1. Min Yoongi

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Min Yoongi non voleva problemi. Non se li poteva permettere. Aveva imparato che il successo arriva con grandi gioie e molte difficoltà, che la libertà individuale è un bene prezioso al quale doveva rimanere aggrappato il più possibile.
Per garantirsi quella libertà doveva stare lontano dai guai, cioè - in altre parole - lontano dagli scandali e dai pettegolezzi. Più facile a dirsi che a farsi, quando il tuo nome è sulla bocca di molti. In verità Yoongi aveva ben poco da nascondere, ma lo show business di cui faceva parte era noto per trasformare in notizie sensazionali - e false - ogni piccolo dettaglio della vita di un idol.

Yoongi aveva fatto i conti da un pezzo con gli alti e bassi del suo status ed era orgoglioso di ciò che era diventato, assieme ai suoi fratelli. BTS, Bangtan Sonyandan, era uno stile, un modo di essere, e quel successo, quel clamore mediatico, i tanti premi, l'amore degli Army, i ragazzi li avevano conquistati con sudore e lacrime.
Min Yoongi avrebbe protetto la sua famiglia acquisita ad ogni costo, fino alla fine.
Per questo lui e i suoi compagni dovevano talvolta rinunciare a qualche libertà, pur di essere lasciati in pace, per non finire sulle copertine idiote di certe riviste.
Scandalo faceva il paio con Coas, che a sua volta innescava dei processi dai quali Yoongi preferiva stare alla larga. Quando saltava fuori qualche notizia dal potenziale distruttivo, Hybe doveva intervenire per sedare tutto e questo risultava in restrizioni maggiori per lui e i ragazzi. Si trattava di un equilibrio sempre molto precario e delicato.
Stare fuori dai guai, mantenere il più stretto riserbo, non farsi vedere in pubblico al di fuori dell'attività lavorativa, non avere apertamente interessi sentimentali, omettere informazioni, non fare foto con i fan, erano tutti modi per garantirsi libertà e pace mentale. In questo erano sempre aiutati da manager e guardie del corpo, ma in fin dei conti stava a loro stessi avere un comportamento lineare che non prestasse il fianco a cattive interpretazioni.
Tanto poi ci avrebbero sempre pensato i giornali e le tv a montare storie ridicole sul nulla. Ma le notizie infondate erano facili da smontare e mettere a tacere, per cui non erano un grosso problema. Era invece più difficile affossare le mezze verità.
Se fosse dipeso esclusivamente da Yoongi, il suo approccio all'assalto dei media sarebbe sempre stato implacabile, ma aveva imparato nel tempo che alcune situazioni hanno bisogno di essere gestite con razionalità, sangue freddo e una buona dose di ironia.
Anche i suoi compagni lo sapevano; negli anni avevano discusso spesso di questi temi, anche animatamente, ma infine si trovava sempre un accordo. E se all'inizio della carriera le limitazioni imposte da BigHit avevano talvolta suscitato malcontento, oggi quelle regole garantivano enorme libertà, paradossalmente. Non era sempre facile - o giusto - ma l'ironia serviva a superare molti momenti bui e anche la faccia tosta non guastava, perché Yoongi e gli altri non avevano paura di alzare una mano e parlare. Namjoon era un maestro in questo, un vero leader capace di argomentare, mediare, chiedere, ottenere.

Ma questa volta Yoongi non sapeva come avrebbe potuto spiegare questa cosa, nemmeno con l'aiuto di Namjoon. Cioè, la spiegazione esisteva ed era sacrosanta, e di certo gli avrebbero creduto, ma quelle foto e video avrebbero fatto il giro del mondo e la gente ne avrebbe parlato per mesi e in tanti si sarebbero fatti un'opinione controversa. Proprio a due settimane dall'uscita del nuovo album.
Lo shock di trovarsi un traditore in casa, per altro, gli aveva figurativamente segato le gambe.
Non gli importava ciò che le persone avrebbero avuto da dire, ma sapeva che il gossip sarebbe stato un tormento e sebbene una parte dell'opinione pubblica avrebbe commentato con "lasciatelo in pace, sono affari suoi ", un'altra parte si sarebbe scagliata contro di lui e soprattutto contro Eunji. Trovarsi nel mezzo di un clamore mediatico era l'ultima cosa di cui quel ragazzo aveva bisogno.

Per fortuna di Yoongi, il karma aveva tuttavia deciso di fargli un regalo, una aiuto inaspettato.

《 Yaa, che stai facendo? 》 Yoongi si alzò di scatto puntando il dito verso l'intruso. Aveva in mano uno smartphone e aveva tutta l'aria di stare registrando un video. L'intruso indietreggiò di qualche passo senza staccare gli occhi dallo schermo del telefono, ma non rispose . Yoongi notò che il ragazzo aveva al collo il badge della Hybe, ma non lo conosceva. 《 Hyung, che succede? 》 bisbigliò Eunji. Yoongi scosse la testa e gli fece segno di restare seduto.

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