«Di amarci noi non ne saremmo mai
stati capaci
E allora tu spiegami dei nostri baci
il senso e se un senso lo trovi
dimmi almeno qual èSei- Negramaro»
Fisso il soffitto, mentre mille paranoie mi passano per la testa. È da questa mattina che non faccio altro che pensare a quello che mi ha detto Matteo.
Per un istante mi ero illusa che Nicolò avesse capito quello che volessi dal nostro rapporto e che la sorpresa per il mio compleanno fosse un modo per dimostrarmelo. Ma è evidente che invece lui non ha dato la stessa importanza che ho dato io a quel gesto.
In fondo, bisogna smetterla di aspettarsi che le persone cambino per te. Perché non lo fanno. Mai.Sospiro profondamente, portandomi entrambe le mani sul volto ed avendo solamente una gran voglia di piangere. Mi costringo a trattenermi però, nel momento in cui sento qualcuno bussare alla mia porta, sapendo già che si tratta della mia cena, dato che non avevo l'umore adatto per andare a mangiare nella sala con tutta la squadra.
Mi sento priva di forze a tal punto che anche alzarmi da letto risulta un'azione faticosa. Striscio i piedi sul pavimento ed apro la porta, pronta a ritrovarmi davanti Barbara, la nostra cameriera, ma invece i miei occhi si scontrano immediatamente con quelli scuri di Nicolò.
Ci mancava solo lui.
Sbuffo, volendo richiudere la porta ma i suoi riflessi hanno la meglio, infatti mette un piede in mezzo di scatto, bloccandola.
«Te ne devi andare» ordino brusca ma Nicolò sembra non capirlo perché nonostante io stia cercando di chiuderlo fuori, lui riesce comunque ad intrufolarsi nella mia camera, richiudendo poi la porta alle sue spalle. «Lasciami in pace, ti prego» sospiro esasperata e lui aggrotta le sopracciglia, fingendosi confuso dal mio comportamento.
Non è colpa mia se ieri pomeriggio baciava me e questa mattina era nel letto con la sua ex.
«Va tutto bene?» domanda ingenuamente.
Gli tiro immediatamente un'occhiataccia. «No, non va tutto bene. Spiegami come cazzo potrebbe andare tutto bene!» sbotto paonazza e lui mi guarda in maniera strana, come se stessi dando di matto.
«Io in realtà ero venuto a parlarti di questo...» sussurra, mostrandomi il contratto accartocciato «Jorginho lo ha trovato per terra e lo ha dato a me» spiega «Ma forse questa non è la serata adatta. Vuoi parlare di altro?» aggiunge, improvvisamente interessato al mio umore, non togliendosi però dalla faccia quell'espressione confusa.
«Io non so davvero con che coraggio tu sia nella mia camera ora» sputo acida «E comunque non abbiamo nulla di cui parlare. Non accetterò quella proposta, preferisco andare all'Atalanta» preciso, voltandogli le spalle per raggiungere nuovamente il mio letto. Ho bisogno di sedermi prima di avere un mancamento.
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𝗣𝗮𝗿𝗹𝗮𝗺𝗶 ||𝐍𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨' 𝐁𝐚𝐫𝐞𝐥𝐥𝐚||
Short StorySai che adoro quegli attimi In cui non litighiamo e siamo proprio come ci immagini