Non è colpa tua

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"Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quanti lo temono."

-Salmo 103:13

La mente di Azazel si riempì di vecchi ricordi sfocati.
Due grandi occhi azzurri vispi, dei capelli biondi che si spargevano nell'aria e un sorriso pieno di dolcezza.
Ricordava il calore di quel corpo minuto mentre si univa al suo in una piccola casa ai margini del villaggio.
Nel silenzio della notte commettevano senza rimorsi il più grande dei peccati.
Era arrivato in quel villaggio sconosciuto e isolato dal resto del mondo perché una strega lo aveva evocato.
"Cosa vuoi da me donna?" Gli aveva domandato quando era apparso per la prima volta in quella casa fredda e vuota.
Beatrice era rimasta colpita da quel corpo imponente ricoperto da una veste bianca. Il viso era severo ma non oscurava quella bellezza eterea.
I grandi occhi verdi la fissavano con disprezzo mentre i capelli biondi erano sciolti e ricadevano sulle spalle larghe. Ma ciò che più la sorprese furono quelle grandi ali ricoperte da piume nere.
"Insegnami la magia" gli chiese.
E il demone esaudì quella sua richiesta a patto che la donna iniziasse a venerare il demonio.
Passò molto tempo in quel villaggio noioso ma un giorno qualcosa spezzò la monotonia.
Una giovane ragazza triste attirò la sua attenzione.
La vide a casa di Beatrice, le stava chiedendo aiuto. Desiderava ardentemente un figlio.
Azazel non aveva mai visto nessuno di così disperato e innocente allo stesso tempo.
Quell'anima pura doveva essere sua.
Non fu difficile avvicinarla, la ragazza stava spesso sola e quando vide quell'uomo misterioso ne rimase colpita.
Lui percepiva i suoi sentimenti, le sue paure e non fu difficile farla innamorare di lui.
Ma quell'incantesimo gli si rivolse contro.
Anche lui si innamorò.
Non aveva mai capito il perché ma apprezzava la compagnia di Vittoria.
In lei ci rivide se stesso, quello che era un tempo: un angelo.
Non ci misero molto ad unirsi non solo nei sentimenti ma anche nei corpi.
Il piacere del sesso dava sollievo ai tormenti del demone.
Mentre il loro amore cresceva, cresceva anche l'odio di Beatrice e il disprezzo di Alessandro.
Azazel sapeva che la strega lo amava ma era un amore malato e non ricambiato.
Il marito di Vittoria aveva scoperto della relazione extraconiugale della moglie ed era diventato sempre più severo e violento.
"Andiamo via" gli aveva proposto la sua amante con gli occhi pieni di lacrime.
La ragazza aveva ragione.
Era ora di andare via, lui doveva andare via.
Non poteva rimanere per molto, era un re dell'inferno e aveva dei doveri.
Gli altri demoni avevano notato la sua assenza. Non poteva permettere loro di scoprire la sua relazione con un'umana.
L'avrebbero uccisa.
Doveva proteggerla anche da Beatrice e sua marito. Andarsene era l'unica soluzione.
"Tornerò presto" le aveva promesso.
Ma Azazel non mantenne mai quella promessa ma ricordava le lacrime che rigavano il volto della ragazza quando lui se ne andò.
L'aveva lasciata sola, abbandonata.
Nove mesi dopo percepì la morte di Vittoria a causa del parto di sua figlia.
Il demone precipitò nel vuoto che aveva dentro.
A quel punto tornare non avrebbe avuto senso.
Continuò la sua esistenza con i ricordi di quell'amore breve ma intenso.
L'anima di Vittoria non era all'inferno nonostante avesse giaciuto con un demone.
Azazel non se ne capacitava.
Perché Dio l'aveva perdonata?!
Diciotto anni dopo sentì il dovere di tornare, una maledizione lanciata da Beatrice richiedeva il suo operato.
In cambio lui avrebbe ottenuto l'anima si Eden, la figlia di Vittoria.
Azazel, all'inizio non ne era convinto, ma quel villaggio gli fece tornare alla mente ricordi lontani.
Quella bastarda aveva ucciso sua madre, gliela aveva portata via. Doveva pagare.
