Appena tornata a casa decisi che era il momento di dare una pulita e una sistemata a quella casa, troppo poco nostra. Volevo dare una svolta a quel posto, volevo poterlo definire casa, così mi misi il pigiama (maglione nero largo a maniche lunghe con parigine grige) e iniziai a spazzare e pulire casa da cima a fondo. Misi qualche fotografia qua e la, accesi una candela profumata alla vaniglia e appesi i quadri di Bea, poi sistemai le mie valigie. Dopo circa un'ora avevo finito, così decisi di stendermi sul divano e ricominciare a leggere per la milionesima volta 'Cime Tempestose'. Adoravo quel libro, quell'amore tanto sofferto e represso... mi portava a riflettere. Forse, oltre alla morte, alla vita e all'essere c'erano molte cose relative, come l'amore credo. Daniel e io ci amavamo alla follia, abbiamo trascorso giornate indimenticabili e i momenti migliori della mia esistenza credo di averli vissuti con lui. Ma nonostante questo credo che l'amore sia un sentimento passionale, breve e poco duraturo, per questo dopo Dan ho avuto solo rapporti... rapporti e basta. Niente sentimenti in gioco, solo l'attrazione fisica. Non ho più provato quei sentimenti.
Mentre mi perdevo nelle strabilianti parole di Emily mi ritrovai a fare una considerazione sull'essere a dir poco disdicevole. Pensai che dire di non avere paura del giudizio degli altri può sembrare alterigia, orgoglio o arroganza, ma non è altro che sicurezza e fiducia in sé stessi. Quando le parole di chi ti circonda ti scivolano addosso senza intaccare la tua corazza di autostima puoi davvero essere te stesso, nel bene e nel male. Allora ti rendi conto che anche tu hai qualcosa da dire e che le tue parole non sono meno importanti di quelle degli altri. Sei pienamente umano, non ti limiti ad essere un ologramma sullo sfondo, e la tua aspirazione non è diventare ciò che i media ti impongono di essere. Conformarti alla massa ti fa arricciare il naso, e lasciarti inquadrare in una tipologia di varietà umana genera in te il disprezzo verso ogni forma di categorizzazione. Le etichette non fanno per te, l'omologazione non ha fatto presa sulla tua persona, ti sei salvato appena in tempo e con occhio attento e vigile guardi la gente per strada e sai riconoscere chi si sta avviando alla fiera dell'apparire, chi cerca di sottrarsi alla piovra della superficialità e chi, come te, ha lottato per essere e non apparire soltanto. Credo che in fondo sia quello che l'autrice di questo romanzo ci voglia riferire con le sue parole, lei non ha scelto una classica storia d'amore in cui i due si accorgono di essere innamorati, si amano, si lasciano ma alla fine si rimettono insieme per il gran finale...e dopo, con grande eclatanza signori e signori, VISSERO TUTTI FELICI E CONTENTI. Che novità, aggiungerei. Emily è stata molto originale, con questo suo romanzo, descrivendo il dolore e la perdita attraverso parole semplici e alla portata di chiunque.
Ad interrompere i miei pensieri fu lo scattare della seratura, segno che Bea era tornata a casa, così chiusi il libro e le andai in contro per riabbracciarla dopo questa nuova giornata, dopodiché le chiesi: "Come è andata la giornata?'' , prontamente mi descrisse per filo e per segno la sua giornata, dai nuovi compagni alla cioccolata calda della mamma di Christine (mi pare si chiamasse così la ragazza da cui era andata). "Entusiasmante davvero E.T., (si okay mi chiama come quello stupido alieno 'Telefono caaasa', diceva con la sua voce raccapricciante... Ew)e a te come è andata?'' Chiese speranzosa di una risposta tipo'oh mi sono fatta un sacco di amichetti' ma quella non fu la mia risposta:'' Ho picchiato un ragazzo'', dissi con naturalezza. Lei sconvolta rispose:'' Cooooosa? Come?Quando? Perchè? Come si chiama? Ti sei scusata? OOOOOh Eather sei incorregibile!''. Ed io, impassibile come sempre dissi:'' Ho dato un pugno in faccia a un coglione di nome Andrew durante la prima ora perchè ci stava provando con me. Così va bene Mommy?'' marcai il nomignolo'' Comunque sta sera si va ad una festa. e ti vesto io. Senza se e senza ma.'' così senza nemmeno darle spiegazioni la portai in bagno le dissi di farsi una doccia che al resto ci avrei pensato io. Mi diressi nel mio bagno e mi feci una doccia rilassante con scrub ai sali del mar nero. Mi asciugai e presi i vestiti che avremo indossato. Presi per me un verstito nero, attillato, con un lungo scollo sulla schiena, che mi fasciava alla perfezione e metteva in risalto i miei punti forti (sedere... e basta). Asciugai frettolosamente i capelli che piastrai per poi farli ricadere morbidi sulle spalle. Misi un paio di stivaletti neri alti e la giacchetta di pelle. Eyeliner nero e ciglia finte ed il gioco era fatto. Presi un vestito blu elettrico e dei tacchi neri per Bea e le dissi di indossarli.Dopo circa due ore e mezza eramo pronte. ''Beaaaa '' urlai,'' se non ti sbrighi non ceniamo più!!''. Subito dopo la vidi scendere giù per le scale in quel modo elegante che solo lei sa fare. '' Bellissima come sempre'' sorrisi. ''Mai quanto te! Sei uno schianto'' mi disse pimpante. ''Pizza?'' proposi. ''Pizza sia'', così ci avviammo verso la mia macchina (una Lotus rosso sangue con interni neri), che mi ero fatta portare direttamente dall'Italia, e partimmo alla ricerca di una pizzeria alla mano. Ne trovammo una dopo pochi km. Parcheggiai e la reazione dei presenti quando ci vide scendere fu sconcertante. O meglio, esilarante. Non me ne curai molto e trascinai Bea dentro, ci sedemmo in un tavolo appartato e ordinammo una pizza da dividere.
Finita la pizza e pagato il conto, andammo in bagno per lavare i denti( con lo spazzolino e il dentifricio che portavo sempre in borsa) applicammo rossetto e lucidalabbra e uscimmo. Ci dirigemmo nella discoteca più in della città già piena di gente e pagammo(pagai) il bodyguard per passare. Io e Bea ci dirigemmo al bancone dove ordinammo della vodka al melone. Subito dopo Bea andò a ballare e scomparve nella mischia, io invece rimasi a scolarmi una bottiglia di quel succo degli Dei. Arrivata a metà bottiglia decisi di sctenarmi ed entrai in pista, dove un grupetto di ragazzi mi si avvicinò per ballare con me. Pace dei sensi.
Un ragazzo particolarmente audace mi si avvicino da dietro e mi cinse i fianchi invitandomi a ballere con lui... O meglio su di lui... Da dietro tastai le sue spalle e sentii il suo petto tonico sulla schiena. Lo sconosciuto mi girò e bacio in due secondi, mi abbandonai a quel bacio passionale e misi le braccia attorno al suo collo continuando a muovermi. Mi staccai dopo poco e quello che vidi non mi compiaceva per niente. Dio Greco era di fronte a me.
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Se solo ci fosse un posto
Teen FictionEather Smith una ragazza di 16 anni vive ormai con la sua migliore amica Bea, poichè la sua famiglia è morta in strane circostanze. Incontrerà Ash, un ragazzo che odia ma che imparerà ad amare e a capire nella sua folle corsa contro i demoni che per...