9.

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Mi alzo e, sotto lo sguardo confuso ma allo stesso tempo curioso di mia sorella, gli vado incontro.
Non dico niente, semplicemente gli faccio segno di seguirmi.

Saliamo le scale in silenzio ed intanto i pensieri offuscano la mia mente.

<<Louis.>>
La sua voce esce timorosa dalle sue labbra.
Cerca la mia attenzione una volta all’interno della camera.

Vado verso la scrivania e prendo una penna poggiata accanto ad una cornice.
Non rispondo, gli do le spalle e gioco con la penna tra le mani.
Il nervosismo mi assale.

Lo sento sospirare e sento il suo corpo muoversi verso di me.
Poggia la mano sul mio braccio e velocemente lo ritraggo voltandomi verso lui.
Sembra, amareggiato? Triste? Pentito?

<<Ti devo spiegazioni.>>
Parla cercando il mio sguardo, che però, momentaneamente, è troppo occupato a guardare in basso.
<<Te ne sei andato in fratta, lasciando la mia bocca piena di parole non dette.>>

Si allontana e solo ora noto il suo diario di cuoio marrone.
Si avvicina al letto dov’è poggiato, e lo prende tra le mani venendo di nuovo verso di me.
Me lo porge e alzo lo sguardo verso i suoi occhi.
<<Sicuro?>> sussurro.
Annuisce anche se un po’ di incertezza la si legge chiaramente nei suoi occhi. Allungo la mano e lo prendo.

Il cuoio morbido contro la pelle calda della mia mano.
Lo giro e noto le innumerevoli macchie d’inchiostro nero, collegata tra loro per formare delle piccole frasi o piccoli disegni.

Lei non ti ama nel modo in cui ti amo io.
Salvami.
Non lasciarmi andare.

Tre frasi che catturano la mia attenzione, mi entrano dentro, scavano nel mio stomaco ma decidono che non è posto per loro, cosi salgono e arrivano dritto al mio cervello dove si conservano lievemente.

Tocco l’elastico scuro che chiude il diario.
Guardo Harry ancora una volta e noto che stava seduto sul letto; la schiena curva, i gomiti poggiati sulle ginocchia. Tortura le sue mani, stringendole, scrocchiando le dita..

Mi vado a sedere accanto a lui e gli do il diario. Mi guarda.
<<Non voglio leggerlo se tu non, se tu non ti senti… sicuro.>>gli dico rivolgendogli uno sguardo pieno di compassione.

<<Ne ho parlato con Gemma>> sua sorella, se ricordo bene.
<<E mi ha detto che, se voglio andare avanti devo affrontare i problemi che ho avuto in passato, sennò mi perseguiteranno sempre.>>
Mi riporge il diario, e preso dalla curiosità lo apro.

Le pagine bianche, ruvide, calcate dalla penna nera.
Pagina dopo pagina piena di parole e disegni vari.
Guardo la prima.

“Mi è stato detto che un modo per superare il dolore è sfogandomi.
Ho pensato alla boxe ma, non sono il tipo, ammettiamolo.
Cosi, mentre facendo la spesa per mia mamma, ho notato dei diari poggiati in un angolo dello scaffale, ed ho pensato che il miglior modo per sfogarmi è scrivere.”

Alzo il viso solo pochi secondi per vedere la sua espressione; sembra rilassato, cosi continuo a leggere.

“Mi sento strano, diverso.
Ogni volta che lo guardo una bellissima sensazione travolge il mio stomaco. La testa inizia a girare e involontariamente sorrido a vuoto.
Poi lo guardo mentre avvolge tra le braccia la ragione della sua felicità, e tutta la mia felicità mi crolla di sopra, mi schiaccia, quasi mi soffoca e lascia dei segni sul mio corpo.”

<<Lascia dei segni sul mio corpo.>> rileggo a bassa voce e con la coda dell’occhio noto la sua testa abbassarsi e i ricci coprono il suo viso.
Giro un paio di pagina e la mia attenzione viene catturata da un piccolo cuore disegnato a bordo pagina.

“Mi ha notato.
Abbiamo parlato per circa 30 minuti in biblioteca, da vicino è ancora più bello.
I suoi occhi castani mi scrutavano con interesse e le sue labbra erano sempre piegate, formando un sorriso. Era cosi sereno, bello, affascinante e da sogno.
Si è avvicinato a me notando il libro che stringevo tra le mani, infatti abbiamo parlato dell’autore e di vari libri.
Non voglio farlo passare per coglione dicendo quello che sto per dire, ma devo: non pensavo fosse cosi intelligente.”

Faccio una leggera risata e vado avanti.
Leggo pagine su pagine; il giorno in cui questo ragazzo ha ammesso di essere gay e di stare con una per copertura, perché i compagni l’avrebbero preso in giro. Il giorno del loro primo bacio, la prima uscita.

Arrivo ad un pagina il cui disegno è un cuore spezzato.
<<Stavo andando a casa sua.>> inizia a parlare prima che potessi iniziare a leggere.
Chiudo il diario e ascolto le parole piene di malinconia a dolore che escono dalle sue labbra.

<<Aveva lasciato il doppione delle chiavi di casa sua da me cosi ho pensato di riportargliele. Arrivo, apro il portone e noto dei vestiti a terra. Ho pensato fossero suoi perché mi ha sempre detto che quando torna a casa e vuole farsi la doccia, non gliene frega dove getta le robe basta che corra in bagno.>> fa un sorriso davanti all’immagine di quel ricordo, dopo però continua a parlare.

<<Poi ho visto un reggiseno ed il cuore ha perso un battito. Cosi sono andato verso camera sua, e sentivo gemiti e urla. Ho aperto la porta ed ho visto l’ultima scena che volevo vedere. Il mio cuore ha cesso di battere.>> leggo chiaro il dolore che prova mentre parla, allungo una mano verso la sua e la stringo tra la mia, ma questa volta non ritrae niente.

<<Ho scoperto che era una scommessa che aveva fatto con amici.>> conclude.
Non voglio sentire altro.
Mi getto incontro a lui e lo stringo tra le mie braccia, e lui si lascia andare in una piccola crisi di pianto.
<<Sfogati pure Harry, ne hai bisogno>> gli dico soltanto mentre passo la mano più volte contro la sua schiena.

<<Non è che non mi piaci Louis, è che ho perso la fiducia in chiunque, perfino della mia ombra.>> dice asciugandosi gli occhi con la manica della sua maglia.

<<Ti dimostrerò che di me ti puoi fidare. Dovessero passare settimane, mesi, anni, ma io ti aspetterò. Aspetterò il giorno in cui mi dirai che hai fiducia in me.>>
Accenna un sorriso ed abbassa lo sguardo timidamente.
<<G-grazie Louis.>>


HEY!
una ragazza che sta leggendo la storia mi ha messo leggermente fretta per scriverla quindi scusate se sarà uscita una merda lol

Just a story. ||H&L [TERMINATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora