Shake that but

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Incazzata com'ero ruppi la matita che tenevo in mano, una della mia collezione! Era proprio quella dalla Jamaica! Dio Cristo Santo in croce, la Madonna Eva peccatrice del mio culo! Giuro su Dio che lo ammazzo questo coglione. "Uuuuh, la micetta si sta scaldando, se vuoi pomeriggio puoi passare da me, così ci scaldiamo in due.". Eather conta fino a dieci. Uno. Due. Tre.... "Cos'è il topo di ha mangiato la lingua?". Quattro. Cinque. Sei. "Oh come mi dispiace avrei voluto vederla ruotare attorno.." DIECI! Mi voltai di scatto e gli diedi un sinistro sulla guancia. Non ne potevo più! ( in tutto questo nessuno si accorse di niente eheheheh) Quello stronzo non doveva nemmeno provare a dire certe cose davanti a me. Non che fossi pudica o non mi piacessero, anzi, ma non volevo farmi la reputazione di troia in quella scuola, preferivo prendere a calci le persone che farmi la nomina di zoccola da quattro soldi. Andrew -mi pare si chiamasse così- mi guardò ancora stordito poi si girò dall'altra parte e iniziò a scrivere. Finalmenteeeee! Io continuai a guardare fuori per almeno cinque minuti fin quando Coso fece scivolare un bigliettino sul mio banco. Che palle. Aggressiva la ragazza, sappi però che questo non lo dovevi fare non hai idea di quello che ti aspetta cara mia. Stavo per crepare dalle risate, non ce la facevo più, ridevo come ho riso poche volte in vita mia, tanto che il prof mi sbattè fuori. Uscì dalla classe ridendo e siccome avevo un bisogno disperato di fumare presi una sigaretta, uscì dalla porta principale e la accesi. Inspirai e oh Dio si! Erano due giorni che non fumavo. presi l'orario per vedere dove sarei dovuta andare dopo... Matematica? Uffa,odiavo quella materia, l'ho sempre odiata. Mi sedetti all'ombra di un albero lì vicino, ho sempre adorato gli alberi e la sensazione di riparo che ti infondevano. Inspirai un po' di nicotina e chiusi gli occhi assaporando quella bene amata pace. Ma sentivo che mancava qualcosa a quella pace... Ah si!!! I Metallica nelle orecchie. Presi il telefono e le cuffiette che infilai, feci partire la mia 'relax playlist' e chiusi gli occhi. Dopo qualche tiro sentii una presenza di fronte a me, ma per paura che fosse il coglione feci finta di dormire, ma 'la presenza' non voleva proprio mollare. Mi tolse una cuffietta e disse :" Stai bene?". Non pareva la voce di Andrew così aprii gli occhi e mi ritrovai davanti agli occhi una persona che di sicuro non era Andrew. Era un ragazzo con i capelli neri abbastanza lunghi, una ciocca ribelle gli finiva sugli occhi che, sfortunatamente per me, vidi. Non erano blu, ma nemmeno verdi, erano del colore del mare delle coste del sud Italia. Non avevo mai visto una cosa più bella. No oops mi sbagliavo! La cosa più bella erano le sue labbra, bellissime labbra rosso sangue, il labbro inferiore leggermente morso. Un angelo, un Dio greco, Mr. Grey!!! Tutto questo fu interrotto dalla sua voce altrettanto virile e angelica che disse :"se non la smetti di mangiarmi con gli occhi non te ne rimarrà niente per dopo". Non ero mai arrossita in vita, mia ma quella volta diventai color pomodoro maturo. A quel punto distolsi lo sguardo e risposi:" mi hai disturbata, cosa vuoi?"
Lui replicó:" mmmh un paio di cose: primo volevo sapere se eri viva, secondo se eri un miraggio, terzo se non fossi stata un miraggio se ti andava di prendere un caffè insieme.."
"Sono viva, non sono un miraggio e no, non voglio prendere un caffè con te." Dissi abbastanza irritata.
Lui rise di gusto si alzò e mi porse la mano, che ovviamente rifiutai. Mi alzai e mi diressi verso l'entrata della scuola sperando che lo psicopatico "granfigodellamadonna" non mi seguisse.
La fortuna non è dalla mia parte.
Mi bloccó 7 passi e un quarto dopo, così con calma mi girai, sfoderai il più accattivante dei miei sorrissi, mi avvicinai a lui languida, posai le mie labbra sul suo collo proprio sotto l'orecchio destro e sussurrai:"Scusami ma non sei il mio tipo". Mentii spudoratamente, lui era eccome il mio tipo. Ehi, si a 16 anni e 10 mesi avevo già trovato il mio tipo di uomo.
Detto questo mi girai e mi avvicinai all'ingresso sculettando nei miei pantaloni neri. Molto. Attillati. Si intende?

Se solo ci fosse un postoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora