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𝒍𝒂 𝒗𝒊𝒆 𝒆𝒏 𝒓𝒐𝒔𝒆 ~ 𝐿𝑜𝑢𝑖𝑠 𝐴𝑟𝑚𝑠𝑡𝑟𝑜𝑛𝑔
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Levi non seppe dire quando se ne accorse. Non ne aveva idea. Sapeva solo che, un giorno d'inverno come tanti altri, eravate andati a fare un giro per la città, com'eravate sempre soliti fare. Dietro una vetrina avevi visto una decorazione natalizia che ti aveva fatto illuminare gli occhi, talmente te n'eri innamorata. Era un semplice addobbo in vetro trasparente a forma di angelo, alto all'incirca cinque centimetri o poco più, che però ti imposi di comprare a tutti i costi. I soldi non ti bastavano e così Levi decise di pagarti la metà mancante.

«Non era proprio così che immaginavo di farti questo regalo, ma va bene lo stesso.»

Levi non capì, ma tu gli diedi quel piccolo angelo in vetro dicendo che era il suo regalo di natale, ma che per quello di compleanno sarebbe stata una sorpresa e avrebbe dovuto aspettare ancora un po'.

«Ma non lo volevi tu?»

«Appena l'ho visto ho pensato a te. Sei il mio angelo custode Levi, e voglio che tu te lo ricordi sempre.» Gli dicesti con dolcezza e giovialità, volgendo i lati delle labbra in un piccolo sorriso.

No, Levi non seppe proprio dire perché in quel momento. Perché tu. Ma quando ti vide sorridere dopo avergli regalato quel semplice angioletto in vetro trasparente, sentì un battito del suo cuore mancare. Fu questo il primo segnale di cui Levi fu consapevole, seguito poi da altri momenti simili e che col tempo gli fecero accorgere di essersi innamorato di te.

Non voleva ammetterlo a se stesso, cocciuto com'era, ma più passava il tempo e più si trovava a fronteggiare quel suo sentimento, che via via cresceva e che diventava impossibile ignorare; e cresceva accompagnato da tanti piccoli gesti, sguardi e parole. Un altro piccolo sorriso, una risata, un abbraccio che Levi faticava a ricambiare; persino quando piangevi e Levi doveva asciugarti il viso ti trovava bellissima e sentiva il proprio cuore battere come un tamburo nella cassa toracica. Quando lo prendevi per mano si doveva imporre di restare composto, di non far trasparire alcuna emozione, ma col tempo diventava sempre più difficile. Dannazione, era così difficile nascondere un sentimento che giorno dopo giorno diventava sempre più forte, sempre più profondo...
Levi si ripeteva che tra non molto sarebbe certamente impazzito. Anche solo starti vicino gli provocava una strana sensazione, che non riusciva più ad ignorare. Forse erano le classiche "farfalle nello stomaco", si chiedeva. Ma come farle sparire? In certi momenti avrebbe proprio voluto ucciderle, quelle maledette farfalle. Per esempio quella notte in cui aveva dormito da te. Avevate passato la serata a guardare film su film, finché non ti eri addormentata sul divano e la tua testa era crollata sulle sue cosce. Levi osservò il tuo volto, illuminato dalla sola luce della TV, e percepì con chiarezza tutte quelle farfalle danzare nel suo stomaco, in completa libertà e frenesia. Oppure quella giornata al luna park: come poteva dimenticare quel giorno Levi, che contro la sua volontà l'avevi trascinato al festival della città e lì avevate passato l'intera giornata, dalla mattina alla sera, a provare tutte le attrazioni, tutti i divertimenti e tutti i cibi spazzatura che potevate trovare. A sera inoltrata eravate saliti sulla ruota panoramica, tu con sottobraccio un peluche che Levi ti aveva vinto al tiro al bersaglio e nell'altra mano un bastoncino di zucchero filato alla fragola.

«Prendi un po' di zucchero filato.»

«Ti ho detto che non lo voglio, non mi piace.»

Sbuffasti e, già sulla ruota che girava, ti posasti il peluche tra le cosce e staccasti un batuffolo di zucchero filato portandolo alle labbra di Levi.

«Mangialo prima che te lo spiaccichi in faccia.» Lo minacciasti, e Levi sapeva bene che ne saresti stata capace.

Imbronciato, infastidito, ma segretamente imbarazzato, aprì di poco la bocca e addentò quella dolce nuvoletta rosa.

«Vedi? Con te ci vuole sempre il pugno di ferro.» Ridevi divertita, finché entrambi non vedeste una scia salire in cielo ed esplodere in mille luci colorate, spargendosi tra le stelle e illuminando il buio sopra le vostre teste.

«Sono iniziati i fuochi d'artificio!» Sorridevi, meravigliata da tutte quelle luci.

Eravate arrivati in cima alla ruota e Levi si girò a guardarti. Solitamente nei film romantici è quello il momento decisivo, quello in cui lui decide di baciarla e concludere così la storia, con un lieto fine per tutti.

«Sono bellissimi, non è vero?»

Levi guardò il tuo profilo ancora per poco, prima di distogliere lo sguardo e concentrarsi anche lui sui fuochi.

«Sì, lo sono.»

Non poteva baciarti, si ripeteva. Non poteva per due importanti ragioni.

La prima era che Levi era cresciuto insieme a te. Avevate quattro anni quando Levi con sua madre si era trasferito e ti aveva incontrata per la prima volta. Eravate vicini di casa e da che ne aveva memoria Levi aveva passato la sua intera infanzia insieme a te, vi eravate visti crescere a vicenda, avevate frequentato l'asilo e le elementari fianco a fianco e avevate dormito nello stesso letto e persino fatto il bagno insieme; Dio solo sa quante altre cose avevate fatto, insieme tu e lui. Quindi come poteva Levi, dopo tutti quegli anni, dirti che si era innamorato di te? Tu stessa lo conoscevi meglio di chiunque altro: Levi Ackerman non era un ragazzo che lasciava spazio ai sentimenti e non dimostrava quasi mai il suo affetto. Nemmeno con te, che però sembravi abituata a tutto ciò. Esattamente, lo conoscevi e sapevi che da Levi non ci si poteva aspettare molto, specialmente per quanto riguardava sentimenti di natura amorosa.
Ma ora Levi si era innamorato di te. E le cose erano cambiate. Era uno strazio per lui starti vicino senza poterti dimostrare il suo così profondo affetto, abbracciandoti di sua spontanea volontà o addirittura baciandoti. Dopo anni e anni di amicizia, come avresti potuto reagire? Cosa avresti detto? Levi non poteva rischiare in alcun modo che ti allontanassi. Preferiva di gran lunga tener nascosto tutto quanto e poterti stare vicino sempre e comunque, pur di non vederti andar via.

La seconda ragione, al contrario, era molto più semplice ma al contempo molto più dolorosa.

Levi era innamorato pazzo di te, ma tu avevi occhi solo per la tua migliore amica, e lui non poteva fare nulla per impedirlo. Non poteva rimediare al dolore che provava nel sapere che i tuoi sentimenti non erano corrisposti, e che non avrebbero mai potuto esserlo in alcun modo.

𝐋𝐚 𝐯𝐢𝐞 𝐞𝐧 𝐫𝐨𝐬𝐞 «Levi Ackerman»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora