Mese 1

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Sanem:
Siamo da poco usciti dall'ospedale dove mia sorella ha appena dato alla luce il suo bellissimo bambino. Mio nipote. Nostro nipote. Siamo zii finalmente... e non solo...
Mi giro verso Can che sta guidando concentrato mentre con una mano stringe la mia. Quel pensiero mi torna in mente in un secondo, e quando realizzo che anche noi presto vivremo la stessa situazione il mio cuore ha un battito in più. Lo guardo attentamente e senza dire una parole i miei occhi diventano lucidi dall'emozione, così istintivamente la mia mano libera tocca la mia pancia. Non riesco ancora a crederci che tutto questo sta davvero succedendo...
"Tutto bene, amore?"
La sua voce mi riporta alla realtà così lo guardo e gli sorrido dolcemente.
"Tutto bene amore..."
"A cosa stai pensando?"
"A Leyla... ed Emre... ed il piccolo Serkan..."
"È stato un bellissimo gesto quello di dare al piccolo un nome con la tua stessa iniziale per la sorpresa che gli abbiamo appena rivelato..."
"Già..." ci penso un po' su, ed effettivamente è vero. Non me lo sarei mai aspettato, anche perché non mi sarei nemmeno mai aspettata il fatto che non avessero già pensato a un nome. Solo io ai miei ci penso già da due anni?! Però, lo ammetto, quel gesto mi ha fatto piangere come una bambina. E poi, si insomma parliamoci chiaro, gli ormoni non mi aiutano nemmeno un po'...
Mi giro di nuovo verso Can e decido quindi di precisare qualcosa che forse lui non ha colto ancora molto "Bè, comunque se ti può consolare credo sia giusto sai?" Gli dico stuzzicandolo un po'. "Quel bambino è già un maschio, e questo gioca a tuo favore. E poi è molto simile a te! Lo hai notato? Ma come è possibile?"
Mi guarda con la coda dell'occhio e mi sorride divertito.
"Davvero? Effettivamente sapevo che molto spesso i bambini possono assomigliate anche ai loro zii... io per esempio fisicamente ho ripreso dal mio, mentre Emre è tale e quale a mio padre!"
"Se non fossimo stati due anni in giro per il mondo, forse mi sarei anche preoccupata..."
Scoppiamo a ridere entrambi divertiti quando ad un tratto lui smette di farlo e me lo dice come se in realtà ne avessi davvero bisogno.
"Non potrei mai, lo sai...  adoro tua sorella, è una bellissima donna, ma da quando ti ho incontrata non è mai esistita nessun'altra oltre te... mai!"
"Nessuna?"
"Nessuna!"
"Nemmeno con il pensiero?"
"Mmmh... no!"
"Nemmeno Pollin, o la modella, o Geida, o... come si chiamava quella che faceva finta di amare tanto l'avventura ma in realtà era tale e quale a tutte le altre?!"
"Ah si forse lei..." fa finta di pensarci su "no aspetta, nemmeno lei!"
Gli sorrido emozionata, so che mi sta prendendo in giro, così sento le mie guance diventare rosse. Si, forse si. Forse avevo bisogno di sentirmelo dire. Allora è vero che quando noi donne aspettiamo un bambino perdiamo un po' di fiducia in noi stesse? Oh no... e ora come faccio? Sono solo al primo mese e già ho questi pensieri... ti prego Can, abbi pazienza. Molta, molta pazienza! Sento proprio che ce ne sarà bisogno...

Can:
"Ora siediti e non pensare a niente, va bene?! Penserò a tutto io!"
"Ma se non sai nemmeno cucinarti un piatto di pasta!"
"Disse la regione delle Kofke..."
"Ei... guarda che sono migliorata!"
È vero, ma la ignoro. E l'aiuto a sedersi sul letto, mentre con l'altra mano le tolgo il panno che stava usando per pulire l'interno della nostra barca. Siamo rientrati ad Istambul già da un po', ma ancora non abbiamo avuto il tempo di metterci a cercare la nostra nuova casa. Avevamo pensato inizialmente di tornare alla tenuta, ma ora che la famiglia si sta allargando volevamo un posto tutto per noi.
"Can, Can, Caaaaan!" Si, in realtà non è che la sto aiutando, la sto proprio obbligando!
"Sanem devi stare ferma! Non puoi fare tutto quello che facevi prima..."
"Ah no?" Mi chiede con la sua area isterica, quella che ha sempre quando crede fermamente che io mi stia sbagliando di grosso "e perché mai, sentiamo!"
"Bè, innanzitutto per le tue condizioni..."
"E che condizioni sarebbero?" Continua con il suo interrogatorio. So che mi sta prendendo in giro, ma non voglio assolutamente dargliela vinta. In fin dei conti sto dicendo la verità!
"Sei incinta Sanem!"
"Bravo! Bravo, bravissimo Can! Sono incinta...
Non sto mica morendo!"
Alzo le spalle confuso e aggrotto la fronte esasperato.
"Ma che paragoni mi stai facendo, Sanem? Non le voglio nemmeno sentire certe cose..."
"Can sono incinta, non sono mica malata!"
"Si lo so, ma fa ancora molto caldo e tu non ti puoi affaticare!"
Mi guarda a braccia conserte e dopo aver alzato gli occhi al cielo decide di arrivare ad un piccolo compromesso...
"Facciamo così, io continuo a fare quello che ho sempre fatto con calma e se mi sentirò poco bene smetterò!"
"No... assolutamente no!"
"Ah Can ah!!!! Non sarai così per tutti gli otto mesi rimanenti, non è vero?"
"No, se mi starai ad ascoltare..."
"Mia madre quando era incinta di me si arrampicava sulle scale per rassettare tutta casa, e guai se mio padre le diceva qualcosa!"
Ci penso un po' su e glielo chiedo incuriosito. Non sono mai stato abituato a vedere certe scene. Quando mia madre era incinta di mio fratello Emre io ero ancora troppo piccolo, e quel poco che mi ricordo non sono proprio delle belle scene. Nessun gesto di affetto, non di amore perlomeno. Ma questa ormai è acqua passata...
"E tuo padre che faceva?"
La vedo sorridere da quel ricordo che sicuramente le è stato raccontato.
"La mamma mi dice sempre che la faceva parlare, sfogarsi con le sue lamentele mentre continuava a pulire e arrampicarsi sulla scala per staccare le tende per poi poterle lavare..."
"Quindi vinceva tua madre! Effettivamente, perché mi stupisco così tanto?!"
"No, vincevano entrambi..."
"Entrambi?"
La vedo avvicinarsi a me per poi abbracciarmi e guardarmi con quello sguardo che tanto mi piace avere addosso...
"Lui non si muoveva da sotto la scala e le rispondeva che lei poteva fare tutto quello che voleva, tanto ci sarebbe stato lui a sorreggerla se le fosse successo qualcosa... si vociferava nel quartiere che il negozio per un lungo periodo apriva sempre in ritardo, o chiudeva prima del previsto..."
Le sorrido e la abbraccio ancora più forte, facendo davvero fatica a non andare oltre...
"Ok... va bene..."
"Cosa va bene?" Sa a cosa mi riferisco, ma vuole proprio sentirmelo dire.
"Vorrà dire che mi farai stare ancora una volta più preoccupato del solito ma, se proprio non riesco a fermarti, non ci sono problemi. Lo sai anche tu che ci sono sempre io a proteggerti da ogni cosa, non è vero?"
Mi sorride e le sue guance diventano rosse per l'emozione. Dio, quelle guance...
"Come quella volta che stavo per cadere dalla montagna ad Hava?"
"Come quella volta si..."
"E come quando sbattei la testa a casa di quell'haker?"
"Si..."
"O quando mi persi e cascai nella trappola degli orsi nel bosco?"
"Si, anche come quella volta..."
"E come quando..."
"Aspetta!" La interrompo sarcastico "ti ho salvata davvero tutte queste volte?"
"Eh si..."
"No allora credo proprio di aver già fatto abbastanza..."
"Can!"
La vedo guardarmi sbigottita ed io scoppio a ridere divertito, ma quando i miei occhi incrociano di nuovo i suoi torno subito serio.
"Non credermi, va bene? Perché non potrei mai..."
"Lo so..."
La bacio finalmente e lei me lo lascia fare...
"Perfetto, ora possiamo andare allora!" Si stacca subito da me lasciandomi a bocca aperta e anche tremendamente confuso.
"Dove?"
"A lavoro!"
"Come scusa? E perché dovresti venire a lavoro in questo..." la guarda girarsi verso di me con aria di sfida ed io mi blocco capendo subito dove vuole arrivare. "Ok ho capito, ho afferrato il discorso..."
"Ben detto Capitano!" Urla quindi, felice di quella sua piccola vittoria. "Anzi no, credo che sia arrivato il momento di cambiare soprannome..."
"A me piace il soprannome Capitano..."
"Ma non siamo più in mare aperto, ora abbiamo un altro ruolo da dover interpretare..."
"E quale sarebbe?"
"Cosa ne dici di Eroe? Così, giusto per rimanere in tema..."
"Mi piace Eroe... effettivamente suona bene... e tu?"
"Comandante!" Urla di nuovo facendomi sobbalzare, e imitando con la mano il saluto che il nome richiede.
"Comandante?"
"Sono una donna incinta, ho otto mesi lunghi ancora da affrontare, fammelo almeno credere, no?"
"Già..." e ci incamminiamo così verso la Friki Harika, consapevoli entrambi, ma soprattutto io, che il suo soprannome in realtà è molto più adatto del mio...

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