Run.

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"Stai comodo? Ti serve un cuscino? Vuoi qualcosa da mangiare?"

Chiese Calum. Neanche 10 minuti che eravamo partiti e lui già iniziava con le sue continue paranoie.

"Sto bene Cal, tranquillo" risposi in tono pacato. Ed è così, stavo bene davvero.

"Umh e la testa? Ti fa male?"

Avrei potuto decretarlo una seconda madre, se non peggiore. Ha sempre avuto un istinto di iperprotettività nei mie confronti, ma se ogni tanto si comportasse come un semplice amico non sarebbe male.

"Sto bene, Calum. Solo, non trattarmi sempre come un bambino e basta ricordarmi ogni secondo della mia malattia.
Sono qua, non vado da nessuna parte, trattami come un ragazzo normale"

Un piccolo sorriso con un accenno di tristezza prese forma sul suo volto.
Odiavo il fatto che lui provasse pena per me, è da una vita che gli ripeto sempre le stesse parole, ma adesso è peggiorato.
Okay, ho un tumore, ma non c'è bisogno di servirmi e riverirmi.

Mi voltai verso verso il piccolo finestrino alla mia sinistra scrutando attentamente Londra dall'alto mentre pian piano ci allontanavamo.
Ero felice di andare Sindey, era sempre stata la mia città dei sogni, un po meno felice era il fatto di aver lasciato la mia famiglia là.
Ma sentivo il necessario bisogno di partire, di una nuova vita per il tempo che mi restava, lo desideravo immensamente.
Mi sentii d'un tratto le palpebre farsi pesanti, le chiusi e di lì a poco il sonno prese il sopravvento.

***

"Si prega la gentile clientela di scendere, la ringraziamo per aver scelto il nostro volo."

"Luke, Luke svegliati, siamo arrivati."

Aprii gli occhi sentendo Calum scuotermi violentemente il braccio.
Mugolai qualcosa prima di sbadigliare, dopodiché fui costretto ad alzarmi.
Scendemmo dall'aereo e recuperammo i nostri bagagli, poi salimmo sul taxi che ci avrebbe portato diretti alla nostra nuova casa.

"Wow, è bellissima"

Disse Calum una volta arrivati.
Ed aveva ragione, era davvero bellissima.
Grazie mamma, grazie papà.
Entrammo dentro e una volta disfatte le valige e sistemato le nostre cose ci ritrovammo in salotto.

"Lukey andiamo in spiaggia?"

"Umh no, credo che andrò a correre."

Cosa c'era meglio di correre?
Amavo farlo.
I pensieri si alleggerivano e con gli auricolari e la musica a palla negli orecchi tutto spariva.
I problemi sparivano.
Tutto era meraviglioso.

"Va beh, io vado in spiaggia, per qualunque cosa mi chiami, okay?"

"Va bene Cal, ma come ti ho già detto non sono un bambino, non ho bisogno che tu mi faccia da mamma."

"Eh va bene piccolo grande uomo, ci vediamo dopo." Ridacchiò scompigliandomi i capelli per poi uscire.

Scossi la testa ridacchiando, adoravo quel finto cinese.
Salii velocemente su per mettermi un paio di pantaloncini di una tuta e una canotta per sopra, infilai gli auricolari e pigiai play.
'Smells Like Teen Spirit' dei Nirvana.
Amavo quella canzone e mi dava carica.

Uscii dalla porta intento a correre più di quanto facessi di solito, tanto per esplorare Sidney.

***
15 km e la testa mi scoppiava.
Per quanto le mie gambe e il mio fiato fossero ancora in forma e intenti come me a continuare, la testa me lo impediva e non riuscivo a non ascoltarla.
Mi abbassai a terra mettendomi le mani fra i capelli e stringendo gli occhi sperando che il dolore cessasse.
Ovviamente la cosa non funzionò.

Please, lay me by your side. -MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora