•sunrise moon•

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Fu lì che ci incontrammo per la prima volta.
Era fine estate, le prime foglie tinte di colori diversi erano già visibili sui rami degli alberi.

L'alba entrava dalla vetrata color oro, illuminando ancora di più il mio letto a baldacchino dalle coperte blu scuro.

Che io vedessi l'alba era un evento più che particolare, soffrivo di insonnia di primo grado:
Per me riuscire a dormire prima delle 3 era qualcosa di impossibile.

Secondo il mio ragionamento, per vedere l'alba, dovevano essere supper giù le 5 o le 6 del mattino.

Ovviamente non riuscii più a riprendere sonno, mi girai, cambiai posizione, arrivai addirittura a mettermi a testa in giù.

Ma nulla, qualcosa disturbava il mio sonno.

Mi ci volle un po prima di capire che da fuori la finestra della mia stanza era possibile assistere ad uno scenario quasi teatrale.

Mi vestii in fretta, il broncio ben evidente sul viso.

Misi una felpa bianca e dei pantaloncini neri, infilai dei calzini che arrivavano fino al polpaccio e delle ciabatte.

Non prestai nemmeno attenzione a l'ora, uscii dalla stanza sbattendo la porta.

Attraversai i lunghi corridoi a passo deciso.
Era strano vederli spogli e privi di vitalità.

Arrivai davanti al grande portone di legno di quercia scura, mi fermai davanti ad esso e presi un bel respiro, per non sembrare troppo stanco o assonnato.

Lo aprii, le occhiaie ancora bene presenti sotto agli occhi mi rigavano il viso.

Tutte le guardie presenti a quell'ora, una dozzina, rivolsero lo sguardo verso la mia figura.

Scesi la lunga scalinata fino a raggiungerli.

Erano posizionati a cerchio, come per nascondere o accerchiare qualcosa.

"Cosa sta succedendo qui" parlai.

"Vostra Maestà... Ci perdoni per il rumore, non volevamo svegliarla..."uno di loro osò parlare.

Quanta insolenza, insomma... Come puoi scusarti per aver svegliato una persona?! Patetico.

Le scuse me le dovrai dopo che ti avrò licenziato, al massimo.

Gli lanciai una occhiataccia, non lo avrei fatto ovviamente... Ma non ero di buon umore quella mattina.

Forse non sapevo che quell'incontro mi avrebbe cambiato la vita.

Feci segno alla guardia di spostarsi, così fece.

Ed è lì che lo vidi...

Tenuto a bada da altre due guardie, un sorrisetto beffardo stampato sul volto.

Poteva avere la mia età, poco più piccolo, forse.

La pelle chiara delineata da dei soffici capelli albini, una ciocca nera, come i suoi occhi neri pece... Spenti.

Portava una maschera a destra della testa, una semplice maschera circolare bianca, rovinata e sporca di sangue quasi fresco, con una faccina triste disegnata sopra.

Non so se fosse quello a renderlo inquietante, o la tranquillità con cui aveva quel sorriso malgrado la situazione.

Mi dava... Fastidio.

Aveva disturbato il mio sonno, era entrato nel mio territorio e soprattutto aveva ancora il coraggio di sorridere?

"Decapitat-"venni interrotto.

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