Aveva un'anima ancora più pura di quella di Vittoria, Azazel avrebbe guadagnato sia un'anima sia vendetta.
Ma poi Elijah gli fece quella rivelazione.
"Eden è tua figlia".
E nel profondo percepì la realtà e la vera natura di quella creatura.
Lei era il frutto del suo amore con Vittoria.
Azazel uscì da quel corpo che cadde a terra in preda agli spasmi.
Elijah e Alessandro corsero da Eden.
"Eden" la chiamò Elijah mentre strinse quel corpo magro tra le sue braccia.
"Figlia mia rispondi" disse Alessandro tra le lacrime.
Eden tremava.
I suoi occhi si riempirono di lacrime.
Azazel era suo padre.
Il demone si avvicinò piano e posò una mano sulla sua guancia.
La fissò incredulo.
Lui aveva una figlia, era un padre.
Ma com'era possibile?!
Perché Dio aveva permesso questo?!
Lui c'era stato ai tempi dei Nephilim, i giganti figli di angeli ribelli e donne umane.
Erano malvagi e da allora Dio aveva impedito la nascita di creature per metà angeliche.
Ma quella volta aveva fatto un'eccezione.
Eden, però, non era cattiva. Anzi.
"Resisti" le disse Azazel.
Eden spostò lo sguardo su suo padre.
"Presto starai meglio" le promise.
"Dobbiamo portarla via di qui, sta morendo di freddo" disse Elijah.
Alessandro ed Azazel annuirono.
"Andiamo a casa" disse Alessandro.
Ma Eden afferrò il braccio di Azazel, il demone la guardò mentre strinse la sua mano.
"Mi dispiace" disse tra le lacrime.
Azazel aveva capito che si riferiva a sua madre.
"Non è colpa tua" le disse.
Eden sorrise per un'ultima volta.
Poi chiuse i grandi occhi verdi e sprofondò in un sonno eterno.
"No, no" urlò Alessandro dando dei colpi sul viso della figlia.
"Eden rispondi" urlò per poi scoppiare in lacrime mentre stringeva quel corpo freddo.
Azazel ed Elijah non dissero nulla, rimasero nel silenzio del loro dolore.
Elijah abbassò lo sguardo, non era riuscito a proteggere chi amava.
Azazel rimase senza parole, aveva ucciso sua figlia. Aveva ucciso chi doveva proteggere.
Vittoria non lo avrebbe mai perdonato.
Beatrice a quella visione rise di gusto, una risata isterica.
"Ciò che c'è stato non ci sarà più, ciò che verrà verrà eliminato da ciò che c'è stato.
Una spirale, un cerchio che si chiuderà dove tutto è partito. Chi non ha colpe pagherà e nessuno potrà salvarla. Ciò che le ha dato la vita, gliela toglierà" recitò la donna.
E in quel momento la maledizione fu chiara a tutti.
Ciò che non c'era più era l'amore di Vittoria e Azazel, quello stesso amore che ha generato ciò che verrà ossia Eden.
Ciò che le aveva dato la vita, gliela aveva anche tolta.
Alla fine aveva pagato Eden per colpe che non aveva, per colpe di un amore mai corrisposto.
Azazel non disse nulla.
La rabbia iniziò a crescere in lui, come aveva fatto a non accorgersi di nulla?!
Aveva permesso a quella donna di fare del male a sua figlia e lui non aveva fatto nulla per impedirlo.
Il cielo stellato fu coperto da nubi e fulmini.
Uno di loro colpì un albero della foresta che prese fuoco.
"Azazel che stai facendo?" domandò Elijah.
Il demone non rispose.
Quella donna, quegli stolti degli abitanti del villaggio avrebbero pagato con la vita il dolore causato ad Eden.
La rabbia di Azazel divampava come le fiamme che bruciavano il monte Ciamoseira.
Gli abitanti del villaggio furono bloccati dalle fiamme che circondavano la foresta.
"Che succede?" urlarono.
"Non fermiamoci, dobbiamo trovare quella puttana" incoraggiò Erik ma nessuno gli diede ascolto.
Erano tutti spaventati.
Le fiamme erano sempre più vicine e un albero cadde addossò ad un uomo, un altro prese fuoco.
Erik si guardò attorno disperato.
Era la fine di Borgo.
Tutto ardeva sotto gli occhi soddisfatti di Azazel.
Alessandro fissava lo spettacolo senza provare emozioni.
Ormai vivere non aveva più senso.

La Voce Del DemoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora