Zayn si sveglió di soprassalto: sentiva davvero troppo caldo. Il corpo di Amber era completamente rannicchiato sul suo petto e il fatto che avesse dormito tutta la notte circondandole la vita, gli aveva intorpidito gli arti. Eppure sopportava piacevolmente quella lieta "tortura". Era un sollievo guardarla dormire: il suo viso nel sonno era finalmente rilassato. Le sembrava un piccolo cucciolo bisognoso di cure e, forse per la brutta vicenda della scorsa notte o forse perchè la ragazza dormiva profondamente e non poteva vederlo, la avvicinó ancora di più, posandole sulla fronte un breve bacio. Saperla lì, vicino a lui, alleviava un minimo i suoi sensi di colpa. L'aveva consolata fino a quando i suoi occhi, stanchi e gonfi per il pianto, si erano lentamente chiusi. Le aveva pulito le guance dalle lacrime e dal mascara colato e infine si era addormentato stringendola forte.
Zayn osservó la sveglia sul comodino; le lancette segnavano le 5.30 del mattino. Decise di alzarsi per bere un bicchiere d'acqua non riuscendo a resistere ulteriormente a tutto quel caldo; ma solo dopo aver aperto il frigo si rese conto di essere vestito ancora come la notte precedente. Si tolse la maglietta bianca sudata e rimase a petto nudo nella stanza. Era sul punto di tornare in camera quando una signora di media statura e con i capelli castani si fermó davanti a lui.
"Lo sai che non devi portare le tue amichette qui" lo rimproveró "se vuoi divertirti vai da qualunque altra parte, ma non sporcare casa mia" continuó, osservandolo con sguardo duro e pieno d'odio.
"Non è..."
"Devi solo ringraziare che ancora ti permetta di avere un tetto sopra la testa; dopo quello che hai fatto non te lo meriteresti" disse infine dandogli le spalle senza aspettare risposta, prima di allontanarsi.
Il ragazzo rimase a guardarla impassibile: era abituato a quei suoi continui attacchi. Ormai non gli facevano quasi più effetto. Quando entrava dalla porta principale di quella casa sapeva bene che, se non voleva stare male, doveva azzerare le proprie emozioni. Cercava infatti di passare la maggior parte delle serate con gli amici, e, se questo non era possibile, si rintanava nella propria stanza, aspettando la mattina successiva per andare a scuola. Odiava terribilmente anche il fine settimana perché significava stare più del dovuto a casa con sua madre.
Zayn scosse la testa e si incamminò verso la camera. Si sedette al bordo del letto dimenticandosi di Amber che, nel frattempo, si era mossa alle sue spalle. La ragazza infatti aveva stiracchiato le gambe e le braccia prima di svegliarsi.
"Zayn" sussurró dopo aver visto la sua schiena nuda davanti a sè.
Il ragazzo, sentendo la sua voce, si giró verso di lei scacciando via i brutti pensieri.
"Stai meglio Amber?"
"Insomma..." gli rispose passandosi le mani sugli occhi stanchi.
Aveva dormito male e si era svegliata più volte durante la notte con la paura di essere stata lasciata sola.
"Ma grazie, per essermi stato vicino" precisó la ragazza scostando le lenzuola dal proprio corpo.
Successivamente si alzó dal letto e si avvicinó alla sua borsa per dare un'occhiata al cellulare. Non si stupì affatto di trovare 12 chiamate perse da parte della madre, 8 dal padre, sicuramente obbligato da quest'ultima, e 3 messaggi col tono sempre più minaccioso.
"Amber dove sei? È tardi e mi sto preoccupando, chiama appena puoi" "Vuoi rispondere al cellulare? È mezzanotte passata e io e tuo padre ti stiamo aspettando alzati" "Come torni a casa vedi!"
La ragazza sospiró, leggermente in ansia per le parole della madre. Sapeva che a casa l'aspettava una bella sgridata da parte sua e non aveva voglia di ascoltarla e di spiegarle tutto ció che era successo. Si vergognava troppo. Avrebbe semplicemente subito il rimprovero in silenzio, senza difendersi.
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She's not afraid
FanfictionAmber sapeva che reagire alle loro provocazioni le avrebbe solo procurato dei guai ma era stanca dell’omertà dei suoi compagni. Dall’inizio della scuola Liam e i suoi amici Harry, Zayn e Louis avevano preso il controllo su tutti quelli del corso di...