Capitolo 3• Nash dove sei?

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Nash...
Nash..
Continuai per ore a far risuonare il suo nome nella mia mente.. Mi mancava, lo volevo.
Per una seconda volta mi addormentai vestita pensando a lui. Buonanotte Nash.
*driiiiiiiiiiiiiiiin*
Okkei Nicole si parte per il secondo giorno.
Mi tirai su dal letto, appoggiai la schiena sullo schienale del letto pensando a come poteva cominciare il mio secondo giorno di scuola, ero terrorizzata.
Il primo giorno è iniziato male, speriamo che questo inizi bene!
Mi alzai presi le pantofole andai in bagno mi lavai la faccia, mi tolsi i Jeans e la maglietta, rimasi in canotta, andai verso il mio armadio ben ordinato e scelsi cosa indossare, presi un paio di Jeans neri, una maglia a maniche cortissime di seta; con un colletto di perle e delle Air Force basse dopo di che indossai tutto.
Mi diressi in bagno per fare le mie solito cose, lavarmi, pettinarmi e altre cazzatine, ed ero pronta.
Presi lo zaino, vuoto, e scesi in cucina, lí diedi il buongiorno a mia sorella, che si era ripresa, e a mio padre; mi sedetti a tavola con loro e per colazione mangiai la solita brioche e il solito succo all'arancia.
Appena finii di bere mi distesi sul divano aspettando le 7.45 AM, presi il mio telefono e lessi i messaggi.. Stranamente non andai sulla chat di Nash, mi ero stufata di aspettare, se voleva rispondermi bene, se no cavoli suoi.
«Niki, Sono pronta andiamo?» mi disse mia sorella.
Lei era vestita con una camicetta a quadri rosa e bianca, dei Jeans bianchi e delle puma fucsia.
Salutammo il nostro Daddy, e ci avviammo verso la casa di Amy; ci venne in contro, gli facemmo un gesto con la mano per salutarla e poi salimmo sulla sua auto.
Lei era vestita stile DARK, Jeans neri, ombretto nero, matita nera, eyeliner nero, felpa nera anche se c'erano 30 gradi e le  famosissime e orribili Creepers.
«Appena arrivate ti faccio conoscere un pó la scuola » mi disse, mettendo in moto.
« Ah sisi! Sono curiosissima!!» Dissi  contenta.
Parlammo per dieci minuti di cavolate,ragazzi e altre cavolate; quando arrivammo al parcheggio.
Scesi e mi diressi verso l'entrata; il corridoio che il giorno prima era vuoto, quello stesso giorno era pieno. C'era un gruppetto che mi interessava piú di tutti, era composto da tre ragazze e quattro ragazzi, continuavo a fissarli quando sbadatamente feci cadere lo zaino a terra, non so cosa mi fosse preso, ma per cinque secondi rimasi rossa come un'aragosta su una piastra bollente, metá corridoio mi osservava con disprezzo, raccolsi tutto e mi diressi velocemente verso il bagno.
Mi guardai allo specchio mi misi la matita nera che tenevo nella tasca sotto l'occhio e rimasi lí per qualche minuto, per circa un paio di secondi sentii delle grida e delle risate, erano due ragazze piuttosto alte e robuste che stavano trascinando un ragazzo dentro il bagno femminile. Lui aveva gli occhi castani era moro e apparentemente sembrava un piccolo sfigatello, d'improvviso andai verso queste due Bulldog e dissi di smetterla, mi risero in faccia, poi presi il ragazzo lo alzai e mi misi davanti.
«Ho detto di lasciarlo stare, capite?»
Partí una seconda risata, erano davvero brutte, sia dentro che fuori. Avevano i capelli castani, gli occhi neri, la bocca messa male per entrambe,(non avevano qualche dente), saranno state alte piú o meno 1.83 cm ed erano parecchio robuste.
«E tu chi sei puttanella?» Mi disse una di loro con tono minaccioso
«Non mi sembra di averti offeso, quindi se volete fare tanto le toste prendetevela con un ragazzo o ragazza che sia alta e grassa come voi, E lasciatelo in pace!» risposi.
Socchiusero gli occhi in modo minacciono, si girarono e mi sbatterono la porta in faccia.
Mi girai e il ragazzo era conciato malissimo, pronunciò una breve frase dalla sua piccola bocca era un semplicissimo «Grazie..» detto in tono bassissimo. Gli sorrisi. Presi del cotone e con l'acqua cercai di bloccare le ferite, aveva un livido sulla fronte e uno zigomo destro viola. Gli presi subito del ghiaccio; mi fissava, in fondo non sembrava tanto uno sfigato, era tenero, mi ricordava un piccolo Bambi indifeso. Gli chiesi il suo nome, si chiamava Cameron, Cameron Dallas, mi presentai sorridendogli. Uscimmo dal bagno, lo presi per mano inpedendogli di tornare nel suo gruppetto, e ci sedemmo sulle scale, gli chiesi un pó su di lui, aveva un anno in piú di me, ha sempre vissuto a Los Angeles ed era fidanzato, al "Sono fidanzato" mi bloccai, rimasi impietrita gli chiesi subito dov'era la sua ragazza nel momento del bisogno, e lui mi rispose dicendo
«Beh, devi capire che io sono lo sfigato di questa scuola, non mi vedi? Guarda gli altri tutti stanno con verie ragazze, bevono, fumano, stanno con le prostitute, e poi ci sono io, che penso alla scuola e non farmi del male..» lo bloccai con una risata,
«Ma se fino a tre secondi fa ti stavano conciando male quelle due, ahah, vedo che stai poco attento alla tua vita » gli sorrisi..
Continuò « Sí lo so.. Comunque volevo arrivare al punto che a lei non piaccio, sta con me perchè mi vede come uno sfigatello, mi sfrutta per aver bei voti a scuola.. E io logicamente vorrei rimanere fidanzato.».
Gli dissi che ero dispiaciuta (anche se secondo me poteva vestirsi meglio), per come era vestito sembrava veramente un ragazzo da evitare. Aveva i jeans azzurri con le calze lunghe sopra, e aveva una camicia con delle penne nel taschino  sinistro. Gli dissi che se voleva un giorno potevamo uscire insieme ad Amy, lui accettó.
Suonó la campanella gli chiesi in che classe doveva dirigersi, e mi disse che doveva avviarsi verso l'aula di chimica, guardai il mio libretto e ci andai pure io. Fecimo il giro di tutta la scuola per trovare quest'aula e la trovammo ci mettemmo vicini di banco e iniziammo a chiacchierare aspettando il nostro insegnante.
«Sei molto carina..» sentii una vocina pronunciare queste parole e non capivo da dove provenisse.
«Cam, sei stato tu?»
Arrossí.
«Grazie mille, ma hai bisogno di un bel paio di occhiali ahaha» lo ringraziai.
Cominciammo a conoscerci ancora di piú, mi invitó a casa sua lo stesso pomeriggio, accettai anche se mi spaventai.
Il prof arrivò, cominciò a spiegare il bilanciamento delle masse, e io ovviamente preferivo non ascoltare; a volte mi giravo, gli davo delle occhiate, in fondo era molto carino, aveva degli occhi da cerbiatto che erano talmente profondi che te ne innamoravi, il sorriso piú bianco di un foglio non riciclato di carta, i capelli spettinati ma aveva  il fisico snello e poco muscoloso.
Notavo che sapeva solo prendere appunti, alzava spesso la mano per intervenire, mi sentivo a disagio, ma era bello, gentile, affettuoso e indifeso. Si girò verso di me e mi sorrise, ricambiai mostrandogli tutti i miei 32 denti :D.
«Hai un coso verdognolo tra i due denti» mi sussurrò.
Arrossii, merda, che figura porca puttana, TUTTE a me!
Iniziai con la lingua a nascondere il mio sorriso, ero in imbarazzo, molto in imbarazzo.
Mi voltai e feci finta di cercare qualcosa nella cartella.
Suonò di nuovo la campanella, avevamo il tempo libero, stetti un pò con Cameron, mi piaceva quel ragazzo, era spiritoso.
Stettimo nel giardino della scuola, ero sdraiata sull'erba lui era seduto alla mia sinistra; mi continuava a chiedere perchè lo fissavo e io non sapevo che rispondergli, ci furono minuti di silenzio subito dopo si sdraiò a fianco a me, sentivo il suo fiato su collo.
«Q-quindi oggi a che ora ci vediamo?» gli dissi insicura, avevo paura, giá, non poteva piacermi, no. Avevo paura di andare a casa sua il giorno stesso.
«Ti va di venire alle 15:30? Almeno studio prima e poi abbiamo tutto il tempo per stare insieme» mi sorrise.
Stetti in silenzio, ero terrorizzata "Il tempo per stare insieme" quella frase, quella stranissima frase, cosa voleva farmi capire?! Ignorai.
Passarono le ore velocemente, quando suonò finalmente l'ultima campanella, evviva, finí il secondo giorno.
Lo salutai, poi presi mia sorella, presi Amy e ci avviammo verso l'auto, a Amy raccontai tutto in macchina, rimase shockata, per lei era il classico sfigatello da non calcolare. Le raccontai cosa mi trasmetteva e che non riuscivo a non fissarlo quando era con me, nei suoi occhi castani vedevo una sorgente scendere giú a valle dalle montagne. Wao.
Arrivai a casa, non mangiai, corsi in camera presi lo zaino e iniziai a fare i compiti di Chimica, ero troppo presa per Cam, dovevo distrarmi.
I minuti passavano velocemente sembrava che il tempo ce l'avesse con me. Erano le 15:00 mancava una fottuta mezz'ora. Corsi in bagno, mi tolsi tutto il trucco mi pettinai i capelli con una semplice spazzola e mi distesi sul letto, volevo apparire normale, naturale, che non se la mena con cinquanta kili di trucco.
15:05 pensavo
15:10 sospiravo
15:15 non riuscivo a muovermi.
15:20 cavolo manca poco NICO!
15:25 Okkei, mi alzo.
Mi alzai dal letto presi una borsa a caso e ci misi dentro le cose essenziali, assorbenti, telefono, ipod, cuffie e cibo.
Scesi le scale lentamente, aprii la porta dolcemente come se stessi accarezzando il viso di un neonato, la chiusi ancora piú dolcemente, avrò impiegato 3 minuti solo per uscire di casa.
Cameron era il vicino di Amy, arrivai davanti casa sua, suonai tre volte di seguito, corse da me ad aprirmi , lo salutai, entrai e mi tolsi il giubbino e la borsa. Mi disse di salire su in camera sua, non volevo, ma lo feci, avevo ancora piú paura.
Mi sedetti sul suo letto presi l'iPhone e aspettai che lui venisse da me, arrivò e mi disse che stava finendo di fare Chimica, si sedette vicino a me e mi chiese se voleva fare un gioco, accettai anche se sapevo che stavo correndo un pericolo, mi disse che se lui giocando a pallavolo contro di me avesse vinto io sarei obbligata a restare tutto il giorno con lui, se invece avessi vinto io potevo scegliere qualsiasi cosa. Accettai, scendemmo, presi le ginocchiere e pensai al 'E se perdessi?', beh ero fiduciosa, in fondo  lui non sa che io pratico pallavolo da cinque anni.
Uscimmo e andammo nel suo giardino privato, iniziò a battere lui, cavolo non si sa mai dove manda la palla, a volte in fondo, a volte a cupola, a volte sfiora la rete, fece 6 punti di battuta si arrivava ai 15, feci punto io, finimmo a 14-13 per lui, cavolo, avevo paura, il terrore.
Pregai e mi feci il segno della croce, stavo per battere, alzai dolcemente la palla, la mia mano potentissima schiacciò contro la palla, speravo che non andasse fuori, corsi in campo dopo aver battuto, no,no,no e no, speravo di aver visto male. Invece no, avevo visto benissimo la palla finí fuori dal campo per 10 cm, no non potevo immaginare, cercai di convincerlo che non potevo restare o che mio padre poteva arrabbiarsi facilmente, ma lui mi rispose dicendo che ' i patti erano patti'. Dovetti stare zitta, andai a casa presi i vestiti per il giorno dopo, il beauty-case e dissi a mio padre che andavo a dormire da Amy, lui mi lasciò andare.
Salii di nuovo in camera di Cameron, gli chiesi dov'era il secondo letto e mi disse che dato che sua madre ritornava il mattino seguente,potevo dormire nel letto dei suoi genitori, il giorno dopo era Sabato, non avevo scuola.
Per tutto il pomeriggio stettimo sul suo letto io ero sdraiata e lui mi stava a fianco, gli chiesi perchè aveva quel look buffo, e mi rispose che sua madre voleva vederlo vestito elegante, e che se si vestiva anche poco  da ''''ribelle'''' non lo avrebbe fatto uscire di casa, mi alzai subito di colpo, e iniziai a ridere, corsi nel suo armadio e lo aprii, tirai fuori dei Jeans neri stretti alle caviglie e a cavallo basso e glieli posai sul letto, poi presi una maglia bianca e una felpa della Volcom e glieli feci provare, si spogliò davanti a me, aveva i boxer fuscia, mi coprivo con le mani gli occhi per non vedere quell'orrore, si vestí velocemente, Wao, avevo creato un modello, era stupendo.
Gli chiesi di restare cosí per tutto il giorno, e lui accettò.
Gli corsi in contro e lo abbracciai, cosí dal nulla, avevo il suo petto a fianco al mio viso, era caldo.
Gli diedi un bacio sulla guancia e gli dissi che era bellissimo.
Scesi giú in cucina e tirai fuori qualcosa dal frigo per preparargli una merenda, la portai in camera e mangiammo sul suo letto.
Gli raccontai il mio passato, gli dissi che ero un'acida del cazzo,che  fumavo un pacchetto di Marlboro Rosse al giorno e che quando ero piú piccola ho provato a tagliarmi, volevo sperimentare, ero una cogliona, era l'unica cosa che vedevo e che sapevo fare che mi faceva stare bene, non si vedevano neanche le cicatrici, ormai erano passati molti anni; gli dissi che tutto ciò lo causò mia madre, ci picchiava appena era ubriaca, offendeva; pesantemente, mi faceva soffrire, ecco perchè sono quí ora.
Rimase a bocca aperta, mi riempí di complimenti e mi disse di non causarmi tutto ciò, mi disse che adesso c'era lui, c'era un'altra cittá e c'erano altre amiche, mi disse che lui mi avrebbe protetto. Ci furono secondi di silenzi, gli saltai addosso, volevo toccargli quelle labbra, ma subito dopo mi scanzai, gli dissi come scusa che avevo visto un ragno, quando invece era polvere.. Ci crebbe.
La sera mi sdraiai nel suo salotto avevo i piedi che facevano malissimo, mi mise del ghiaccio sopra mentre lui cucinava, era un ragazzo d'oro, mi faceva scordare di  tutto e di tutti. Era fantastico.
Mi alzai e andai a cenare con lui, non smettevo di ridere, raccontava battute su battute e a volte mi prendeva in giro scherzosamente, mi stavo innamorando, ma lo conoscevo solo da un giorno, non poteva andare cosí!
Dopo aver sparecchiato andammo in giardino, misi un asciugamano a terra e mi sdraiai su di esso, guardavo le stelle, mi disse che suo padre lo guardava da una stella, mi disse che suo padre era in coma giá da 7 mesi, aveva sbattuto la testa sciando, rimasi impietrita, lui spruzzava felicitá da tutti i pori, non mi aspettavo tutto ciò.
Soffre di bullismo, e in piú suo padre non c'è, non lo può sostenere, non gli può dire "Ce la puoi fare, vai avanti".
«Sii forte.» gli dissi.
Sembrava turbato, mi disse che si era fatto tardi e che non gli piaceva parlare di sè.
Entrammo in casa, facemmo scambio di letto, io mi avviai sul suo, e lui su quello dei genitori.
Gli diedi la buonanotte e gli diedi un bacio sulla guancia,abbracciandolo.
Mi diressi e mi distesi sul suo letto. Aveva il suo profumo.
Presi l'iPhone per togliere la sveglia, vidi un messaggio andai su Whatsapp e vidi che Cameron dalla sua camera mi aveva scritto un messaggio.
«Buonanotte Tesoro.»
«Buonanotte Cam.»
Andai sulla chat di Nash, non mi aveva risposto, aveva visualizzato tutto, gli scrissi un'ultima volta.
" Dimmi che hai."
Subito dopo spensi il telefono.
Non volevo piú pensare a Nash, adesso c'è Cam,Cameron Dallas, quel ragazzo dagli occhi castani. Mi piaceva.
..., mi piaceva.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 19, 2015 ⏰

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