𝚂𝚎𝚒

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«Sono anni volati, no non torneranno indietroE fa ridere adesso pensarci distantiInsieme non faceva paura diventar grandi

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«Sono anni volati, no non torneranno indietro
E fa ridere adesso pensarci distanti
Insieme non faceva paura diventar grandi

Diecimila bugie - Cioffi»

I ragazzi hanno appena finito l'allenamento ed io so che si sta avvicinando pian piano il momento del discorso, quello che Mancini mi ha chiesto di fare alla squadra, dato l'ottimo rapporto che mi lega con ognuno di loro. Non è mai facile fare delle considerazioni dopo una partita, men che meno se quella partita non è stata giocata come avrebbe dovuto.

L'Italia ha vinto contro la Spagna, certo...ma la Nazionale non può permettersi di avere quelle prestazioni deludenti anche nella finale contro una squadra forte come l'Inghilterra.

Prendo allora un respiro profondo nel momento in cui tutti si posizionano uno vicino all'altro, in una fila orizzontale.

«Presto ci sarà l'ultima partita, oserei dire la più importante» inizio, camminando avanti ed indietro, passando dunque davanti a tutti. «E credo che chi è sceso in campo nella semifinale sa che alcune cose non sono andate come dovevano andare, giusto?» domando e solo alcuni annuiscono. Il mio sguardo cade su Nicolò, che però evita il contatto visivo con la sottoscritta. Lui è uno di quelli che stranamente ha giocato meglio, nonostante la discussione avuta il giorno prima. Forse finalmente ha capito come separare le due cose o forse non era affranto quanto lo sono stata io. Mi ha evitata in tutti i modi negli ultimi tre giorni e lo capisco, ma se mi desse la possibilità di rivolgergli un'ultima volta la parola, forse qualche pezzo tornerebbe al posto giusto. Non mi sono mai scusata con lui, eppure questa volta so che è necessario.

«Noi quella coppa dobbiamo vincerla» continuo a parlare «E tutti noi dello staff vogliamo il massimo dell'impegno da ognuno di voi. Siamo la nazionale italiana raga, dimostriamolo a tutto il mondo!» esclamo battendo le mani per incoraggiarli e loro mi seguono a ruota. «Dai ora andate a riposarvi, il Mister vi vuole carichi per questi ultimi allenamenti» sorrido, congedandoli. Alcuni giocatori passando al mio fianco mi salutano,  altri vanno a recuperare i loro borsoni dalle panchine ed io so che è arrivato il momento di affrontare un altro discorso. Forse quello che non mi sarei mai aspettata di affrontare proprio con lui, con la persona alla quale volevo più bene in questa struttura, quella a cui mi sarei affidata in ogni momento.

Un nodo mi si forma in gola perché ha rovinato tutto e non posso perdonarglielo. «Pessina, tu ti puoi fermare un minuto in più?» domando al monzese che appena sente il suo cognome pronunciato da me, si volta di scatto nella mia direzione. Anche Nicolò alza lo sguardo mentre afferra la sua felpa e per quelli che sembrano interminabili secondi, i suoi occhi si posano su di me.

«Certo...» sussurra Matteo avvicinandosi, sembrando leggermente preoccupato.

Barella rimane ad osservare quella scena per un po', fingendo di riordinare il suo borsone ma io ho bisogno di parlare con Pessina da sola, senza nessuno, nonostante quel discorso riguardi anche lui. «Nicolò puoi lasciarci soli per favore?» chiedo al cagliaritano, dimenticandomi che è la prima volta che ci rivolgiamo la parola da quella sera.

Il biondo si limita ad annuire, poi passando al mio fianco per uscire fa sfiorare la sua spalla contro la mia, accidentalmente, in un gesto delicato. Aspetto che la porta della palestra si chiuda e nel momento in cui ho la certezza di essere da sola con Matteo, prendo un respiro profondo.

«Non giriamoci intorno» inizio, incrociando le braccia al petto «Tu sai tutto vero?» domando e lui rimane fermo immobile, spalancando leggermente gli occhi.

«Di cosa?» chiede con il suo solito di voce pacato, ma questa volta la calma non avrà un ruolo importante del mio discorso.

«Matteo smettila» attacco bruscamente «Io non so perché tu lo abbia fatto, ma sei stato un fottuto stronzo» continuo, sempre più arrabbiata «Io sarò pure una bugiarda per avertelo tenuto nascosto, ma l'ho fatto per te, per proteggerti. Sai quante volte avrei voluto che tutti lo sapessero? Ma me ne sono sempre stata in silenzio per tutelare te, perché non volevo che tu soffrissi» ammetto, reggendo il contatto visivo con lui. Ho passato l'ultimo mese a sentirmi in colpa quando non avevo deciso io di provare qualcosa per Nicolò ed ora non me ne starò zitta. «E tu invece hai sfruttato la prima occasione disponibile per farmi del male»

Lui abbassa lo sguardo. «Alice-»

«No, Alice niente» lo interrompo, rilasciando una risata amara. «Sai, se mi avessero chiesto quale fosse la persona che ero sicura mi avrebbe sempre protetta avrei fatto il tuo nome, senza ombra di dubbio» confesso e dai suoi occhi percepisco la sua tristezza, ma ora è troppo tardi. «Mi fidavo di te ed invece sei stato il primo a spezzarmi il cuore»

«E tu sei stata la prima a spezzarlo a me» asserisce, quasi come una ripicca.

«E mi dispiace! Ti ho chiesto scusa tante volte ma non posso farmene una colpa se ho smesso di amarti!» esclamo, quasi esasperata.

A quel punto, Matteo rimane in silenzio. Ho pensato sempre prima a lui e solo ora mi rendo conto dell'errore che ho fatto. Le persone più insospettabili sono quelle da cui diffidare, perché se qualcuno mi avesse detto che lui mi avrebbe mentito con lo scopo di ferirmi, non ci avrei mai creduto.
Lo avrei difeso a spada tratta.
Contro tutti.
Molto probabilmente anche contrò Nicolò.

«L'ho scoperto da un messaggio sai?» parla ad un certo punto,  attirando la mia attenzione «Nico aveva lasciato il telefono sul tavolo e gli è arrivato un tuo messaggio, dove gli dicevi che sentivi la sua mancanza e che avevi voglia di vederlo» continua, non guardandomi. Ricordo perfettamente quel messaggio e risale al giorno dopo la partita contro il Galles, dunque lui lo sapeva da tanto tempo ed è riuscito a tenerlo nascosto. «È stato strano...» sussurra «Il mio vicino di stanza, nonché grande amico, si scopava la mia ex di cui sono ancora innamorato» spiega ed in quel momento, deglutisco a vuoto. «Vedevo il modo in cui lo guardavi e ha fatto male perché fino all'anno scorso guardami me in quel modo»

«Questo però non ti doveva dare il diritto di dire determinate cose» ribatto, sentendomi troppo arrabbiata per poter provare pena per le sue parole. Non è stato il fatto che mi abbia detto una bugia, ma che quella menzogna fosse mirata al farmi stare male.

«Lo so...» sussurra.

A quel punto io annuisco. Va bene così. «Per me il discorso può concludersi qui» dico, forse fin troppo fredda. Dopodiché mi volto, pronta ad andarmene ma la sua voce mi ferma.

«Pensi che ora lui ti perdonerà?» domanda mentre io rimango ferma, dandogli le spalle.

So perfettamente che questo che sta parlando non è il vero Matteo ma un ragazzo ferito ed innamorato della persona sbagliata, eppure questa sua cattiveria nella voce fa comunque male.

«Non lo so» dico sinceramente «Magari l'ho perso per sempre, ma tu hai perso me»

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Chiedo scusa in anticipo per questo capitolo un po' orribile ma era la terza volta che lo riscrivevo e questo è il massimo che la mia testa è riuscita produrre ahaha
Alla fine però è un altro capitolo di passaggio, giusto per chiarire la situazione...
Alice ha affrontato Matteo, cosa pensate succederà ora?

Io comunque ci tenevo davvero tanto a ringraziarvi perché mi state mostrando un sostegno incredibile ed io non potrei che esserne più felice. Mi fa piacere vedere che quello che scrivo vi piace e vorrei davvero ringraziarvi tutti perché siete meravigliosi. I vostri commenti spesso mi strappano un sorriso e non credo ci sia cosa più bella per me che amo scrivere.
Grazie ancora❤️

𝗣𝗮𝗿𝗹𝗮𝗺𝗶 ||𝐍𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨' 𝐁𝐚𝐫𝐞𝐥𝐥𝐚||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora