Sono seduta nel mio bar preferito di Milano.
Faccio colazione con un cappuccino e una brioche al pistacchio. Adoro questo gusto.

Mi alzo per andare a pagare e noto che in un tavolino nell'angolo a destra del bar c'è un ragazzo che mi sta fissando. Il suo sguardo era ammaliante. I suoi capelli corti e biondi erano inconfondibili e i suoi occhi marroni erano così profondi... Ammetto che l'ho fissato anche io per qualche secondo ma poi mi girai subito per via dell'imbarazzo.

Non ci potevo credere. Quel ragazzo era Nicolò Barella, centrocampista della Nazionale italiana e dell'Inter.
Impossibile che stava guardando proprio me. Insomma,uno come lui.... Avrò avuto le allucinazioni.
***
Esco dal bar e dietro di me sento dei passi veloci. Mi girai di scatto e notai Nicolò proprio dietro di me.
"Hey,ti ho vista prima all'interno del bar... Ho notato che mi guardavi ...." disse lui. Io esitai nella risposta,non sapendo che dire. Scusa,ma..... Eri stato tu a guardarmi per primo,no? Od ero stata io la prima a fissarlo? Ecco che ricomincio con le paranoie. Paranoia è il mio secondo nome. Lui riprese nella parola dicendo : " E non ho potuto farmi scappare l'occasione di conoscere una ragazza come te".
A quelle parole diventai pallida.
Non sapevo nemmeno quali erano le emozioni che avevo provato in quel momento.... Ansia, felicità o paura?
Nel mentre di questo turbine di emozioni,gli risposi: "Ehm..... In realtà ti stavo guardando perché tu mi stavi già fissando".  Salvata in calcio d'angolo.
Lui si mise a ridere e mi disse "Ok sì forse hai ragione.... Comunque, Nicolò piacere."
Era proprio lui. ERA PROPRIO LUI.
Il mio cuore aveva iniziato a palpitare. Ti prego, cuore,non farmi fare brutti scherzi. Non posso diventare tachicardica o avvertire un' ipertensione proprio adesso.
"Piacere,Celeste." gli risposi.
Mi resi conto che dovevo andare all'università. Non dovevo fare tardi, sicuramente Gloria avrebbe fatto prima di me per certo.
Quindi, gli risposi : "Oddio scusa ma sono in ritardo,tra non molto iniziano i corsi dell'Università e non posso fare tardi"
"In che università devi andare?"
"Devo andare al Policlinico"
"Se vuoi ti dò un passaggio"
"Oh.....non posso accettare un passaggio da degli sconosciuti" e con questa affermazione ufficialmente mi fu riconosciuto il titolo di " persona anormale con disfunzioni in ambito sociale"... Però il consiglio della mamma funziona sempre.
"Ah.... Beh se ci conoscessimo,non saremmo più sconosciuti,non trovi?" Mi disse lui.
"Effettivamente hai ragione"
"Dai vieni,ti dò un passaggio". Mi fece l'occhiolino.
Ok,il consiglio della mamma questa volta non ha funzionato.
Gli risposi di sì.
Da questo momento,la mia vita non sarà più come quella di prima.


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