Piccoli gesti

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Arrivato a casa cercai di andare in camera mia per stare da solo dopo... tutto. Non avevo voglia di parlare, ancora meno di subirmi un'altra urlata da mia mamma come quella che mi aveva fatto in macchina. Aprì la porta della mia camera ma una mano sulla mia spalla mi teneva saldo sul pavimento. Mi girai e vidi mio padre, non riuscivo a capire se fosse arrabbiato, triste oppure stanco. Non avevo mai avuto un buon rapporto con mio papà, era sempre a lavoro e quando veniva a casa si metteva a dormire in camera sua e della mamma. Era un uomo con i capelli corti neri, molto più alto di me e con dei muscoli giganti dovuti al suo lavoro in cantiere. Quando ti avvicinavi a lui sentivi un forte odore di tabacco perché come facevano molti suoi coetanei lui fumava probabilmente per alleviare lo stressa, anche se dopo un po' secondo me era più una dipendenza. Mia mamma e mio padre si erano sposati da giovani e quasi mai litigavano, ma quando lo facevano urlavano tanto forte ed era per lavoro o per i soldi. Stavolta invece mio padre era venuto da me perché mia mamma gli avrà detto dell'accaduto, infatti lui iniziò con voce calma a farmi ragionare come faceva da quando ero piccolo 'Al... la mamma mi ha raccontato dell'accaduto. Che ne dici se ci sediamo e mi racconti bene cosa è successo, magari riesco a capire meglio e cerco di aiutarti...' Si, era decisamente stanco e una anormalità del genere da parte di suo figlio che quasi mai faceva così lo aveva portato a farmi capire che avevo sbagliato. Entrammo in camera mia e ci sedemmo, io incrociai le gambe sul lenzuolo del mio letto come facevo quando ero triste. Iniziai a parlare con calma, lui non mi guardava con pressione o cattiveria, era veramente lì per capire cosa era successo e aiutarmi. Decisi di nominare un altro mio compagno di nome Jace perché mio padre sapeva che non mi andava a genio. I miei genitori erano sempre stati amici dei signori Ryers e lo erano tutt'ora, se avessero saputo che il loro figlio veniva trattato male dal figlio dei loro amici sarebbe successo un casino quindi decisi di tenere per me il vero nome.  Mio padre si alzò in piedi sistemandosi il suo maglioncino turchese dentro i jeans come era abituato a fare quando pensava una soluzione per qualcosa. Dopo un silenzio che per me durò un infinito di ore parlò 'Quindi è per questo che tua mamma è così arrabbiata... almeno Jace ti ha salvato da prenderti una nota o addirittura una sospensione. Come hai detto tu il problema sarà ritornare domani a scuola e vedertela con lui e con i compagni, anche a me era successo di fare una rissa. I primi giorni ero al centro dell'attenzione ma vedi, mio padre a quel tempo mi aveva detto un detto: "Noi siamo quello che vediamo". Questo significa che ogni cosa che facciamo verrà imitata da altre persone e l'attenzione che era concentrata su di noi all'iniziò si sposterà su altri, iniziando una catena. Quindi i prossimi giorni sarai al centro dell'attenzione e non ti piacerà per niente, ma tra qualche giorno tornerà tutto come prima. Per quanto riguarda Jace, parlagli. Chiarisci con lui quello che vuoi chiarire e soprattutto stabilisci i confini per evitare che quello che è successo risucceda'.  Chiarire con Jace, certo... impossibile. Ed era tutta colpa mia. Almeno mio padre se l'era bevuta sulla persona con cui ero e mia mamma non poteva dire la verità perché le versioni sarebbero state diverse e ci sarebbe stata solo confusione... almeno credo. Dopo aver chiarito  mio padre mi abbracciò ma avevo così tanti problemi da risolvere che mi sentivo vuoto, come se "sull'Inside Out" della mia testa fosse comparso un omino grigio. Mi sentivo però che mancava qualcosa... Kylie! Dovevamo trovarci da Carl per il colloquio di lavoro! Esatto, ci stavamo trovando un lavoro, Kylie per il college ed io per pagare il test Junior Ligue, un test per entrare in una scuola superiore della Ivy Ligue che mi avrebbe assicurato una borsa di studio completa per uno dei college migliori degli Stati Uniti. Ovviamente la mia migliore amica non sapeva niente, mi avrebbe impedito di fare il test.  Presi lo zaino in spalla e mi misi a correre anche se da casa mia a Carl erano 4 kilometri di distanza. 

-Ma hai tuo padre a casa che ti porterebbe in 3 secondi! Di certo ai colloqui non accettano uno zombie come lavoratore.

-Giusto...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 04, 2022 ⏰

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