Dopo che Rafe alzò lo sguardo sulla ragazza, in quel momento il cuore di Irina si fermò per qualche secondo per poi riprendere a battere sempre più velocemente.
Aveva mille domande per la testa e quasi non riusciva a pensare a nulla, era certa però di una cosa.
Doveva andarsene il più rapidamente possibile da lì prima che potesse accaderle qualcosa di brutto.
Si girò e iniziò a correre con tutta la forza che aveva in corpo.- Cosa c'è Rafe?
Gli chiese il padre dopo la sua improvvisa esclamazione.
- È la figlia dei Petrova, ha visto tutto.
Rispose il biondo tirando indietro la testa per poi prendere un bel respiro per calmarsi.
Ma anche dentro la testa di Rafe stava accadendo qualcosa, proprio come Irina stava rischiando tutto quella notte.
- Cazzo, va bene. Non agitiamoci, è stata l'unica a vederci.
È solo una ragazzina, nessuno le crederebbe in qualunque caso.
Continuò Ward mentre cominciò a trascinare il corpo dell'uomo ormai deceduto fino alla fine del molo.
- No tu non la conosci. Mentre era amica di Sarah l'ho osservata a lungo.
Quella ragazzina ci può rovinare la vita in una notte.
Ha sentito della chiavetta con il video, e poi c'entra anche quella notte di sette anni fa.
Disse fermamente il ragazzo iniziando a prendersi dall'agitazione.
Non conosceva benissimo Irina ma sapeva bene di che pasta era fatta, non aveva nulla da perdere al contrario di Rafe. O almeno ne era certo il ragazzo.
- D'accordo tu occupati di lei, io mi occupo del corpo e della chiavetta. E se ce ne fosse bisogno... Uccidila.
Il biondo ascoltò silenziosamente le parole del padre, non capì se fosse serio a riguardo dell'ultima frase.
Ma in un momento di rabbia non si badano alle parole che escono dalla propria bocca.Senza esitare di un secondo prese la macchina e incominciò ad inseguire la ragazza anche se spesso la perdeva di vista.
Era molto agile e veloce, poteva riuscire benissimo a trovare il luogo più improbabile per nascondersi.
La mora si infilò in un vicolo buio dove le macchine difficilmente riescono a passare.
Si fermò un istante per riprendere fiato e per guardare in giro in caso il ragazzo la stesse ancora seguendo.
Si abbassò per terra appoggiando la schiena al muro e prese velocemente il telefono per chiamare Vincent.
Non chiamò la polizia perché sapeva che non le avrebbero mai creduto, ma magari avrebbero creduto lui.
Provò a chiamarlo diverse volte ma continuava a dare la voce telefono spento, così decise di lasciare un messaggio sulla sua segreteria.
- Vincent, sono Irina.
Iniziò affannando a tratti per via della corsa che aveva appena fatto.
- Sta sera ho visto qualcosa, penso di essere in pericolo. Avevi ragione... Sono i Cameron.
Disse continuando a guardarsi da entrambi i lati per essere certa che non sarebbe arrivato.
- Ward Cameron e Rafe Cameron hanno...
Sfortunatamente per Irina quella sera non la smetteva di darle brutte sorprese, anzi il peggio doveva ancora arrivare.La ragazza non potette finire in tempo la frase perché sentì all'improvviso qualcuno prenderla da dietro e tapparle la bocca con la mano.
Poi infine le prese il telefono dalle mani e la portò verso la macchina ordinandole di stare in silenzio.
- Non rendere le cose più difficili di quanto non siano già.
Disse il biondo mentre le metteva delle manette ai polsi e infine la fece sedere in macchina nel posto vicino al guidatore.
Anche senza vedere il ragazzo lo ricobbe subito dalla voce.
Entrò anche Rafe in macchina e riprese a guidare rimanendo in assoluto silenzio.
Irina non sapeva cosa sarebbe successo dopo, doveva ancora realizzare cosa le stava accadendo.
Non sapeva cosa dire in una situazione del genere ma probabilmente se avesse aperto bocca si sarebbe fatta ammazzare.
Era immobile, guardava fisso davanti a lei cercando di capire dove la stesse portando, ma con quel buio riuscì a vedere ben poco.
Intanto Rafe mentre continuava a guidare prese il telefono che sequestrò ad Irina pochi secondi prima e scrisse qualcosa su esso.
La ragazza guardò con la coda dell'occhio cosa stesse scrivendo e notò che il destinatario del messaggio era proprio Vincent.
- "Rimango a dormire da Sarah, se non mi vedi tornare la mattina è perché sono andata a fare un giro".
Così è abbastanza credibile per ora.
Disse Rafe rimettendo il telefono della ragazza nella tasca dei pantaloni.
- No non è credibile per un cazzo.
Pensò innervosita Irina mentre si guardava intorno per cercare altri indizi che la potessero aiutare.
Abbassò lo sguardo sulle manette che le stavano tartassando i polsi.
Iniziò a pensare a qualche via di fuga o una via di uscita.
Ma in quel momento non riusciva a pensare a nulla, non sapeva cosa sarebbe successo dopo o cosa le avrebbe fatto il ragazzo una volta arrivati a destinazione.
Cercò di mantenere la calma nonostante la situazione surreale in cui si trovava.
Guardò Rafe vicino a lei e lo esaminò attentamente.
Sembrava nervoso, agitato anche se non lo dava a vedere.
Stringeva pensieroso il volante tra una mano mentre aveva il braccio appoggiato al bordo del finestrino.
- Dove stiamo andando?
Chiese improvvisamente spezzando il silenzio che si era creato nella macchina.
- Non deve importarti, meno sai meglio è.
Rispose freddo il ragazzo mentre prendeva una curva per poi svoltare a sinistra.
- Chi era quell'uomo?
Chiese nuovamente la ragazza.
- Smettila di fare domande. Non dovevi vedere ciò che hai visto, ora è tutto un casino del cazzo.
Sbottò alzando la voce.
Da lì in poi Irina rimase in totale silenzio per tutto il resto del viaggio.
Arrivarono dopo una mezz'oretta.Tentò di capire dove l'avesse portata ma l'unica cosa che riusciva a vedere grazie ai fari della macchina era un portone di legno.
Il ragazzo scese dalla macchina e aprì anche a Irina facendola scendere.
Voleva agire, doveva trovare una soluzione odiava essere con le spalle al muro. Ma cosa avrebbe potuto fare, era notte e probabilmente Rafe aveva con sè delle armi. Non voleva rischiare.
Entrarono nella casa e subito Irina osservò con attenzione l'interno di essa.
Sembrava essere molto costosa, aveva un arredamento moderno ma sofisticato.
Sarà sicuramente stata la casa delle vacanze dei Cameron.
Pensò a primo impatto.Rafe intanto la stava portando verso il soggiorno della casa dove una volta arrivati ammanettò la ragazza ad un tubo di ferro attaccato alla parete.
- Cos'hai intenzione di fare ora? Lasciarmi qui non cambierà ciò che hai fatto con tuo padre.
Disse Irina iniziando a dimenarsi per cercare di togliersi le manette.
Il ragazzo sospirò senza dire nulla e si sedette sul divano poco lontano dalla ragazza.
Iniziò a pensare ad una qualche soluzione, non aveva idea su cosa avrebbe fatto dopo con la ragazza.
Spostò lo sguardo su Irina che stava continuando a cercare di togliersi le manette ma ogni suo tentativo la portava solo a farsi del male.
- Smettila, è inutile.
Le disse scuotendo di poco la testa.
- Lasciami andare.
Rispose la ragazza aggrottando la fronte per la rabbia.
Il ragazzo non rispose alle parole della ragazza, sparì per un attimo in un'altra stanza e quando tornò mise una pistola sul tavolino in vetro che si trovava davanti a lui in modo che Irina potesse vederla.
La mora osservò la pistola sul tavolino senza spiccare parola poi passò lo sguardo su Rafe che la stava guardando con un mezzo sorrisetto compiaciuto.
- Lo stai facendo per tuo padre non è vero? Pensi che facendo così ti guadagnerai da parte di lui una sorta di ammirazione? Lascia che ti dica una cosa... A lui non frega un cazzo di te.
Gli disse amara la ragazza continuando a guardarlo.
Il biondo dopo quelle parole prese tra le mani la pistola per poi alzarsi e avvicinarsi a lei fino a farla finire con le spalle al muro.
- Zitta.
Le ordinò minaccioso mentre la guardava negli occhi.
- Pensaci, chi è qua a badare alla ragazzina che ha visto tutto e chi ha la chiavetta di cui stavate parlando? Tu sei qua mentre lui va dalla polizia, consegna la chiavetta e torna a casa indegno. Perché quell'uomo pur di salvarsi la pelle farebbe anche finire il proprio figlio nella merda.
Disse la ragazza ricambiando lo sguardo di Rafe.
Rimasero entrambi a guardarsi per qualche secondo in assoluto silenzio poi il ragazzo se ne uscì con un sorrisino beffardo.
- Che caratterino interessante.
Le disse sfiorandole la guancia con la pistola ma mentre si allontanava notò un particolare molto familiare nella collana che portava al collo Irina.
- L'ho già vista, chi te l'ha data?
Domandò sollevando la chiave dal petto della ragazza per esaminarla.
- Non toccarla.
Gli disse secca guardando il ragazzo in modo truce.
Senza ascoltare ciò che gli aveva appena detto, Rafe staccò la chiave dal suo collo e si allontanò con essa.
- La tengo io finché non scopro perché mi è così famigliare.
Disse prima di salire le scale e svanire in una delle stanze della casa lasciando la ragazza da sola ancora ammanettata.Prese un gran respiro per poi sbattere il palmo della mano contro il muro.
- Cazzo.
Pronunciò dalla rabbia che si stava espandendo sempre di più per tutto il corpo.
Si lasciò cadere a terra esausta appoggiando la schiena contro la parete.
Ripensò a quando sua madre le affidò la chiave l'ultima volta che si sono viste.
Cosa significava davvero quella chiave? Perché non doveva perderla per nessuna ragione?
Domande del genere assalirono la mente della ragazza.
Era confusa da tutto ciò che le era accaduto in quell'unica sera.
Ma ciò di cui era sicura maggiormente è che doveva riprendersi la chiave a qualunque costo e doveva trovare un modo per scappare di lì.
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𝑨𝒅𝒅𝒊𝒄𝒕𝒆𝒅 | 𝑅𝑎𝑓𝑒 𝐶𝑎𝑚𝑒𝑟𝑜𝑛
RomanceSecondo voi è possibile aggiustare qualcuno che è stato rotto per tanto tempo? Lei ci ha provato ma sono finito per incasinarle la vita. L'amore. Che cosa stupida e banale ma allo stesso momento così potente che può ferire più di una pallottola al...