capitolo due

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Sono sveglia da un po' per via dell'ansia, mi sono svegliata verso le quattro.
Dalla mia camera sento la sveglia di papà suonare; sono le 06:00 e alle 07:30 abbiamo il treno.
Comincio a prepararmi mettendo un pantaloncino e una maglia; voglio stare comoda durante il viaggio.
Con noi ci portiamo dietro una valigia con all'interno le cose più fragili, tra cui il mio pc e i fogli più importanti di papà.
Mi siedo sul letto e, per l'ultima volta, guardo la mia stanza e comincio a provare un po' di malinconia.
Prima di uscire papà chiama un taxi che ci accompagna in centrale.
Alle 07:15 arriva il taxi e, per fortuna, non siamo tanto distanti dalla stazione.
Arriviamo e c'è già il treno; saliamo e prendiamo posto nei sedili a quattro.
Mi infilo le cuffiette e faccio partire la playlist da viaggio composta da canzoni tranquille.
Penso di essermi addormentata perché sento mamma scuotermi.
Siamo a Termini e aspettiamo il taxi che ci porterà nella nostra nuova casa.
Qui a Roma tutti sono frenetici, corrono con grandi valigie e c'è veramente tanto movimento, ma ciò non mi disturba perché sono sempre stata abituata al caos Milanese.
Dopo mezz'ora in taxi arriviamo; è una casa molto bella, è bianca e a due piani; molto simile a quello che avevo a Milano.
Entriamo e la casa è molto grande, il pavimento è ricoperto completamente di Parquet. Alcuni mobili già ci sono ed è tutto in stile moderno. È tutto così bello.
Salgo al piano di sopra e vado nella mia nuova camera; è grande e ancora da arredare, infatti pomeriggio andremo a comprare i mobili.
» Vedrai che ti troverai bene qui « dice mamma entrando in camera interrompendo i miei pensieri.
» Lo spero mamma « le sorrido.
Mangiamo qualcosa al volo, e poi andiamo in centro a Roma. Il caldo qui è triplicato rispetto a quello di Milano e già mi da fastidio.
Andiamo all'ikea alla ricerca della mia stanza.
» Ari, scegli quello che vuoi « dice papà guardandosi in torno.
» Sì papà, vorrei qualcosa di semplice « rispondo.
Dopo un'ora di ricerca scelgo una camera con il letto matrimoniale, una scrivania in vetro, una libreria bianca, un comodino nero e infine l'armadio bianco. Insomma, i colori che caratterizzano la mia stanza sono il bianco e il nero.
Usciti dall'ikea andiamo a iscriverci nella mia nuova scuola. Arriviamo e mi trovo davanti ad un grande edificio colorato.
Ad accoglierci c'è il preside.
» Te devi essere Arianna « esclama un uomo sulla cinquantina tutto composto.
» Salve, sì sono io « rispondo timidamente.
La scuola è davvero grande ed è piena di armadietti rossi intervallati dalle classi.
Siamo ancora ad agosto quindi non c'è nessuno.
» Prego, venite nel mio ufficio e vi introduco alcune cose « dice il presiede indicandoci la strada.
Si trova al piano superiore. Mentre raggiungiamo l'ufficio noto i graffiti sulle pareti, sono molto belli.
» Allora Signorina Arianna « dice richiamando la mia attenzione. » Questo liceo non è difficile, abbiamo professori ben preparati, ma pretendiamo il massimo dai nostri studenti « prosegue rimandando composto.
» Ora devo svolgere le faccende burocratiche con i tuoi genitori, se vuoi puoi andare a fare un giro per la scuola « aggiunge.
» Certo! grazie mille e arrivederci « dico accennando un sorriso e lascio la stanza.
Scendo al piano di sotto e comincio a guardarmi intorno.
Le aule sono aperte; entro in quella di filosofia e noto grandi banchi composti da due posti, delle pareti arredate con delle frasi una classica cattedra.
Vengo distratta da delle urla, esco fuori e vedo un ragazzo abbastanza alto che picchia un altro ragazzo. Dietro di loro arrivano altri due; uno di loro afferra per le braccia il ragazzo moro.
Rimango immobile con lo sguardo rivolto verso di loro.
Il ragazzo moro si gira e mi rivolge uno sguardo pieno di rabbia...

il mio compagno di banco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora