3. Comprensione

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Yoongi aveva uno stile di guida morbido, molto rilassante. Angela si sentì a suo agio e per un po' non pensò alla fame, mentre osservava la bellezza delle luci di Seoul la sera tardi.

Il traffico era tollerabile, per cui il viaggio verso Gwangjin sarebbe durato meno del previsto e Angela ne fu sollevata, perché le dispiaceva trattenere Yoongi troppo a lungo.

Mentre costeggiavano il fiume Han, dopo alcuni minuti di silenzio, con la radio in sottofondo a riempire i vuoti, Yoongi non trattenne il pensiero che gli frullava in testa già da un po'.

<<Non mi hai chiesto perché inseguivo quel tipo>> le disse.
Angela gli lanciò un'occhiata e alzò le spalle <<Perché ha violato la tua privacy>> rispose.
<<Mmh>> annuì, <<ma non sei curiosa di sapere che cosa ha registrato?>>
Certo che lo era, molto. La curiosità era uno dei suoi tratti caratteristici, ma mai quando si trattava della vita privata degli altri. Aveva imparato a sue spese come la violazione della privacy poteva distruggerti.

<<Sarei falsa se ti dicessi che non sono curiosa, ma è la tua vita privata ed è giusto che resti tale>> gli disse mentre continuava a guardava fuori dal finestrino.

Yoongi fu colpito e molto grato per quella risposta. Molte persone non avevano la sensibilità
per capire come semplici domande, apparentemente innocue, potessero generare disagio e ansia. Per uno come lui, la privacy era un baluardo da proteggere a tutti i costi.
C'erano aspetti della sua vita che dovevano rimanere nascosti, perché la riservatezza garantiva
libertà a se stesso e alle persone che amava.

Ma questa riservatezza è difficile da mantenere, quando la maggior parte delle persone intorno a te crede di conoscerti perché ti ha visto in tv o perché compra i tuoi dischi. Yoongi si trovava spesso davanti a fan e giornalisti che non avevano il minimo pudore nel fare certe domande. C'erano risposte che Yoongi non avrebbe mai concesso. Nel corso della carriera, assieme ai suoi compagni, aveva imparato ad essere evasivo al punto giusto.

<<Qualunque cosa abbia ripreso>> continuò Angela, <<se lo stavi inseguendo per i corridoi,
per me significa solo che si è comportato da bastardo>>

Yoongi restò in silenzio per qualche minuto e Angela socchiuse gli occhi. La stanchezza iniziava a farsi sentire. Era in piedi dalle cinque, aveva lavorato 12 ore, si era allenata per due ore, non aveva ancora cenato, e si era beccata un manrovescio in faccia.

<<Eujin è un mio amico d'infanzia>> disse Yoongi d'un tratto. Angela riaprì gli occhi. <<Era venuto a trovarmi stasera perchè aveva bisogno di parlare...non sta passando un bel
momento. E' raro che gli amici vengano a trovarmi alla Hybe, preferisco sempre vederli a casa, perché è più discreto, ma ultimamente non ho tempo e quando torno a casa voglio solo dormire. Così gli ho detto di passare in agenzia sul tardi, perché in questi giorni sono
sempre impegnato con le prove del nuovo album. Siamo andati al diciannovesimo per bere qualcosa e parlare dei suoi problemi...ad un certo punto è scoppiato a piangere, lo stavo
consolando...in pratica mi stava addosso, anche dopo essersi calmato, e gli accarezzavo i capelli e gli sussurravo cose all'orecchio...>> Yoongi si schiarì la voce e fece una pausa.

Angela lo ascoltava impassibile, ma capiva dove stava andando a parare e perché divulgare al pubblico un momento del genere poteva dare adito ad infiniti pettegolezzi.
<<Non me ne frega niente di apparire in un certo modo>> continuò dopo qualche istante, <<la gente si fa domande sulla nostra sessualità da sempre>>

Angela fu sorpresa che ne parlasse così apertamente con lei. <<Io odio le etichette, per cui questa roba mi irrita...e non volevo mettere Eujin in questo casino. Quel ragazzo ha già i suoi problemi, non ha bisogno che gliene crei altri, tipo essere sbattuto su qualche rivista o additato su qualche social>>

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