⠀⠀⠀⠀𖤐 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟏𝟎: 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨

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«Quando sarà?» domandò JHope

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«Quando sarà?» domandò JHope

«Sabato sera» rispose Taehyung «ci sarà una mostra importante a cui parteciperà un sacco di gente che ci farà da copertura»

«Cosa ruberemo?» fu il turno di Jimin chiedere quella volta

«L'obbiettivo principale è questo quadro» spiegò e Namjoon mostrò in contemporanea la foto sul monitor di ultima generazione che avevano davanti «ma, come sempre, più cose riusciamo a racimolare meglio è. Con tutti i soldi che spenderemo per il trasferimento della merce abbiamo bisogno di entrate extra»

«Perfetto» annuì Suga «ci dai i dettagli?»

«Si vi manderò il file»

«Va bene» disse Jimin «ora possiamo andare a scuola Tae? Abbiamo il test di chimica alla prima ora»

L'altro alzò gli occhi al cielo, sbuffando una risata per la duplice personalità che poteva assumere il suo amico con lavoro e la vita quotidiana, e gli fece segno di seguirlo.

«Ci vediamo più tardi ragazzi, ci sarà anche il moccioso con noi»

«Che hai intenzione di fare con lui?» chiese Jin

«Devo tenerlo d'occhio, sono sicuro nasconda qualcosa» spiegò pensando al ragazzino dai capelli blu che sembrava non avere paura di niente «A proposito... Namjoon fa un controllo su di lui, trovami tutto ciò che gli è collegato, qualunque cosa sia, voglio sapere anche quante volte va a cagare»

«Sarà fatto» annuì il nominato

***

Era il secondo giorno che, all'uscita da scuola, i due damerini si facevano trovare accanto alla maestosa limousine nera.

A Jungkook quella situazione stava un po' stretta, si sentiva costantemente osservato e controllato da forze esterne che lo mettevano sotto pressione ma sapeva di non poterci fare nulla e che aveva scelto da sé di cacciarsi in quei casini.

«Ragazzino» lo chiamò Taehyung

«Principino» disse di rimando

Il rosso strinse i denti contrariato ma non rispose e fece cenno al minore di infilarsi nell'auto che si trovava alle spalle sue e del suo migliore amico.

Jungkook entrò dentro ridacchiando per la serietà dei due che lo seguirono subito dopo.

«Che hai da ridere?» chiese Jimin storcendo il naso infastidito

«Mi fanno ridere le vostre finte espressioni minacciose» rispose «sembrate bambini imbronciati più che altro»

I due ragazzi più grandi si guardarono negli occhi, cercando in quelli dell'altro la forza necessaria per evitare di uccidere quel pivello seduta stante.

Taehyung, ancora scuro in volto, ordinò all'autista della limousine di partire per poi voltarsi di nuovo verso il ragazzo dai capelli blu.

«Oggi ti occuperai delle dosi di droga che successivamente dovrai vendere per nostro conto» spiegò il rosso

«Non permetterti di rubare niente, drogato come sei non mi stupirebbe se ti azzardassi ad intascare qualcosa mentre metti le pasticche nelle bustine» sbottò Jimin «sappi che sarai costantemente controllato da qualcuno di noi quindi un solo passo falso e ti ritroverai un buco esattamente al centro della testa»

Jungkook annuì distrattamente, continuando ad osservare ciò che si trovava al di fuori del finestrino dell'auto.

Come gli capitava spesso, la voglia di parlare gli era passata tutta d'un tratto. Il Jungkook sbruffone e irritante era stato spazzato via da quello silenzioso e perso nel suo mondo, come se il mondo intorno a lui si fosse annullato lasciandolo solo.

I due migliori amici presenti con lui in auto si guardarono straniti. Non lo avevano mai visto così calmo e avevano paura che quella fosse la quiete prima della tempesta.

«Improvvisamente hai perso la lingua ragazzino? Il gatto te l'ha mangiata?» domandò a quel punto il rosso

«No principino, ho finito le scorte quindi sono in astinenza» rispose stizzito il più piccolo, interrompendo il vagare chiassoso della sua mente «vuoi darmene tu un po' gratis? ormai lavoro per te, me la merito! E poi, dopo il lavoretto fatto l'altro giorno...» ghignò poi

«Avrei dovuto ucciderti con quel coltello l'altro giorno invece di permetterti di riscuotere il tuo debito con il lavoro» disse irritato Taehyung

La corsa in auto si fermò sono nel momento in cui arrivarono al posto in cui Jungkook era stato portato il giorno precedente.

Ad accoglierli trovarono i soliti quattro ragazzi, nessuno in più e nessuno in meno, che, dopo che ebbero illustrato a Jungkook il da farsi, si misero in disparte a confabulare riguardo piani segreti.

Jungkook passò più di quattro ore a riempire e sigillare bustine di droga, riporle in appositi zaini e consegnarli ai sei che avevano il compito di verificare che il suo lavoro fosse stato svolto nel modo giusto.

Lo riaccompagnarono al vicolo buio solo alle undici di sera, quindi il blu dovette rinunciare al solito riposino prima di dirigersi a lavoro e, invece di andare a casa, decise di andare direttamente lì.

«Dove va?» chiese Hoseok nell'auto, una volta resosi conto che il ragazzino avesse imboccato una strada diversa da quella presa il giorno prima.

Tutti gli altri seguirono con lo sguardo la direzione che il rosso aveva indicato con la mano e V assottigliò lo sguardo.

«Seguilo senza farti notare» disse all'autista premendo il bottone che gli permetteva di comunicare oltre il separè

Fu facile non essere visti, in realtà, considerando che Jungkook si fosse infilato le cuffiette nelle orecchie ed avesse azionato la sua musica ad alto volume, entrando presto nel suo mondo di pensieri ingarbugliati, esattamente come nella palestra in cui non aveva notato che Taehyung fosse entrato ed arrivato accanto a lui.

Fu facile non essere visti, in realtà, considerando che Jungkook si fosse infilato le cuffiette nelle orecchie ed avesse azionato la sua musica ad alto volume, entrando presto nel suo mondo di pensieri ingarbugliati, esattamente come nella palestr...

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