Capitolo 2.

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(Michael)

Brividi.

Credo siano l'unica cosa che il mio corpo fosse in grado di provare nel momento in cui il ragazzo biondo afferrò la mia mano. La sua pelle era calda, del medesimo candore della mia. Sorridendo alzai lo sguardo su di lui, incrociando i suoi occhi azzurri. Riflettevano la luce, colorandosi di tutte le più rare sfaccettature possibili ed immaginabili. Riuscivo a captarle quasi tutte e ad ogni diversa sfumatura il mio cuore perdeva un battito.

Oh cazzo, che occhi! Qualcosa di così celestiale, così intrigante e perfetto.

Strinsi timidamente la sua mano e lo aiutai a tirarsi su. Lui sorrise gentilmente, poi tirò con i denti il suo piercing metallico sul labbro inferiore.

E il mio cuore sussultò leggermente.

Nei tre secondi di silenzio che seguirono cercai di evitare il suo sguardo il più possibile.

-Vieni con me- feci per prendergli il polso evitando il contatto con la sua mano e allontanando l'insana tentazione di intrecciare le mie dita alle sue. Invece mi precedette e spostò la sua mano sulla mia, stringendola appena.

Rabbrividii al suo gesto.

Di nuovo.

Perché? Per quale assurdo motivo? Era sbagliato!

-Dove andiamo?- chiese il biondo mordendosi il labbro.

- A vedere se sai cantare- sorrisi ignorando il calore che si espandeva sul mio volto e lo portai in auditorium.

Sul suo volto si dipinse un ampio sorriso alla vista della grande sala di forma circolare piena di strumenti. Aveva un'espressione del tipo "Oh sì baby, 'sto posto sì che mi piace!"

Salii sul palco, seguito da Luke.

-Mh allora, che canzoni sai suonare, biondo?-

-punto primo: "biondo" ha un nome - virgolettò l'appellativo- secondo poi: tutte! - assunse un tono di ovvietà.

-punto primo: okay; secondo, modestia portami via, eh- ribattei ridacchiando.

Rise. E il mio cuore morì nuovamente.

La sua risata poteva sostituire facilmente qualsiasi altra melodia già esistente generata da Dio... 'ma basta con questa filosofia, Michael Gordon Clifford! Sei felicemente fidanzato, ricordatelo!' mi rimproverai mentalmente.

-Ti va bene American Idiot dei Green Day?- chiesi riportando la mia testa sulla Terra.

-So di chi è, non serve che lo specifichi, grazie -

-Acido...- sussurrai roteando gli occhi ed estraendo la chitarra dalla fodera.

-Acido?- alzò un sopracciglio.

-Ti sei bevuto l'acido a colazione?- chiesi con un sorrisetto beffardo.

-Ma se è quasi ora di cena!- puntualizzò. Odio le persone che puntualizzano al posto mio. Ma non credo che avrei potuto odiarlo odiarlo, anche perché lo conoscevo appena da una manciata di minuti. Sapevo che era un tipo particolare e mi incuriosiva tanto, anche troppo. Ed era sbagliato. Ordinai a me stesso di placarmi.

Ulisse aveva pagato le pene dell'inferno a causa della troppa curiosità...non volevo trovarmi anch'io in qualche girone, poco sopra a Lucifero, dove si muore di caldo, a patire la tredicesima fatica

-Cazzo, non puntualizzare, inizio ad odiarti e potrei prenderti a chitarrate a ritmo dei Deep Purple- contenni una risata, risultando piuttosto serio mentre brandivo la chitarra vicino alla sua testa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 19, 2015 ⏰

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