Capitolo 3.

370 27 4
                                    

RICORDATEVI DI COMMENTARE E VOTARE! L'AGGIORNAMENTO DIPENDE DA VOI, LOLITE. Xx

Erano ormai le undici e mezza e El aveva quasi finito il suo turno.

Era stata una mattinata abbastanza calma, sempre i soliti clienti e la stessa routine.

Stava pensando a quel rumore vibrante che poco tempo prima era venuto dal suo stomaco affamato, quando il tintinnio della porta le fece capire che qualcuno in quella rara mattinata soleggiata Londinese era entrato a prendere un frappe.

Harry si andò a sedere senza farsi troppi scrupoli, e senza ordinare nulla. Non che non avesse i soldi, questo poco ma sicuro, ma perché aveva appena fatto colazione con Stacy, una sua "cara" amica.

Intanto in quel lasso di tempo, il locale si era svuotato e a mezzogiorno le uniche persone presenti erano El intenta a riporre i bichierri nella lavastoviglie, e Harry seduto a uno dei tavolini angolari a controllare ogni quarto d'ora l'orologio.

C'era un silenzio tombale così El decise di chiedere qualcosa al tipo che mezz'ora fa era entrato al locale andandosi a sedere in un angolo senza ordinare nulla.

Harry si stava annoiando e sprecare il tempo non era di certo uno dei suoi obiettivi. Per lui tempo é uguale a denaro e lo era sempre stato.

"Ma.." chiesero all'unisono prima di accorgersi di aver entrambi aperto bocca allo stesso momento.

Harry si ricompose " Prima le signore" disse con un cenno del capo.

"Mi sta dando della vecchia?" rispose El ridendo.

Che battuta patetica, pensò Harry.

Quanto si può essere penosi? Pensò lasciando scappare qualche espressione schifata sul volto.

El si sentiva a disagio, sapeva che la sua battuta era risultata inopportuna e poco gradita.

Non sapeva cosa dire, così stette zitta.

In fondo il silenzio era meglio per entrambi.

Harry si giro di nuovo a guardare fuori dalla finestra sul viottolo controllò l'orologio e vendendo che erano le 12:30 passate decise che entro l'una se ne sarebbe andato.

Un dubbio da una vocina che gli ronzava nella parte poco incoerente della sua mente gli disse "E se non lavora qui? E tu hai SBAGLIATO?" scosse la testa, no non poteva essere.

Lui non sbagliava mai, mai.

Ma la vocina ritornò e allora lui facendo un profondo respiro chiese "Un certo Louis lavora qui, giusto?"

Lo chiese quasi per convincere più quella vocina che se stesso.

Louis si alzò ancora un po' assonnato, decise di andare a "preparare" la colazione che consisteva in una tazza di cereali aggiunta agli avanzi della colazione della Frappy. Varcò la soglia del soggiorno, quando due grosse lacrime gli si formarono ai lati degli occhi.

Non ci poteva credere, la sua giacca di Prada era più distrutta che mai.

L'acqua l'aveva completamente rovinata.

Era sull'orlo di piangere così decise di buattarla direttamente dalla finestra per non soffrire più. Cercò di beccare il grosso bidone dell'immondizia, ma lo mancò e la giacca si incastrò nello stendipanni della signora Smithers.

"Ma vattelapijanderculo" imprecò a bassa voce, tornando dentro con la testa.

Finì la sua colazione e dopo essersi fatto la doccia e vestito, uscì di casa con alcuni capi di Vuitton che doveva cambiare perché risultati troppo grandi per la sua taglia smilza.

Era sulla 4th Avenue, e dopo aver aperto la porta ed essere entrato salutò la Frappy che sembrava bianca latte.

"Cosa succede Frappy?" chiese lui mentre riponeva la borsa nell'armadietto e si metteva il grembiule.

Lei sospirò incominciando " Quel tipo..é da circa un ora che é qui, non ha ordinato nulla e quando io ho cercato di fare conversazione mi ha ignorata..che poi ignorata é un eufemismo, mi ha proprio presa per il culo" finì passando un tovagliolo sul bancone.

"Non ci credo" commentò Louis.

Ma quello era Harry. Il pezzo di merda..ehm ragazzo dannatamente sexy che gli aveva rovinato la giacca. Che cazzo ci faceva qui?! Non gli era bastato solo quello che aveva fatto, ma voleva addirittura venire qui per insultare la frappy.

Si diresse nella direzione di Harry, mentre El lo guardava senza capire nulla.

"Ehy, senti. Non so cosa cazzo tu ci faccia qui e non voglio saperlo,ma sappi una sola cosa. Qui si vendono frappe non insulti gratuiti allo STAFF" disse Louis mentre affrontava quelle iridi verdi e enfatizzava la parola staff.

"Ce ne hai messo di tempo, eh" commento l'altro.

"Tranquillo ti perdono, si vede che sei un pivellino" disse Harry con un sorriso beffardo stampato sulle labbra, mentre giocherellava con il portachiavi del suo SUV.

Ma perché diamine stava ridendo? Louis di certo non lo capiva.

"Dai sono già abbastanza fuori con i programmi, andiamo" disse Harry mentre si alzava dalla sedia e si diregeva a lunghi passi verso l'uscita.

Louis non era stato più confuso di così. El non faceva altro che guardare come il terzo in comodo.

"Ti ho detto andiamo" ripeté Harry sulla soglia della porta.

Louis si girò dalla parte di El alzando le spalle. Lei fece un cenno del capo come per dire vai, che al locale ci penso io.

Louis si tolse il grembiule e dopo aver preso la borsa con i capi di Vuitton e salutato la frappy sulla guancia seguì l'uomo che solo ieri era stato la causa della sua notte insonne, per aver rovinato la sua giacca.

Appuntamento da Starbucks & shopping da VuittonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora