Delusione. Enorme delusione.
Ecco come mi sentivo prima che Sabi venisse a tirarmi su il morale. Nn posso ancora crederci che quel- quel- quel maiale sia riuscito a fare qualcosa del genere.
Si, quello stesso maiale che fino a qualche ora fa professavo ciecamente di amare...
Sabi mi ha fatto "IL discorso", come lo chiama lei, ed ho deciso di riprendermi.Nn può portare via la mia felicità solo per il suo divertimento. Insieme a Sabi ho spalancato l'armadio e ho scelto un bel completo.
Una canottierina corta con lo scollo quadrato a scacchiera e dei pantaloncini di jeans neri con tre catene al fianco.Abbiamo chiamato Lollo e siamo andati a vedere i fidanzati di Lollo e Sabi giocare a calcio nel campetto del parco, quello vecchio come il mondo e più sgangherato del parco stesso.
Ed è dire tanto visto che ci sarà al massimo una panchina ancora integra, come un albero nn martoriato o un muretto senza graffiti. Parliamoci chiaro, la maggior parte di essi sono ad opera mia, ma questo è un'insignificante dettaglio che mi terrò rigorosamente per me.
Arriviamo al campetto e senza dire nemmeno una parola o anche solo guardare in faccia i giocatori mi trascino verso il mio solito palo. Mi lascio cadere di schiena sul mio caro amico portante e sposto lo sguardo verso il parco.
Si può vedere un po' tutto, qui al parco dei Melograni; come lo chiamiamo noi ragazzi, suoi perenni occupanti.
Dai bambini che provano a giocare sulle giostre ferrose e sgangherate ma che poi vengono richiamati dalle madri pk a detta loro è "anti-igienico", alle vecchiette nostalgiche che provano a fare inspiegabilmente conversazione con i piccioni, fino alle smielate ed appiccicose coppiette stazionate 24/7 sulle poche panchine ancora usufruibili a-Aspetta, ma quello è...?
No nn è possibile...
Andreas, il mio da qualche ora EX sta limonando con Giulia, quella che io consideravo la mia migliore amica.
EX migliore amica pure lei, da poco.
Seduti su quella che è forse la peggiore delle panchine ancora utilizzabili, situata molto convenientemente proprio davanti al campo.
Neanche sembrano accorgersene del fatto che metà panchina sia sfasciata a terra, da quanto sono presi.Una miriade di flashback inizia a defluirmi nella mente. Da come ci siamo conosciuti, tutto il tempo che abbiamo passato insieme, tutte le sviste e le apparenti incomprensioni, fino ad arrivare a questa mattina.
Mi ero appena svegliata con le prime luci del sole, stavo sul divano. Evidentemente ieri sera sono crollata. Mi chiedo dove siano Andreas e Giulia. Ho un gran mal di testa, ma che mi hanno fatto bere? Lo sanno che nn mi piace l'alcool. Mi sentiranno questa volta. Mi alzo lentamente ed inizio ad aggirarmi per casa mia in cerca della mia migliore amica e del mio ragazzo. Vado in cucina e mi verso del caffè avanzato da ieri sera. Me lo sgolo in un sorso e continuo a cercarli per tutta la casa.
Ad un certo punto passo davanti alla mia camera, quando ad un certo punto sento come dei gemiti.
Mi avvicino con l'orecchio alla porta e-Si, sono proprio dei gemiti.
Neanche troppo contenuti.
Molto volgari, aggiungerei.
Apro la porta sconcertata ed intimorita al contempo.
Ciò che mi trovo davanti conferma orrendamente le mie supposizioni.
Mi trovo davanti la mia migliore amica.
Ed il mio ragazzo.
Appoggiati al mio letto.
Che sc*pano.
Nn sembra nemmeno interessarli vagamente il fatto che la porta è appena sbattuta.
No, loro continuano imperterriti. Prendo il mio ragazzo-
o meglio, ex-ragazzo adesso, per la collottola e lo tiro indietro.Lui si lamenta e nn sembra nemmeno curarsi del fatto che l'ho colto in flagrante.
Lo tiro a terra e sussurro inc*zzata nera di uscire da casa mia.
Lei si alza fosse niente, anzi forse un po' annoiata, come se le avessi interrotto la sc*pata della sua vita.Come no.
Con tutti gli uccelli che hai visto dubito che quel coso del mio ex possa anche solo rimanerti in mente per più di due giorni, zia.
Prende i suoi vestiti e si avvia verso la porta d'ingresso.
Il mio ex si alza e mi guarda. Uno sguardo vuoto, che nn esprime nulla. Mormoro con un filo di voce che è finita e poi mi giro indicandogli l'uscita.
Lui prende i suoi vestiti e se ne esce nulla fosse.Appena sento la porta principale sbattere, accompagnata da dei suoni nn proprio casti, delle bollenti lacrime di rabbia iniziano a fuoriuscire lentamente dai miei occhi.
E proprio in quel momento mi accorgo che sto stringendo i pugni così tanto che le mie nocche stanno diventando bianche.
Anche adesso, a ricordare, inconsapevolmente una lacrime trova imperterrita la sua via sul mio volto.Alzo una mano e con il dorso asciugo la mia guancia già leggermente umida mentre mi giro verso il campo, con l'intenzione di concentrarmi su qualsiasi altra cosa.
Faccio appena in tempo a vedere un gruppetto di ragazzi che si avvicina a me smarcandosi a vicenda con il pallone tra i piedi che da destra si fa avanti uno del gruppo per prendere possesso palla, ma inciampa su di un arbusto a qualche centimetro dai miei piedi.
Si piega in avanti e allunga una mano per fermare la caduta ma essa si impiglia con la collana regalatomi dal mio ex; che tengo, ovviamente, solo e soltanto puramente come ricordo.La caduta viene fermata ma la collana mi spinge cmq piegata a metà, con lui piegato a qualche centimetro dalla mia schiena.
Nel mentre l'azione si è spostata da un'altra parte del campo, e gli unici ad aver notato ciò che è successo sembrano i miei amici, posizionati dalla parte opposta del campo.Lui si tira su ed io lo seguo a ruota. Riesco finalmente a vederlo in faccia e-
Cavoli.
È davvero figo.
Ha in mano un frammento del ciondolo di legno a forma di mela che un tempo era legato alla collana.
Si è rotto.
Stranamente ciò mi conferisce una specie di senso di tranquillità e liberazione.
Lui mi guarda per qualche secondo per poi scusarsi in una roca e profonda voce. Sbatto le palpebre più volte perché credo si star perdendo il senno della ragione. Mi passa il frammento che io prendo con già mille pensieri ad occuparmi la mente.
Si scusa di nuovo e si passa le mani dietro il collo slegando la sua, di collana, composta da una catena ed una targhetta liscia color argento.
Dice che me la regala come una specie di acconto per il danno. Mi affretto a dire che nn serve, che quella collana nn valeva niente, ma lui è altrettanto veloce a controbattere dicendo che si sente di doverlo fare. Sembra avere solo le parole giuste in bocca.Bono e pure bravo con le parole.
Potrebbe andare meglio?
Mi fa cenno di girarmi ed io ubbidisco quasi automaticamente. Scosta i miei capelli e aggancia la catenina dietro il mio collo. Mi rigiro e lo ringrazio.
Si gratta il dietro del collo e prova a sminuire.Prima ch'io posso ribattere si dilegua verso la porta sinistra dicendo che, si, è decisamente meglio come portiere.
Lo guardo arrivare in porta giusto giusto per parare una raso terra.
Sposto lo sguardo sul frammento.
Mi tolgo la vecchia collana e la scaravento al di là della recinzione che costeggia il campetto.
È tempo di nuovi inizi.
Basta piangere sul latte versato.
È il momento di risorgere dalle ceneri come quella strafiga di una fenice dei disegni di Sabi.
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Caos A Roma
General Fiction*ATTENZIONE* Linguaggio sarcastico ed esplicito (Autocensurato, prob) Una ragazza che viene tradita dal suo adesso ex, un bassista latino dal fare misterioso e se- Figo. Un apparente debito, una nascente carriera, TANTO caos e tutto questo in una sp...