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𝒔𝒚𝒎𝒑𝒉𝒐𝒏𝒊𝒂 𝑰𝑿 ~ 𝑐𝑢𝑟𝑟𝑒𝑛𝑡 𝑗𝑜𝑦𝑠
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Quell'ottobre fu per Levi un mese strano e insolito. Dopo il vostro incontro quell'estate, tre mesi prima, non eravate più riusciti a rivedervi; Levi era impegnato con il lavoro, mentre tu eri invischiata in qualche impegno di cui lui era all'oscuro. Avrebbe voluto farti qualche domanda, ma arrivò alla conclusione che, forse, ti avrebbe dato fastidio la sua insistenza, e dunque rimase per le sue fino ad oggi.
Sentiva una strana sensazione, come se qualcosa stesse per accadere. Qualcosa di importante. E questo sentimento perdurò nell'intero mese autunnale, accompagnato dagli irritanti sbalzi climatici e dalle serate passate in fredda solitudine.

Quel sabato di fine mese Levi era in casa, come ogni fine settimana. Seduto al tavolo da pranzo sorseggiava al posto del suo solito tè caldo una tisana al cardamomo e finocchio, consigliata proprio da te non molto tempo prima. Col mento poggiato sul palmo della mano di tanto in tanto si girava a guardare fuori dalla finestra, osservando dal terzo piano la strada e i passanti, in ogni loro piccolo dettaglio. Gli alberi ai lati della strada erano spogli da quasi tutte le loro foglie, e quelle rimaste ormai penzolavano tristi e tremolanti al suono del vento. Una signora sul marciapiede portava a spasso il suo Golden Retriever stringendosi nel cappotto, mentre affianco a lei la superava di gran fretta un ragazzo con solo una felpa oversize. Al parco lì accanto, i bambini raccoglievano e formavano dei grandi letti di foglie su cui saltare e giocare, buttandole poi in aria e ricominciando il gioco da capo.

Levi si risvegliò da tutto quello e finita la tisana decise che era il momento di prepararsi e uscire. Quella sera era stato invitato ad una cena da te, ma non sareste stati soli: oltre che la tua ragazza, Eren e Mikasa, ci sarebbero stati un'altra ventina d'invitati.

Qualcuno bussò insistentemente alla porta d'entrata e Levi poté sentire, con malcelata seccatura, la voce sonante della sua vicina di casa.

«Sei pronto? Dobbiamo andare svelto!!»

Oh, e ovviamente c'era anche Hanji.

«Devo ancora finire di prepararmi, idiota.»

«Spero per te che almeno tu ti sia già lavato, perché non mi va di starti ad aspettare a lungo.»

Il corvino non volle risponderle più, ponendo fine al loro scambio di battute attraverso la porta, e non appena si fu vestito con un completo blu scuro prese le chiavi, l'ombrello e uscì. Hanji indossava un tailleur nero elegante

«Ce l'hai fatta!»

Di nuovo, Levi la ignorò e scese le scale a passo sostenuto, lasciando la vicina urlargli alle spalle di aspettarla.

«Potevi anche non aspettarmi e iniziare ad andare.»

«Non mi sembrava educato siccome abitiamo nello stesso palazzo.» Hanji gli sorrise come se niente fosse, con quella sua allegria che la distingueva, e Levi alzò gli occhi al cielo.

Dopo averla convinta a prendere ognuno la sua auto si diressero al ristorante, che distava una ventina di minuti. Non appena arrivarono e Levi scese dalla sua auto, sollevò il capo e guardò il cielo incupirsi sempre più.

«Mi sa che stasera farà temporale...» Commentò Hanji raggiungendolo, ma Levi si limitò ad un monotono «mh» ed entrò al ristorante precedendola. «Meno male che almeno tu hai preso l'ombrello!»

Non appena diede il tuo nome per il tavolo al maître, quest'ultimo li accompagnò all'interno della sala. Si trattava di un ristorante di lusso in centro città e che dava sul fiume, offrendo ai clienti sul terrazzo una vista stupenda. Avevi sempre sognato di cenare in quel posto, e Levi era felice che finalmente ci fossi riuscita.

𝐋𝐚 𝐯𝐢𝐞 𝐞𝐧 𝐫𝐨𝐬𝐞 «Levi Ackerman»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora