Percy credeva ci fosse un limite a quanto le mani potessero diventare grinzose, ma gli sembrava che la situazione delle sue peggiorasse a ogni stoviglia lavata.
"Per far parte del comitato studentesco non sei granchè nel trarre vantaggio dai compromessi" disse Percy a Jason.
"Fidati, sono stato bravo" . Jason se ne stava poggiato al bancone con le braccia incrociate. Indossava la divisa da cameriere: un pantalone scuro e la camicia azzurra a cui aveva arrotolato le maniche.
"E il tuo startene a guardarmi con quell'aria divertita fa parte dell'accordo?" .
"No" rispose Jason. "Quello è una ricompensa per me".
Percy gli schizzò un po' di acqua con le dita e Jason si scansò.
Jason era riuscito a non far licenziare Percy con l'accordo che lavorasse di più, svolgesse altre mansioni oltre ad essere il bagnino, non venendo però pagato un centesimo di più. Oh i ricchi, ecco come non diventavano mai poveri.
Stasera si lavavano le stoviglie dopo cena.
"Ricompensa per cosa? Tu e Reyna mi avete fatto mille raccomandazioni, tranne la più importante. Come hai fatto a non menzionare la regina cattiva che si aggira per il residence?" .
"Non sarebbe dovuta essere qui così presto. Ci ha presi alla sprovvista" rispose Jason.
"Avrebbe dovuto trovarsi in non so quale nave privata con mio padre, ma la vacanza deve essere saltata, cosa che l'avrà resa ancora più irritabile" .
"Irritabile è riduttivo, ho pensato fosse capace di sputare fuoco" disse Percy.
"Beh la parte peggiore toccherà a me. Ora che non è con mio padre le servirà qualcun altro da tormentare, e quel qualcuno sono io".
Jason prese uno strofinaccio e cominciò ad asciugare la pila di piatti che Percy aveva lavato.
"Sapevo che eri schivo come persona ma non pensavo fino a questo punto" disse Percy.
"Mh?" Jason lo guardò confuso.
"Beh, sei da poco in città, ma tutti sanno chi sei. Eppure credo che quasi nessuno sappia qualcosa di te..." .
"Questo perché viviamo in un buco di città dove la gente è pettegola, quindi meglio tenere le cose private" lo interruppe Jason.
"Sì ma voglio dire. Non avevo idea fino a stamattina che avessi una matrigna, un realtà fino a pochi giorni fa non sapevo quasi niente della tua vita a quanto pare".
"Non c'è mica granché da sapere..." .
"Non c'è granché? Iniziando dalla tua famiglia: tuo padre è il proprietario di un posto che è come un piccolo regno ricchissimo pieno di servitori tutti spaventati da lui, nonostante non si veda mai in giro, il che rincara l'aria di mistero. Hai una matrigna cattiva che spaventa tutti. Tua sorella invece e la ribelle della famiglia. Tu a scuola sei lo studente modello che sembra in grado di far tutto bene ed è amatissimo dagli insegnanti. Sparisci qui tutte le estati senza che nessuno abbia idea di questa specie di tua seconda vita dove hai tutta un'altra personalità, e passi tre mesi con la tua migliore amica figa...".
"Ehi!" lo interruppe Jason dandogli un colpetto sulle mani con la pezza per i piati.
"Non intendevo in quel senso! Dico solo che Reyna è in gamba. Comunque in sostanza, sei un personaggio di una fiaba praticamente" .
Jason lo guardò con una espressione che diceva "Che esagerazione".
"Hai pure i capelli biondi e gli occhi azzurri" .
"Piantala Jackson, dove vuoi arrivare?" .
"Dovrei iniziare a chiamarti principe Jason" .
"No...".
"Sapevo non ti sarebbe piaciuto, ecco è ufficialmente il soprannome giusto" .
"Non ha alcun senso" .
"Si invece. La storia di base abbiamo detto che c'è. L'aspetto stereotipato anche. In più sei sempre tutto composto e diplomatico, anche se è tutta scena... Non guardarmi così!" .
"Ogni volta che parlo con te mi ricordo perché non lo facevo mai".
"E hai pure salvato dai guai una persona che non sopportavi, due volte! Me! Se non ti rende un cavaliere..." .
"Limitati a principe per favore".
Percy guardò Jason ridendo. Una piccolissima bollicina di sapone per piatti che fluttuava verso l'alto gli scoppiò sul naso. Era vero che aveva proprio un viso classico e pulito. Molto... Maschile? Però non era brutto. Percy si ritrovò a corto di parole per descriverlo anche nei suoi pensieri.
Nel momento in cui Jason si stava voltando, probabilmente proprio per chiedere cosa Percy avesse da guardare la porta della cucina sbattè.
"Tu Percy sei in debito con me".
Reyna era entrata nella cucina. Prese un grembiule e cominciò a riempire un secchio d'acqua in un lavello.
"Scatenare l'ira di Era è abbastanza facile ma tu devi proprio aver battuto un record" disse la ragazza.
"Fare la bagnina non ti è piaciuto, vero?" Percy cercò di fare la sua espressione più innocente.
Dopo aver aggiunto il detersivo Reyna intinse il mocio nell'acqua.
"Sono più i ricconi viscidi e vecchi a infastidirmi".
"Mi dispiace Reyna, davvero".
La ragazza dopo aver riempito il pavimento di acqua strizzò il mocio nel secchio.
"Fa nulla, limitiamoci a chiudere in fretta qui".
Percy e Jason finirono di asciugare i piatti e Reyna completò il pavimento.
Nel tentativo di non lasciare impronte sulle mattonelle che ancora erano bagnate Percy saltellò con un piede solo alla volta fino all'uscita. All'ultimo passo scivolò, e sarebbe caduto di faccia se non fosse stato per Jason che lo aveva preso al volo. Percy guardò su ancora sostenuto da Jason per le ascelle.
"Beh, mi sa che siamo a tre salvataggi!".
Jason alzò gli occhi esasperato.
"Sei terribile".
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Percy doesn't know - (jercy)
Fanfiction"Dovrei iniziare a chiamarti principe Jason" . "No...". "Sapevo non ti sarebbe piaciuto, ecco è ufficialmente il soprannome giusto" . "Non ha alcun senso" . "Si invece. La storia di base abbiamo detto che c'è. L'aspetto stereotipato anche. In più se...