio. Come mi sarei dovuto comportare con loro? Non avevo tanti rapporti con loro e ci scambiavamo solo due parole quando ci vedevamo.
«Scorpius? Il figlio di Cassandra e Ted? Lily sei sicura che James non abbia la febbre?» parlò stupito il signor Lupin appena James gli raccontò tutto. Decisi di rispondere io, d’altro canto prima o poi ci dovrò parlare no? «Sì, signore. Quello che le ha raccontato il signor Potter è totalmente vero» confermai e l’uomo mi guardò per qualche minuto negli occhi.
«Avevo sempre pensato che assomigliassi a Cassandra, ma essere suo figlio? Non ci sarei mai arrivato» disse, più a sé stesso che a noi, e sospirando continuò: «Avanti allora. Andiamo a cercare questa macchina del tempo».
Liberando l’aria che non sapevo di aver trattenuto per tutto questo, feci un piccolo sorriso. Il signor Lupin non sembrava ostile nei miei confronti.

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Mentre i signori Potter e il signor Lupin andavano a cercare nella vecchia casa in cui Cassandra e Ted abitavano prima di andare via, io e Albus andammo a cercare nella loro vecchia stanza a Grimmauld Place.
La prima cosa che notammo era che la camera era piena di polvere, probabilmente nessuno aveva più sfruttato quella stanza dopo la loro scomparsa. Decidemmo di dividerci i compiti, Albus controllava la parte sinistra della stanza e io quella destra. Mi accorsi immediatamente che la parte destra si trattasse di quella di Cassandra perché in un cassetto del comò trovai della lingerie. Arrossendo, cercai velocemente qualsiasi cosa sospetta in quel cassetto e non appena mi accorsi che non c’era niente richiusi immediatamente il cassetto.
Passai agli altri, non trovando niente di niente. Ad un certo punto però Albus urlò: «Una chiave nascosta!». Andai subito da lui a vedere la chiave e Albus sorrise prima di cercare con gli occhi qualcosa che si potesse aprire con quella chiave.
«Dobbiamo solo trovare la serratura» dissi e mi misi a cercare. Mi accorsi che nella cornice dello specchio al muro si trovasse una serratura, «Albus, è qui! Molto facile da trovare» dissi e Albus, mentre veniva con la chiave per aprire la serratura, mi rispose sbuffando: «Si certo, ho quasi perso una mano per trovare la chiave. Chi diavolo mette una chiave circondata da tutte quelle lame sotto il letto?».

Una volta che aprimmo la serratura, lo specchio si mosse di lato, spostandosi fino ad aprire un passaggio. Decisi di prendere la chiave per sicurezza e dopodiché ci addentrammo nel passaggio. Il corridoio era buio e pieno di ragnatele, l’unica cosa che si riusciva vedere era una lanterna alla fine del corridoio che faceva un po’ di luce.
Arrivati a quella lanterna, trovammo una porta chiusa, inciso su di essa c’era scritto “Temporis Viatore - Benvenuti”. Albus aprì la porta rivelando una stanza che ricordava tanto la Sala Comune di Serpeverde, con un divano di pelle e un bel tavolino da caffè di vetro. Entrammo nella stanza, guardandoci intorno per esaminarla.
Sulla parete c’era un grande quadro che rappresentava un enorme palazzo, che più ad un palazzo somigliava ad un grandissimo castello. Sulla parete di fronte a noi invece c’era una piccola teca con all’interno una specie di macchinario, che io e Albus immaginavamo fosse la macchina della parete, mentre sopra c’era un quadro che illustrava le regole per usarla.

«Albus, Scorpius?!» ci chiamò James e il mio migliore amico corse alla porta: «Siamo qui! L’abbiamo trovata!» urlò.

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Narratore

I due percorrevano il giardino del loro hotel. Avevano passato una bella giornata insieme, erano andati nel 1999 a vedere la tomba di suo padre e di sua madre e poi erano andati a mangiare in uno dei migliori ristoranti d’Inghilterra del 1970. Cassandra era rimasta sorpresa dalle azioni del marito, si sentiva come se il suo dolce Ted fosse finalmente tornato.
Improvvisamente il ragazzo che avevano messo alla reception,  Isaac, corse verso di loro inseguito da altre cinque persone, due ragazzini e tre adulti.
Il ragazzo riuscì ad arrivare davanti a loro sfinito e ansimante disse: «Mi spiace, signori… non avrei mai immaginato che mi avrebbero seguito dentro…». Cassandra, intenerita dal comportamento del ragazzo, gli mise una mano sulla spalla e gli rispose: «Isaac, respira, con calma.  Che è successo?». Isaac prese un respiro profondo prima di parlare: «Quei signori continuavano a dire di parlare con voi signora e, sapendo che voi non volevate essere disturbati, ho detto loro che non sapevo dove foste e loro hanno iniziato a seguirmi».

«Ted Lupin!» la voce dell’uomo echeggiò in tutto il giardino. Cassandra riconobbe immediatamente la voce e guardò nella direzione da cui proveniva. Ted copriva l’uomo ma Cassandra sapeva già chi fosse.
«Che ci fate qui?» disse suo marito e l’altro dei due uomini gli rispose con voce tremante dall’emozione: «Ted, pensavamo foste morti! Perché non ci avete mai detto di essere qui!». Il primo dei due uomini spostò Ted in modo che potesse avvicinarsi a Cassandra.
«Cassie? Sei davvero tu?» chiese James e Cassandra con gli occhi lucidi annuì: «Sì, Jamie». Le guance dell’uomo si ricoprirono di lacrime e corse ad abbracciare la ragazza, la quale ricambiò immediatamente l’abbraccio.
Ted rimase a guardare stringendo i pugni. Se quei tre erano riusciti a venire lì, significava che a Harry era successo qualcosa di brutto e dall’ultimo incontro che avevano avuto con lui poteva anche immaginarsi cosa gli fosse successo.

«Isaac, potresti portarli nella hall? Parlerò io con loro, Cassandra deve riposare» disse Ted, notando poi due ragazzini insieme a Lily. Uno di loro, il ragazzo dai capelli biondi ossigenati, aveva lo stesso odore di qualcuno a cui loro tenevano e se adesso Cassandra avesse sentito il suo odore, sarebbe successo un casino.
James si girò immediatamente verso di lui, mentre Lily gli metteva una mano su una spalla come per fargli cambiare idea. James guardò Ted, «Non andrò da nessuna parte senza Cassie. Ho appena avuto la conferma che siete entrambi vivi, non credere che me ne andrò così presto» gli rispose.

Ted strinse i pugni e proprio quando stava per replicare al suo patrigno, Cassandra perse i sensi.

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⏰ Last updated: Jul 11, 2021 ⏰

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