Cammino, non so da quanto o per quale motivo ma ho come l'impressione che qualcuno mi stia seguendo. 'Beh sarà solo un impressione' penso 'comunque sia,devo andare via da quì e tornare a casa', Che poi, io lì come c'ero arrivata? Era un bosco, un normalissimo bosco, niente di strano, ne troppo fitto, ne troppo vuoto. Ne troppo secco, ne troppo umido. Un bosco. Cammino più in fretta dato che quella orribile sensazione di essere seguita non vuole andarsene, ed anche se so perfettamente che non vi è nessuno in questo bosco oltre me, è... come dire? Terrificante, ecco. Continuai a camminare per un km circa, mi stavo avvicinando al confine,' finalmente non sogno più quella notte tremenda' penso, e ancora 'che sollievo'. D'un tratto sento degli scricchiolii alle mie spalle, mi volto di scatto, ma non c'è anima viva intorno a me. 'Lepri, qualche volpe, niente di cui poreoccuparsi' pensai. Così continuai, ma dopo nemmeno dieci passi odo ancora degli scricchiolii, accompagnati da passi, quei passi. Mi volto di scatto e inizio a correre, correre a perdifiato. Se mi avesse trovato non mi avrebbe risparmiata 'come la mamma' pensai. "O peggio come Danial o papà" aggiuse la mia coscienza. Continuo a correre ma i passi si facevano sempre più vicini ed è come se in un secondo gli alberi si fossereo dupicati, triplicati... se non di più. Sembrava si stessero restingendo sempre di più, mi parve che le punte si stessero piegando verso di me. Poi una voce, un sussurro arrivò alle mie orecchie e quello che sentì fui il colmo. Mi sveglio di soprassalto urlando, tutta sudata, e con le lacrime che scorrevono sul mio viso. Mi siedo contro la spalliera in ferro del mio letto, raccolgo le gambe al grembo e le avvolgo con le braccia. Inizio a dondolare avanti e indietro come se qualcuno mi stesse cullando, e iniziai a sussurare le parole della cantilena che mia madre intonava ogni volta che avevo degli incubi. "Non aver paura, passerà, e sarà di nuovo giorno, un nuovo giorno, felice E non aver paura ti sarò accanto perchè ti amo tanto e non ti lascerò ti giuro non ti lascerò Niente più mostri domani niente più mostri te lo prometto niente più." Le prime lacrime rigarono ilmio viso in ricordo di quella donna che mi aveva protetta da quell'uomo con la sua stessa vita. Mi raggomitolai su un fianco e piansi silenziosamente come mi era solto fare, mi addormentai così con le ginocchia rannicchiate al petto, le lacrime copiose e un passato che gravava sulla mia testa. Il giorno dopo il suono della sveglia mi riempì le orecchie stordendomi del tutto e dopo svariati minuti decisi di spegnerla e prepararmi finalmente per il mio primo giorno di scuola quì. Ora vi chiederete come faccio a 16 anni a essere espatriata, avere un appartamento ed essermi iscritta a scuola da sola no? Bhe il mio tutore è un emerito idiota, fa tutto quello che gli dico è un codardo. Perciò ha firmato tutto e io ora sono qua. Andai a chiamare Bea che ronfava beatamente nella sua camera rosa confetto tappezzata di unicorni. Mio Dio, vomito. Mi avvicinai al suo letto e la chiamai dolcemente, ma come sempre non aveva effetto, così presi un bel cuscino a forma di arcobaleno e glielo lanciai in faccia. Che ridere gente!!!!! La sua faccia era sconvolta e penso che mi avrebbe uccisa da un momento all'altro altro così con non chalance le dissi:"Hai venti minuti per essere pronta, poi io salgo in moto e me ne vado, sappilo" detto ciò me ne andai in cucina per preparare la colazione. Latte col cacao per lei e caffè per me. Mentre il latte scaldava e il caffè si preparava, andai in camera e scelsi i vestiti da mettere per scuola. Scelsi un leggins in pelle nero (dovrei cambiare colore un giorno o l'altro) una maglia molto scollata grigia, una giacca in pelle nera e delle vans grige... In pratica quello che metto quasi tutti i giorni. Prendo il tutto e li porto in bagno e torno in cucina per fare colazione. Bea come al solito non si è ancora alzata, quindi dopo il caffè e la sigaretta vado a farmi la doccia. Finita la mia doccia, mi vesto, mi trucco come al solito con l'eyeliner nero molto spesso e un po' di lucidalabbra color pesca, mi metto lo zaino verde militare in spalla e mi diriggo verso camera di Bea. Lei è tutta saltellante cercando di infilarsi i jeans e contemporaneamente una scarpa (rosa.....lei a monotonia di colore-rosa per l'appunto- non è che scherza). La guardo e non riesco a non ridere è troppo buffa, al che lei mi scaraventa un cuscino rosa confetto in faccia e mi dice:" aspettami sulla moto dieci minuti e sono da te". Io senza replicare prendo le chiavi di casa e della moto ed esco. Dodici minuti dopo la vedo uscire dall'androne correndo. Si avvicina a me e solo allora noto che è sporca di dentifricio all'angolo della bocca, così da farmi scoppiare ulteriormente a ridere. Lei con aria interrogativa mi chiede :"cosa c'è che non va ora?" e io senza smettere di ridere le indico l'angolo della bocca, lei presa dal panico si guarda nello specchietto della mia Ducati Matte Black, e impallidisce. si pulisce col dorso della mano destra e io sogghignando le dico:"Non pensavo che i panda riuscissero a venire in dodici minuti" mentre le porgo il suo casco rigorosamente.... no non lo dico più tanto lo sapete, che lei prontamente mi sbatte sul braccio "AHIA stronzetta!! Monta dai o faremo tardi al nostro primo giorno di scuola". Dopo circa quindici minuti arriviamo a scuola. E dire che ci osservano tutti è dire poco....
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Se solo ci fosse un posto
Teen FictionEather Smith una ragazza di 16 anni vive ormai con la sua migliore amica Bea, poichè la sua famiglia è morta in strane circostanze. Incontrerà Ash, un ragazzo che odia ma che imparerà ad amare e a capire nella sua folle corsa contro i demoni che per...