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Erano oramai da mezz'ora sulla 7th avenue, mentre nessuno dei due aveva proliferato parola l'unico rumore percepibile era quello delle ruote bagnate contro l'asfalto.
Louis si girò di lato verso il finestrino, e mentre cercava di disegnare cose immaginarie con il vapore che si era condensato sui vetri, pensava ad un modo di incominciare una conversazione.
Harry teneva lo sguardo dritto sulla strada, non si sconcentrava un attimo.
Qualche volta ticchettava le dita sul volante, ma nulla di più.Louis sbuffò per la terza volta, e così decise di accendere la radio. Appena stese il braccio, un segno di disapprovazione partì dalle labbra di Harry.
"Te lo sconsiglio vivamente" disse mentre continuava a guidare.
"Ma che due palle! Non si può fare niente qui dentro." sbottò Louis con quel poco di sfacciataggine che gli era rimasta.
"Be, non é mica vero potresti tornare a fare quei tuoi disegnini da bambini spastici sul vetro...oppure fare una cosa rilassante e innocua...respirare." commentò con un ghigno che comparve sulle sue labbra.
Quasi quasi si sorprendeva da solo di quanto fosse spiritoso.
"Ah, simpatico. Almeno dimmi perché non vuoi accendere la radio" lo supplicò Louis.
"Lo vuoi proprio sapere? Sto aspettando una chiamata importante."
"Ah e non chiedermi più nulla fino alla fine di questo sperco di tempo" aggiunse.
"Andare a comprare la mia giacca che TU hai distrutto non é uno sprec" venne interrotto da Harry ricordandogli cosa gli aveva appena detto, mentre cercava di parcheggiare il SUV.
***
Ah che bello, era fino all'ottavo cielo perché il settimo era troppo mainstream per Louis.
Aveva finalmente la sua giacca di Prada, e non era presente nemmeno una macchia su di essa. Ma gli mancava una cosa, doveva cambiare i capi di Vuitton."Possiamo andare da Vuitton per favore?" chiese mentre Harry si dirigeva a passi da gigante verso l'uscita.
Ma lui non lo volle ascoltare, in fondo la sua parola l'aveva mantenuta, comprargli una stupida giacca.
E così fece altrettanto Louis, non ascoltò il senso di disapprovazione di Harry e iniziò a dirigersi verso la boutique Vuitton.
Iniziò a provare dei capi: alcuni jeans, delle camice autunno inverno, e alcuni mocassini con pelliccia. Decise di cambiare i capi quando sarebbe dovuto andarsene, per ora la cosa più importante era trovare la giusta camicia invernale da abbinare alla sua nuova giacca di Prada.
"Eh voilà!" disse mentre scostò le tende del camerino facendo alcune piroette su se stesso, pensando di avere un pubblico alle spalle.
Ma forse in fondo, non aveva tutti i torti.
"Clap, clap,clap" fece il moro seduto su una delle poltroncine in pelle.
"Devo ammettere che questa ti dona, ti mette in risalto gli occhi" disse mentre indicava la camicia di lana a quadri blu e nera.
"Grazie.." rispose Louis ancora un po frastornato dal fatto di aver trovato quel certo Zayn a consigliargli i vestiti.
"Mi sa che dovrai prendere quella, ora dovrei andare perché ho un appuntamento, ma é stato bello rincontrarti, potrei magari passare qualche volta da Starbucks. Ciao!" disse quello mentre usciva dalla boutique e si dirigeva verso l'uscita principale.
"Ecco con il rimborso dei vestiti che hai riportato siamo a 55£, vediamo di vedere la camicia e i jeans" disse mentre passava questi ultimi alla cassa.
"Mi dispiace ma il totale é di 200£, togliendo le 55£ si arriva a una differenza di 145£." affermò la commessa.
"E adesso come cazzo faccio?" pensò Louis mentre cercava invano dei soldi nelle tasche."Tenga, prenda questa." disse qualcuno poggiando una carta di credito sul bancone.
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Appuntamento da Starbucks & shopping da Vuitton
Fanfiction[LARRY STYLINSON] Louis Tomlinson, 19enne di Manhattan omosessuale e cameriere da Strabucks. Harry Styles, 25enne di Manhattan egocentrico e senza...