2. Bianco, presagio di morte.

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«Quindi? Hai portato i tuoi libri oltre che al tuo grezzo fondoschiena?» domanda il biondo, mostrandomi più disprezzo che mai.

«Vedi di parlare come mangi e di non esagerare, a meno che non vuoi che dica alla preside che sei un pessimo insegnante. Decisione tua» sorrido perfidamente, lanciandogli una palla di carta dalla parte opposta del tavolo.

Questo idiota la afferra al volo e mi manda uno sguardo inceneritore. Cavolo, sembra che la biblioteca stia prendendo seriamente fuoco.

«Vediamo se riesco a spiegarmi, Ivory» inizia sottolineando il mio nome così duramente che sembra che stia facendo scorrere una matita sul tavolo facendola stridere in modo brutale.

«Io sarò il migliore anche quest'anno, sono stato chiaro? Perciò, o ti ficchi la legge di Newton in testa, oppure sarò costretto a fare ciò che dovevo fare da tempo» mi ritorce contro la minaccia, fissandomi negli occhi in modo glaciale.

«Mio padre non ti crederà mai» lo sfido allungandomi sul tavolo con quel mio solito sorrisetto diabolico. A dir poco satanico per chi mi conosce bene e ha la sfortuna di essermi avverso.

«Tentar non nuoce. Dopo avergli messo la pulce nell'orecchio, scoprirà di avere Satana come figlia» continua, autoritario.

«Credi veramente che sia io a scrivere sui muri? Come potrei mai? Guardami» domando, facendogli gli occhioni. Mia unica dote persuasiva, grande dono di Dio.

«Con me non funziona, Cunningham. Il tuo sembrare la ragazza più dolce sulla faccia della terra di certo non mi fa credere che dietro di te ce ne sia effettivamente una» inizia, allungando la mano verso di me e afferrando una ciocca di capelli castani tra le sue dita. Sembra che stia analizzando un animale pericoloso da lontano.

«Anzi. So per certo che tu sei più infima di Lucifero» bisbiglia scandendo bene le parole con uno sguardo che pare sempre più diabolico.

«So per certo che hai dentro di te il demonio» ritrae velocemente la mano come se si fosse scottato, distogliendo la sua attenzione dai miei occhi per aprire il libro di dinamica a pagina ventisette e girarlo verso di me.

Bene, è riuscito quasi a spaventarmi, ottimo lavoro Asher.

«Non credo. Sono immacolata come il bianco, idiota» torno a sedermi incrociando le braccia al petto. In realtà mi ha messo in soggezione, mi ha fatta sentire sbagliata solo con uno sguardo.

«Hai pienamente ragione. Il bianco nella cultura asiatica è simbolo di morte» commenta, facendo uno dei pochi sorrisi che ho avuto il piacere di vedere in tanti anni. L'unica volta che gliene ho visto fare uno è quando sono caduta dal motorino la prima volta, di fronte a casa, poi deve essersi abituato con le duecento volte che ho toccato il suolo.

«Fottiti» abbasso lo sguardo per tornare a guardare il libro aperto su un argomento a me sconosciuto, a vedere dai disegni c'entrano delle forze, dei vettori, delle stranezze.

Beh, ovvio. È fisica, è ovvio che c'entrano delle forze, Ivory.

«Non guardare il libro così, è una delle cose più facili che ti capiterà di studiare in tutta la tua carriera universitaria» mi informa con un tono più calmo ma comunque distante.

«Non capisco perché devo studiare questo schifo. Chi ha inventato questa merda? Un tuo parente?» domando incrociando le braccia al petto e appoggiando la schiena contro la sedia in modo parecchio rumoroso, tanto da far girare tutti verso di me.

Senza rispondere, il ragazzo allunga le mani verso il mio libro di fisica e scorre tra le dita le pagine fino ad arrivare all'inizio del capitolo.

Per tutto il tempo però io non faccio altro che fissare i suoi anelli che si muovono avanti e indietro, animati dalle falangi e continuo a chiedermi perché uno come lui ha degli anelli così.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 26, 2023 ⏰

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