"Le gioie violente hanno violenta fine, e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo, che si consumano al primo bacio."
«Tesoro, forza! È ora di andare.»annunciò mia madre interrompendo la mia lettura.
«Di già?»chiesi interrompendo bruscamente la mia lettura, chiudendo il libro e uscendo così dal mio mondo.Fece un movimento col capo in segno d'assenso e allora mi alzai da quel che rimaneva del mio letto.
Ci saremmo trasferite, dopo un anno dalla sua morte.È stato un anno abbastanza complicato sia per me che per mia madre che anche se faceva finta di essere forte per dar forza a me, la vedevo nel cuore della notte, seduta in cucina avvolta dal silenzio della casa, con alla mano un bicchiere di vino, il capo chinato sull'album di fotografie di famiglia, le lacrime che le rigavano le guance e tanta, tanta, tanta malinconia.
Ha lasciato un vuoto dentro di tutti: me, mia madre, i miei nonni, i suoi colleghi e gli amici.
Ha portato via con se tutto ciò che di felice entrava nelle vite di tutti dal momento in cui lo si conosceva.Penso che abbia portato via qualcosa di più grande a mia madre e a me.
A mia madre l'amore, la forza, un riparo, una spalla su cui piangere, un compagno che aveva giurato -a qualcuno lassù più grande di tutti noi-, di portare al suo fianco finché la morte non li avrebbe divisi, ma arrivati ad una veneranda età, non così presto.
A me ha portato via il mondo, i colori, la felicità, i sorrisi, le braccia calde e forti di un padre, tutto.Feci per l'ultima volta un giro della casa che ci ha visti crescere e maturare per diciassette anni.
Ogni angolo, ogni muro, ogni stanza, tutto, tutto mi ricordava di lui e forse era anche per questo che mia madre decise di cambiare casa.
Non avrebbe retto ancora per molto qui dentro, vedendolo da tutte le parti ma non potendolo più avere.Sospirai, strinsi gli occhi, scossi la testa -come a voler scacciare via qualche bel ricordo malinconico dalla mia mente- e raggiunsi mia madre in auto.
Entrai in auto dopo aver chiuso casa e fu così che ci allontanammo da casa, lasciando tanti bei ricordi di un bel passato lì dentro, tra quelle mura impregnate ancora delle nostre risate, dei nostri pianti e del suo odore.
Sospirai e guardai fuori dal finestrino con gli occhi colmi di lacrime.
Vidi il paesaggio scorrere velocemente, quasi come la pellicola di un film nel proiettore.
Magari è così che scorre la vita, alla stessa velocità di un proiettore, ed è proprio così che noi la vediamo: di sfuggita.«Tesoro, vedrai che Roma ti piacerà tantissimo. Conoscerai nuovi amici, nuovi posti e perché no? Magari troverai anche un ragazzo.»disse mia madre sorridendo mentre ogni tanto mi osservava dallo specchietto retrovisore.
Rabbrividii alla parola "ragazzo", non ne avevo mai avuto uno prima e non ne sentivo la necessità di averne.
Guidò fino ad imboccare l'autostrada, allontanandosi dalla città affollata.
Per un attimo mi balenò in mente uno strano pensiero: mia madre aveva deciso di uccidermi, me lo sentivo.
Risi per questa mio assurdo pensiero e tornai a leggere sotto lo sguardo indagatore di mia madre.«Sai: penso proprio che ti piacerà la nostra nuova casa.»disse la donna alla guida mentre mi osservava dallo specchietto retrovisore con un sorriso appena accennato sulle labbra.
Mi limitai ad accennare solo un piccolo e lieve sorriso.Arrivammo in campagna, un posto immerso nel verde.
Tra gli alberi immensi e sontuosi si poteva scorgere un'abitazione abbastanza carina, la prima di tutte, perché poi vi erano le altre.
Una casa a due piani in mattoni e legno alternati a delle enormi vetrate che contornavano il piano di sopra.
Un giardino immenso abbellito con un divano a dondolo e più avanti un enorme gazebo con un enorme tavolo, il tutto era adornato da piccoli pali della luce.Quel posto era magico, chissà quanti libri avrei potuto leggere qui in tutta tranquillità, pensai.
«Allora? Che ne dici?»chiese curiosa la donna al mio fianco che con un gesto rapido cominciò a scaricare le valigie dall'auto.
Sorrisi incantata e con gli occhi spalancati, rimasi senza parole, la casa era semplicemente magnifica.
«Vedo che ti piace.»iniziò mia madre sorridendo felice, «Bene, adesso porta le tue cose in camera tua e scegli la stanza che preferisci.»terminò sempre con quel sorriso caldo e radioso.
Presi i miei bagagli ed entrai in casa osservando ogni minimo angolo con il massimo dell'attenzione.
Salii al piano di sopra e dopo aver scelto una stanza misi per terra i miei bagagli.
La stanza era da lasciare senza parole: grande il giusto, a ovest un letto matrimoniale che dava l'aria di essere comodo, sulla parete ovest una libreria immensa dove avrei potuto mettere i miei libri, i miei cd e i miei vinili, una scrivania bianca vicina al letto che richiamava i colori della parete sud in stile moderno e poi le paresti nord ed est completamente in vetro, che si affacciavano su un'enorme veranda.
Era tutto così magico.Scesi al piano di sotto a dare una mano a mia madre con un sorriso ampio stampato sulle labbra.
«Sono felice che qui ti piaccia.»ammise sorridendo mia madre.
Il mio sorriso lasciò spazio ad un altro pensiero: la scuola!
«Mamma, come farò con la scuola?»chiesi mentre riponevo nei vari armadietti le stoviglie.
«Di questo non preoccuparti, c'è il pullman per i ragazzi che abitano fuori città, potrai prendere quello insieme agli altri ragazzi che abitano qui.»mi spiegò sorridendo.«Adesso và a riposare, qui finisco io... domani andremo a conoscere i vicini.»mi comunicò sorridendo per poi baciarmi la fronte.Ci augurammo la buonanotte a vicenda e poi mi ritirai in quella che divenne la mia nuova stanza.
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don't leave me
Fanfiction-Perché mi fai questo? Perché mi lasci da sola? Perché mi abbandoni? Mi avevi detto che non avresti mai abbandonato il tuo girasole. Che non avresti mai lasciato che io appassissi e che ti saresti per sempre occupato di me. Oggi mi sento così: appa...