8.

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Il giorno dopo a scuola non avevo la forza di guardare nessuno in faccia, non rivolsi nemmeno una parola a Thomas, il quale si era accorto del mio comportamento strano ma aveva preferito non chiedere e rispettare il mio silenzio.
La notte non avevo chiuso occhio, non ero riuscita a metabolizzare niente e ciò che mi aveva confusa di più è stato proprio Ethan.

In classe lui non c'era... menomale, pensai per poi sospirare.
Incontrarlo oggi a "freddo" dopo l'accaduto non era proprio una buona idea, anzi.

Le lezioni iniziarono e dopo un'ora in classe entrò lui, non riuscii a guardarlo in faccia e mi sentivo terribilmente a disagio.
A salvarmi fu la campanella e quando suonò scappai fuori dalla classe a gambe levate e andai a rifugiarmi in bagno... avrei aspettato lì la fine della ricreazione.
D'un tratto il mio telefono si illuminò e allora lo sbloccai: Hamlet.

"Ehii, come stai?"

"Se solo sapessi spiegarlo a me stessa..."

In quel momento ammisi che non sapevo come stavo, mi sentivo confusa, arrabbiata, triste, impaurita.

"È successo qualcosa?"

"Beh... ieri sono andata in centro per la prima volta da quando sono arrivata, ero da sola perché il mio unico amico aveva lezioni di chitarra, ma quando sei così innamorata della lettura allora non ci sono "ma" che tengano, così andai in libreria... all'uscita un gruppo di ragazzi mi aveva seguita facendomi finire in trappola da sola. Quando stava per accadere l'irrimediabile d'un tratto dal vicolo spuntò il mio compagno di banco, fui felice di vederlo in quel momento, però mi confonde troppo."

"Perché ti confonde?"

"Prima mi ignora, poi si scusa per il suo comportamento, poi mi dice che se fossi furba allora gli starei lontana, poi mi segue perché si sente protettivo nei miei confronti e poi fa finta che non esista. Dimmi tu se è un comportamento normale questo."

"Non lo è, però magari avrà i suoi motivi per comportarsi così, non credi? Magari problemi personali, amicizie finite male."

"Facendo così non peggiora soltanto le cose?"

"Beh, forse hai ragione tu e la sua è soltanto una corazza."

"Però perché fa lo stronzo?"

"Lo stronzo?"

"Sì, si comporta come un mega stronzo!"

"Ma dimmi un po': non è che ti sei presa una cotta per questo ragazzo?"

"Credo che in questo istante tu stia scherzando e non sia serio, nel dubbio preferisco la prima supposizione."

Suonò la campanella proprio mentre pensavo... come può insinuare che mi piaccia Ethan? È stupido per caso?
Sbuffai e mi avviai in classe, per poi sedermi al mio posto una volta arrivata.
Lui era rimasto lì, non era uscito, però questa volta aveva cambiato espressione.
Stamattina era cupo e corrucciato, adesso invece ha in volto un sorriso quasi... divertito?
Se era divertito dal fatto che mi aveva confusa fino all'inverosimile, allora non c'era niente di divertente per cui sorridere.

«Siamo di buon umore questa mattina, a quanto vedo.» dissi in modo sarcastico.
«Forse.» ammise per poi ridere leggermente.

Che cosa aveva da ridere? Che fastidio questo ragazzo!

«Pensi che io sia stronzo?» domandò dal nulla.

Sbiancai per un attimo e a fatica mandai giù quell'enorme groppo che mi si era formato in gola.
Rise.
In quel momento mi stava proprio scocciando e mandando ai matti.

don't leave meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora