-Signor Bedlam! Signore, guardi!- Un piccolo robot dalla testa da tostapane in giacca e cravatta zampettò tutto felice nell'ufficio del grande capo con alcuni gridolini meccanici che lasciavano trasparire una certa felicità e fierezza. In mano teneva una scatolina e la faceva roteare tra le dita così che il suo padrone la vedesse. Bedlam era già pronto a tirargli una spillatrice addosso, furibondo per quell'intrusione così violenta. Quando vide l'oggetto che portava in dono però, cambiò immediatamente espressione e atteggiamento. Si vide sorridere per la prima volta dopo anni, scattò dalla sua sedia per andargli incontro e strappargli dalle scheletriche mani robotiche quel meraviglioso oggetto. Non era ancora sicuro di cosa fosse esattamente ma sapeva Anthony lo voleva, e questo era già un buon motivo per rubarglielo da sotto il naso. Lo portò verso la scrivania, accese una lampada da tavolo e osservò la scatola sotto la sua luce, girando e scrutando ogni angolo. Poi, lentamente, l'aprì.
-Che momento meraviglioso, signore! E' incredibile!- Continuò il robottino, avvicinandosi per vedere meglio. Mise a fuoco le lenti dei suoi occhietti e rimase stupito a quella vista. -E' normale che sia vuoto?-
Bedlam si limitò a distogliere lo sguardo dalla scatola per posarlo sul tostapane parlante che, oltre ad aver fatto la domanda più stupida che si fosse sentita negli ultimi mesi, aveva anche invaso il suo spazio personale. Lo fissava con uno sguardo a metà tra la rabbia e il disgusto. -No.. NON. LO. E'!- Urlò infine, lanciando l'oggetto in testa al suo sottoposto. -Kora! Trova il contenuto di quella scatola.- Disse mentre l'ologramma si materializzava al suo fianco.
-Cosa dovrei cercare, esattamente?- Chiese Kora, visibilmente irritata dalla richiesta.
-Perché secondo te io lo so!? Analizza i video del furgone e scoprilo!--Non so comunque cosa devo cercare, signore. Posso solo dare un'indicazione del luogo dove è stato perso l'oggetto.- A quella risposta le vene del collo di Bedlam iniziarono a pulsare di rabbia e frustrazione, prese una penna dalla sua scrivania e la lanciò verso il tostapane, mancandolo di poco.
-Crouch! Vieni qui!-
-Sissignore, signor Bedlam! Cosa posso fare per lei?-
-Porta qui la squadra che ha recuperato la consegna.-
-Ah, signore, a dire il vero... Solo uno è tornato. Gli altri due sono stati lasciati indietro a causa della squadra Dojo.- Crouch iniziò a indietreggiare, temendo che il suo padrone volesse tentare un secondo lancio. Bedlam però si mise il volto tra le mani, sospirando profondamente. Fece poi segno con la mano e il robottino corse fuori dall'ufficio; il corriere stava pazientemente aspettando il suo turno nella sala d'attesa; Crouch lo prese per il braccio e lo accompagnò dal suo superiore. Questo si alzò, allungandosi leggermente sotto la scrivania. Mise poi entrambe le mani dietro la schiena e camminò verso il corriere.
-Hai aperto la scatola?- Gli sussurrò, avvicinandosi molto così che potesse sentirlo perfettamente nonostante il grosso casco. Il corriere scosse la testa. -Quindi non sai cosa c'era all'interno...- Di nuovo, scosse la testa. -Sai qual è la punizione per l'incompetenza, vero?- Questa volta, annuì debolmente. Con un ghigno divertito, Bedlam estrasse un coltello e colpì il corriere alla base del collo con un movimento rapido e deciso. Il povero malcapitato non fece alcuna resistenza, non fiatò e attese che il suo capo si girasse per tornare alla scrivania, poi crollò a terra, morto.
-Non era necessario.- Disse Kora, criticando quei metodi così bruschi e insensati. Crouch invece non si era fatto problemi, era già sul corpo intento a controllare per bene ogni tasca, doveva assicurarsi che non avesse tentato di rubare l'oggetto.
-Non ha niente addosso, signore! Solo questo rampino.- Piagnucolò il robot.
-Visto?- Insistette l'ologramma.
-Meglio esserne sicuri.- Sibilò Bedlam, pulendosi le mani e riponendo il coltello in uno scomparto segreto sotto la scrivania. Poi poggiò i gomiti sulla catasta di documenti che coprivano il tavolo e si tenne il volto in mano, come se la sua testa fosse troppo pesante. Lo aiutava a pensare meglio. -Hai qualche idea migliore?- Chiese infine, alzando lo sguardo verso l'ologramma. Kora aveva già in mente alcune ipotesi ma erano calcoli complessi e troppo relativi, per il momento si limitò a fare spallucce.
Intanto Crouch aveva recuperato la scatola. -E se ci fosse un doppiofondo?- Suggerì, portandola al suo padrone.
Bedlam alzò un sopracciglio, sorpreso. -Allora non sei così stupido...- Sussurrò.
-Ah! Grazie, signore!- Interruppe subito il tostapane in tono emozionato. Kora avrebbe voluto rompere quel suo momento di gioia, spiegandogli che era un velato insulto ma non era certa che il processore di Crouch potesse comprendere una cosa del genere.
Bedlam investigò attentamente l'oggetto da ogni angolo ma non c'era nulla di particolare. Chiese anche a Kora di fare una scansione dettagliata che, purtroppo, confermò soltanto i suoi dubbi: non c'era nessun doppiofondo.
-Però...-
-Però cosa?- Scattò Bedlam con gli occhi spalancati.
-La forma della schiuma protettiva all'interno... Non le ricorda nulla?- Indicò Kora. Il grande capo osservò per l'ennesima volta la scatola e, improvvisamente, gli si accese una lampadina. Gli tornò il sorriso, perché adesso sapeva esattamente cosa doveva cercare. Ordinò a Kora di analizzare le registrazioni video del furgone per determinare il luogo esatto dove inviare i suoi scagnozzi e poi, attese.
Dopo qualche minuto di relax, si ricordò del corriere: ancora a sanguinare sul suo pavimento appena pulito.
-Crouch?- Chiamò e subito il robot si avvicinò, felice di aiutare. -Vai a prendere uno straccio.-
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The Courier Game - Un Grande Inizio
ActionProgress City è la città del futuro. Un agglomerato architettonico, un organismo cibernetico in continua espansione. I corrieri correvano per le strade di cemento della vecchia città, combattevano giorno dopo giorno una guerra iniziata da loro ste...