Gusto per il dramma

14 1 0
                                    

Non so quanta importanza effettiva possa avere, ma nella mia vita, nelle cose che cercavo e che adoravo vedere, mi piaceva il dramma. Quando guadavo una serie TV, o leggevo un libro, stavo in attesa di un evento che mi avrebbe tenuto sulle spine. Come credo sia normale, tale predilezione non l'avevo nella vita reale.
Le cose drammatiche, come di consueto a tutti, non facevano altro che stressarmi. Ora, in situazioni di forte pressione, non reagivo molto bene e tendevo ad andare di escandescenza. Ho sempre avuto questa vena violenta, una rabbia accomulata che non accennava mai ad andarsene.
Una volta mio padre mi disse che tutta questa rabbia e rancore che provavo mi avrebbe distrutto prima o poi. Aveva ragione, se mi vedeste, sareste d'accordo con mio padre.
Vi svelo un segreto, che tanto segreto non è: se non volete finire come me, una persona ormai persa in un qualcosa di fittizio, non fatevi mai guidare da questi sentimenti oscuri. Non faranno altro che risucchiarvi in un vortice, e sarà allora che sarete spacciati. Vi consumeranno sino all'osso, sino a quando quello che rimane di voi non sarà altro che delle briciole. Non si esce, e ve lo dico io, una persona che è arrrivata a rinnegare il suo nome, tutta la sua vita.

Se solo avessi preso decisioni diverse non mi troverei qui, a spiegarvi la mia storia, e come io abbia superato il limite. Chi lo sa, forse la mia vita sarebbe migliore? Avrei dovuto dare retta ai consigli delle persone a me care? Che cosa sarebbe successo se non avessi seguito la mia vena più profonda e oscura? Non dando ragione a quella fastidiosa voce, che ormai ha smesso di perseguitarmi?

Mi ricordo che una volta, in giro con le mie amiche in macchina, un altra auto ci ha urtato. Se solo avesse accelerato di più dubito che sarei qua. Sarebbe stato meglio? Avrei incontrato la morte prima, non avrei sofferto per il peso delle aspettative, non avrei dovuto realizzare niente. Se fosse andata diversamente sarei in pace?

Comunque, nemmeno là ho reagito nella maniera più calma, è stata un esplosione di rabbia. Io arrabbiata per paura di morire? La vedo una cosa abbastanza bizzarra, al tempo il mio attaccamento alla vita non era dei migliori, e spesso avevo pensato al suicidio.

Che siano situazioni estreme oppure semplici il mio modo di agire non accennava a variare di un solo passo, reagivo sempre in modo eccessivo. Al tempo era forse la mia ossessione per il dramma a far esplodere tutto.

La cosa straordinaria è che, ormai che ho lasciato andare il mio nome, non provo piu' quella rabbia, quel rancore e quella violenza. Liberandomi di ciò che era la mia vita mi ha alleggerito in una maniera straordinaria. Ovviamente voi non fatelo, non tutti riuscirebbero ad arrivare alla pace che provo, se non avete la personalità o il modo di fare corretto vi potrebbe condurre alla pazzia. Mantenere un certo distacco è importante.

Presumo che avendo accennato delle mie amicizie passate, ora debba descriverle. Non vorrei annoiarvi con inutili sotterfugi, quindi cercherò di essere breve. Nella mia vita passata ho voluto molto bene alle mie amicizie. Con ognuno di loro avevo un legame particolare, e alcuni legami erano più profondi di altri. Credo che solo più avanti vi parlerò di loro. Dopotutto questo era solo un accenno.

Ritornando al mio gusto per il dramma mi voglio collegare all' amore che provavo per l'alienazione. Solitamente evitavo di pensare alla mia vita, e in un modo o nell'altro cercavo sempre di mantenermi occupata. La prima valvola di sfogo sono state le serie TV, preferivo immergermi nel loro dramma piuttosto che nel mio. Poi sono arrivata agli anime, e con loro si è sviluppata la mia passione per il disegno. Infine i libri e i manga. Per un certo periodo avevo raggiunto un periodo di alienazione quasi totale, anche solo il fatto di collegarmi alla mia vita reale per qualche istante faceva scattare in me la rabbia, e la delusione per quel che ero. Straordinario come la rabbia subentrasse sempre in me, come un fido compagno.

Una volta riuscivo a sviluppare intere fantasie e mondi nella mia mente, diventavano così tanto reali da farmi perdere la cognizione della realtà e del tempo. Ricordo che la mia vista si offuscava, e pur rimanendo attivo il mio corpo, la mia mente era altrove. Alcune immagini sembravano vivide. Oramai non riesco più a farlo, credo di aver consumato qualsiasi cosa mi aiutasse.

Ora vi devo lasciare, come al solito mi stupisco di quanto io possa dilungarmi in certi discorsi. Lasciate che ve lo dica, siete persone davvero bizzarre se siete arrivate sino a qua.

Il Dolore Di Un NomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora