"La paura degli uomini è una trappola, ma chi confida nel Signore è al sicuro."
-Proverbi 29:25
Negli occhi scuri del parroco si rifletteva l'esile figura di Eden.
La ragazza doveva aver corso, lo capiva dal fiatone.
Il capo era chino e lo sguardo perso.
Sembrava che stesse scappando da qualcosa, o meglio da qualcuno.
Don Filippo la fissava severamente.
Dentro di sé c'era un conflitto tra il suo senso del dovere e la sua compassione.
Era amareggiato per il futuro di quella creatura innocente.
L'aveva vista nascere, crescere, piangere per la madre morta, per un padre assente.
Conosceva il suo dolore e la sua solitudine.
Avrebbe voluto aiutarla, stringerla a sé e dirle che sarebbe andato tutto bene.
Ma non poteva farlo, non poteva dire il falso.
Lui aveva fatto voto al Signore, aveva deciso di dedicare tutta la sua vita alla predicazione della parola di Dio.
Doveva rispettare i comandamenti, seguire la volontà dell'Altissimo.
Aveva il dovere di combattere il male e proteggere gli altri fedeli.
Non poteva schierarsi dalla parte del male.
Aveva una missione.
"Abbi pietà di lei Padre mio" disse osservando la ragazza che tornava a casa.
Si fece il segno della croce e baciò la croce di legno che portava al collo.
Nel frattempo Eden si diresse verso casa.
Camminava a testa bassa per l'imbarazzo.
Quello era stato il suo primo bacio.
Incredula si portò una mano sulle labbra.
Mai avrebbe pensato di baciare un ragazzo.
L'amore, il matrimonio e i ragazzi non erano mai stati suoi pensieri.
Vedeva il matrimonio come una gabbia, non credeva nell'amore o almeno nei matrimoni tra due innamorati.
Il matrimonio era più una convenzione sociale.
Questo era ciò che la distingueva da sua madre.
Lei aveva sempre sognato il vero amore, un matrimonio che la rendesse felice.
Mentre Eden desiderava la sua libertà, essere indipendente.
Per lei amare significa dipendere da qualcuno.
Ma da quando aveva visto Elijah per la prima volta, qualcosa di estraneo era nato in lei.
Una strana sensazione, un forte calore le aveva percorso il corpo.
Da quel momento aveva desiderato di passare ogni istante con quel ragazzo misterioso.
La notte, dopo il giorno che lo aveva conosciuto, aveva sognato le sue labbra, le sue mani che sfioravano la sua pelle nuda.
E anche in quel momento lo stava sognando ad occhi aperti, lo desiderava.
A quei pensieri la ragazza scosse il capo.
Non doveva pensare a quelle cose.
Non poteva.
Lei presto sarebbe partita come da tempo desiderava.
Lui anche sarebbe andato via, non era di quel posto.
Lui girava il mondo e presto l'avrebbe lasciata.
Non era amore, solo curiosità verso un ragazzo mai visto prima, diverso da ciò a cui era abituata.
"Tutto bene tesoro?" Le chiese suo padre.
"Ehm" Eden alzò il capo e vide suo padre che la fissava preoccupato.
Il viso era bagnato dal sudore così come i vestiti.
Stava raccogliendo i primi pomodori coltivati nel loro piccolo orto.
La ragazza annuì.
"Sì...io stavo solo pensando" disse con poca voce.
Era assente.
"Sei strana" disse il padre.
"Lo so, è quello che pensano di me tutti gli abitanti del villaggio" rispose.
L'uomo accennò un sorriso.
"Non mi riferivo a quello. Sicura che vada tutto bene? È successo qualcosa?" Continuò a domandare.
Eden scosse il capo.
"Tranquillo papà, dammi cinque minuti e poi vengo ad aiutarti" lo tranquillizzò per poi dirigersi nel retro della casa dove era situato il bagno.
Nel frattempo Alice si trovava con i suoi genitori e i genitori del suo futuro sposo nella piccola cappella del villaggio.
I quattro adulti discutevano con Don Filippo per la celebrazione delle nozze.
Alice era l'unica figlia che avevano. Ma nonostante la povertà e la semplicità a cui erano abituati, volevano organizzare qualcosa di bello per la loro figlia.
Una cerimonia semplice ma che avrebbe ricordato con piacere.
Volevano invitare tutto il villaggio e organizzare un banchetto nel cortile che circondava la chiesa.
"Come ha reagito Eden quando ha scoperto del vostro fidanzamento?" Domandò Don Filippo ad Erik.
"Beh...ecco" disse Erik abbassando il capo.
"Non glielo abbiamo detto" sussurrò.
I genitori del ragazzo iniziarono a ridere.
Poi sua madre si mise una mano davanti alla bocca e chiese scusa.
"Cosa ci importa del parere di quella ragazza?" Domandò il padre di Erik.
"Vero" concordò il padre di Alice.
"Quella ragazza è così strana. Non vuole sposarsi" disse la madre di Alice scoppiando a ridere.
"E che ambizioni ha?! Diventare zitella?!" La derise la madre di Erik.
Don Filippo rimase in silenzio.
Per un attimo guardò Erik che aveva lo sguardo fisso a terra, poi spostò la sua attenzione su Alice che fissava il futuro marito.
Alice non aveva prestato attenzione ai commenti sulla sua migliore amica.
La sua attenzione era riposta negli atteggiamenti del ragazzo dai capelli biondi.
Senza dir nulla, strinse le mani in pugni mentre la rabbia si impossessò di lei.
Tutto quel rancore si perse nell'aria e la leggera brezza estiva lo portò sino alla casa di Beatrice.
La donna percepì il malessere della ragazza dai capelli ramati e sorrise.
"Anche tu vuoi darmi una mano Alice?! Beh ti ringrazio" disse tra una risata e un'altra.
Anche Elijah percepì quella sensazione e nella sua mente riapparve l'emozione provata quando aveva baciato Eden.
Per un momento quella sensazione fu più forte della sua natura di demone, e provò pietà per la ragazza.
Ormai aveva capito quale fosse il piano della strega e, non volendo, eventi esterni erano favorevoli a lei e non ad Eden.
Il demone minore spostò lo sguardo sull'altro demone dai capelli biondi.
Era seduto su una sedia e fissava fuori dalla finestra.
Lui ricopriva un rango più alto all'inferno.
Era conosciuto e temuto da tutti gli altri demoni.
Era al pari di Lucifero, lavoravano a stretto contatto.
Era potente.
Elijah lo conosceva poco, non sapeva cosa ne pensava di tutta quella situazione.
L'unica cosa che sapeva con certezza era che quel Re era vendicativo e sicuramente non si sarebbe tirato indietro.
Anche perché aveva stretto un patto con Beatrice, doveva farlo per forza e avrebbe usato tutta la sua cattiveria.
Lui aveva amato davvero la madre di Eden e in nome di quel sentimento, percepito diversamente da loro, avrebbe fatto del male ad Eden.
Anche lui aveva un patto con la strega, lui anche avrebbe ferito la ragazza anche se lui più psicologicamente che fisicamente.
Solo in quell'istante Elijah comprese cosa spettava alla ragazza, tutto il dolore che avrebbe provato.
Ma ciò che lo fece arrabbiare, fu il fatto che lui non ci avrebbe guadagnato nulla.
"Rimpiangerai il giorno in cui sei nata" disse con lieve dispiacere.
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La Voce Del Demone
Horror"Usciti costoro, gli presentarono un muto indemoniato. Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera...