Sai quello che devi fare, vai e non deludermi

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"Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore?"

-Salmo 27:1

Il vento soffiava forte, passava tra i rami degli alberi e produceva una dolce melodia.
Le foglie verdi e rigogliose tingevano il bosco, segnavano il sentiero che conduceva ad un vecchio paese.
Un paese con poco più di cento abitanti che vivevano di quello che gli dava la terra. C'erano pastori, falegnami e contadini.
Si aiutavano l'uno con l'altro e la domenica si radunavano in chiesa per pregare.
Dio era il loro punto di riferimento.
Chiedevano la sua protezione, avevano paura perché negli ultimi anni si diceva che su quel monte 'Ciamoseira' vivessero le streghe. E gli abitanti temevano per la loro prole.
Quei luoghi della Valle d'Aosta erano maledetti da tempo, streghe e demoni dimoravano in quelle valli.
Secondo una leggenda il diavolo aveva costruito il ponte che legava il paese di Borgo alla città più vicina.
Nessuno andava in città, nessuno abbandonava quel paese, nessuno si recava nei boschi di notte.
Si doveva restare nelle proprie case a pregare.
Tra quei cento abitanti, ce ne erano una decina che avevano un'età inferiore ai vent'anni e speravano di sposarsi con gente del posto.
Nonostante la paura, nessuno lasciava la propria casa e il proprio mestiere.
L'ideale dell'ostrica. Credevano, che se avessero abbandonato il loro scoglio, il mare li avrebbe portati con sé. Avevano paura di affogare.
Così le poche ragazze speravano di sposare il figlio del pastore con più bestiame, o il figlio del falegname con il legno più buono.
Era una continua sfida a chi contrattava il miglior matrimonio.
I ragazzi non erano da meno, speravano di sposare la più bella tra le sei ragazze.
Ma la più bella non era interessata al matrimonio. Anzi, lei voleva lasciare quel luogo.
Lei era diversa da tutti, lo era sempre stata.
Il suo nome era Eden ed era la creatura più bella che ci fosse in quelle vallate.
Aveva da poco compiuto i diciotto anni ed era la figlia di un vecchio contadino vedovo.
Sua moglie era morta di parto e, da allora, l'uomo si era chiuso in se stesso. Era cambiato.
Parlava poco ma pregava tanto.
Il suo unico obiettivo era proteggere la figlia e solo lui sapeva da cosa.
Il suo nome era Alessandro e ad aveva poco più di sessant'anni.
Era un uomo alto e dal fisico robusto, i capelli brizzolati un tempo erano castano dorato mentre gli occhi erano marroni e colmi di tristezza.
Aveva la barba e mani callose. Era un uomo semplice e timoroso di Dio.
Amava il suo orto e sua figlia Eden. Nonostante fosse scorbutico con gli altri abitanti del villaggio, era una persona buona ma ferita dalla vita.
Il suo matrimonio con la madre della figlia, fu un matrimonio di convenienza. Tipico dell'epoca.
I due avevano vent'anni di differenza ed erano opposti.
Lui riservato e laborioso, lei estroversa e curiosa. Sognava il vero amore, voleva scoprire il mondo ed essere libera.
Una ragazzina che soffriva di bovarismo.
La coppia ebbe problemi ad avere figli, ci provarono tanto.
Poi, una notte, nacque Eden ma la giovane madre perse la vita.
Eden non conobbe mai la genitrice e suo padre era restio nel raccontare di lei.
La conosceva tramite le dicerie delle donne di paese.
Si rispecchiava molto in sua madre. Entrambe volevano scappare da quel luogo e vivere secondo la loro volontà.
Aveva i suoi stessi capelli biondi e ricci, il viso ovale e il sorriso dolce e innocente di gioventù.
Eden aveva gli occhi grandi e verdi. Non si sapeva da chi li avesse ereditati ma poco importava.
In molti volevano sposarla ma lei e suo padre erano contrari.
"Sarà una vecchia zitella" commentavano le vecchie del paese.
Ma Eden non le ascoltava.
Voleva stare con suo padre e questo le bastava per essere felice.
"Non voglio dei figli, mia madre è morta di parto a vent'anni a causa mia.
I sensi di colpa mi distruggono, la notte non ci dormo e non vorrei mai che i miei figli provassero tale dolore" aveva rivelato Eden alla sua migliore amica.
Il suo nome era Alice, la figlia di un pastore.
Aveva i capelli biondo ramato e gli occhi azzurri.
Condivideva gli stessi ideali di Eden, ma voleva sposarsi per rispettare la volontà dei suoi genitori e il suo ruolo di donna.
Alice era l'unica amica di Eden e l'unica che la conoscesse davvero.
Ascoltava sempre quel cuore solo e tormentato.
Nemmeno il vecchio Alessandro sapeva quanto sua figlia soffrisse per la morte della madre.
Una colpa che non aveva, una colpa che gli altri le attribuivano.
Eden si sentiva spesso sola.
Ogni tanto suo padre partiva per giorni.
"Vado a pregare per la tua anima" le diceva.
Ma la figlia non gli credeva.
Perché pregare per la sua anima?! Era dannata?! Perché non farlo in chiesa?!
Suo padre non le parlava molto.
Non c'era quasi mai. O coltivava l'orto o pregava.
"Non farci caso, finché torna a casa va tutto bene" la consolò Alice.
Eden annuì leggermente.
Si trovavano fuori dal villaggio, nella vallata lì vicino a fissare le altre montagne.
"Finché non mi abbandona" ripeté.
Alice le poggiò una mano sulla spalla e le sorrise debolmente.
Una donna, in lontananza, le osservava attentamente.
Il suo sguardo, privo di emozioni, era fermo sulla figura di Eden.
Ammirava la sua bellezza e rideva la sua magrezza. Eden era alta e magra, molto magra.
La vecchia donna e gli abitanti del villaggio, pensavano che fosse per scarso nutrimento ma era semplicemente costituzione.
"Morirai di fame o morirai per mano mia?" Le domandò senza che la ragazza potesse sentirla.
Rise alla sua battuta e sparì dietro agli alberi.
Sul suo braccio, velato da un vestito nero, si posò un corvo.
"Ci siamo quasi. Lei è il nostro bersaglio" disse indicando la ragazza.
"Sai quello che devi fare, vai e non deludermi" gli ordinò la donna alzando il braccio per far prendere il volo al corvo.

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