「Capitolo IV」 ✧

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Le scene descritte in questo capitolo potrebbero urtare la sensibilità di alcuni lettori(si parlerà di tentato stupro). All'inizio e alla fine della scena descritta metterò due punti esclamativi(!!), così che chi voglia possa saltarli. Detto ciò, vi auguro una buona lettura♡꙼!

Finito di pranzare sparecchiate e lavate i piatti, per poi andare in camera di Verni.

Appena entrati tu ti butti sul letto, osservando la stanza: era abbastanza grande, con una grande finestra sul lato sinistro, con sotto la scrivania. Sulla parete adiacente facevano capolino letto, stereo e una libreria molto ben fornita, piena di manga, romanzi e fumetti. Davanti al letto, dall'altro lato della stanza, c'era la PlayStation e la TV e, sopra quelli, stava in bella mostra su di una lunga mensola la massiccia collezione di action figure, orgoglio dell'amico.

Hai sempre adorato quella camera, era sempre stata il vostro rifugio segreto: era lì che avevi affrontato la morte di tua nonna e Verni ti aveva consolata, tentando di distrarti in tutti i modi possibili, e aiutandoti in maniera speciale, tipica solo di lui; ed era stato sempre lì che i ruoli si erano scambiati, il giorno della morte della madre di Verni, accaduta in seconda superiore.

Era lì che vi nascondevate quando i tuoi genitori ti dovevano venire a prendere ed era lì che, in terza media, avevate provato a fumare un intero sigaro del padre di Verni, finendo poi per essere duramente rimproverati sia dai tuoi che dai genitori di Verni

Mentre tu eri persa in quei pensieri il tuo amico era rimasto in piedi, lo sguardo fisso sulla finestra, le sopracciglia aggrottate, mordendosi un labbro, rimuginando su un qualche pensiero gravoso. Te ne accorgi e, preoccupata, ti avvicini :"Vern, hey, c'è qualcosa che non va? Guarda che a me puoi dire tutto, lo sai vero?" gli chiedi, poggiandogli una mano sulla spalla; lui gira la testa, guardandoti negli occhi :"Io ti amo Beth. Ti ho sempre amata. E voglio che tu sia mia, mia e di nessun altro: non di quella stronza o di qualcun'altro. Mia. Mia, mia, mia e solo mia." confessa, afferrandoti, con gli occhi scintillanti di un morboso desiderio. Alla vista di quello sguardo smanioso un'emozione mai provata prima con lui ti colpisce forte come un pugno allo stomaco: paura.

Paura in una delle sue forme più pure, assieme al presentimento che quella frase si sarebbe potuta avverare prima del previsto :"Vern, mi dispiace, ma io non potrò mai ricambiarti. Non amo te in primo luogo e non sono attratta dagli uomini; non potrebbe mai funzionare. Mi dispiace, vorrei fosse possibile ma non lo è-" "Non mi importa." (!!) ti dice, interrompendoti, per poi buttarti sul letto e immobilizzarti contro di esso con il suo corpo, bloccando le tue mani sopra la testa con la mano sinistra, mentre la destra comincia a scendere verso il basso, intrufolandosi sotto la felpa, tastando il tuo petto, per poi scendere nuovamente, andando a insinuarsi sotto i tuoi jeans.

Il tuo cuore batte all'impazzata e le lacrime ti serrano la gola, ti dimeni, gridando, implorandolo di fermarsi, di smetterla, di lasciarti, scalciando, tentando di spostare il corpo di Verni da sopra il tuo, ma è troppo pesante: colui che avevi considerato il tuo migliore amico, la tua ancora nei momenti più bui, la persona più vicina a un fratello che tu avessi mai avuto, adesso era sopra di te e stava tentando di stuprarti. (!!).

edera, aquilegia e aloeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora