Mild angst/fluff. Levi ed Erwin si tengono i mignolini.
________________Il contatto innocente e spontaneo delle loro dita riportò definitivamente i pensieri di Erwin saldi a terra. Nessuno dei due uomini era generalmente propenso al contatto fisico, tendevano a dimostrarsi il loro affetto con timidezza: Erwin dedicandogli parole che fiorivano nella sua mente solo e soltanto per lui; Levi prendendosi cura di lui quando l'uomo era troppo distratto o distaccato. Si davano forza l'un l'altro, funzionavano insieme. E in quei mignoli intrecciati, il biondo aveva trovato la forza una volta ancora.
Non era propriamente come se tutto il resto avesse cessato di esistere. Tutto il resto aveva ugualmente importanza, tutto il resto era stato in grado di portarli a condividere insieme quel momento così prezioso. Eppure, per un certo verso, era come se quel tutto esistesse di per sé e basta, a prescindere ed al di fuori di Levi ed Erwin.
L'aria era fredda, ma la loro vicinanza irradiava nell'altro una sensazione di calore così piacevole che il biondo, pur di non privarsene, rallentò addirittura il ritmo del proprio respiro per limitare i suoi movimenti.
Le stelle erano quasi diventate noiose da guardare, scrutare con attenzione e sicurezza il viso di Levi pareva decisamente un'opzione più appagante di quella. La pelle pallida sembrava brillare sotto alla luce fioca della notte, i lineamenti così dolci e perfetti un po' induriti grazie alle ombre drammatiche che il cielo proiettava su di loro. A quella vista – alla realizzazione di avere davvero l'uomo al suo fianco, in quel momento – Erwin percepì qualcosa smuoversi in sé, proprio sotto alla superficie della sua pelle, ma non seppe attribuire un nome all'ennesima sensazione sconosciuta che Levi era stato in grado di fargli provare.
E poi, in un istante, la distanza fra loro era solo un concetto facente parte del passato. Le loro bocche si incontrarono teneramente a metà strada, come se fosse da sempre un movimento del tutto naturale. Le labbra che combaciavano perfettamente, i respiri infranti gli uni contro gli altri – irregolari, eppure così indisturbati – Erwin notò come "qualcosa" che prima si dimenava per liberarsi sembrava aver trovato una via d'uscita, abbandonando con naturalezza la propria pelle e lasciandolo sentire libero e leggero come mai prima d'ora, come se la libertà che provava fuori dalle mura fosse nulla al confronto.
Desiderò guardare Levi, lo desiderò con tutto se stesso, ma la consapevolezza di quanto stesse accadendo era sufficiente e sembrò calmare l'uomo che, nel frattempo, era stato travolto da così tante emozioni diverse e contrastanti. Afferrò con più sicurezza la mano ora tiepida del corvino, intrecciando il resto delle loro dita e stringendolo come se fosse stato ciò che di più prezioso aveva.
Interrotto il contatto tra le loro labbra – non per mancanza di fiato o voglia di continuare, bensì per cercare di scorgere una reazione nell'altro – i propri occhi brillavano. Brillavano così tanto che addirittura Erwin stesso poté percepirne il bagliore, nel frattempo che una singola lacrima silenziosa si fece spazio lungo la propria guancia.
Strinse Levi, lo strinse a sé con forza. La reazione del suo corpo a tutte le emozioni che aveva a lungo ignorato si tradusse in un pianto privo di singhiozzi e di tristezza, un pianto che Levi – dal basso del suo abbraccio stretto – non avrebbe potuto scorgere. Il biondo rabbrividì alla realizzazione di quanto fosse appena accaduto e desiderò stringere il corvino più forte tra le sue braccia; ciò che più di tutto voleva era farlo sentire al sicuro, fargli capire a che punto fosse arrivata l'adorazione nei suoi confronti. E così si avvicinò maggiormente la figura di Levi a sé, con delicatezza, quasi avesse paura di romperlo.
Erwin posò la propria guancia contro i capelli corvini e ne inalò silenziosamente il profumo, trovandolo così piacevole e rilassante. Levi aveva un buon odore. Spostò una delle mani che lo teneva stretto all'altro, portandola tra i fili soffici che gli solleticavano il volto; lo accarezzò con cura, intrecciando delicatamente le proprie dita tra i capelli sottili. Era un gesto uscitogli spontaneo ed era piuttosto raro che il Comandante agisse così d'impulso. Ma no, in quel momento non erano più Comandante e Capitano: erano semplicemente due uomini soli, che nell'altro avevano ritrovato pezzi di sé e ciò che mancava a completarli. Erano due uomini come gli altri, travolti per una volta dalle proprie emozioni; due uomini che contavano sulla stabilità dell'altro. Uomini che potevano permettersi di non pianificare ogni gesto, ogni parola secondo uno schema. Le barriere tra loro crollarono in quel momento, lasciandoli vulnerabili. Ed Erwin trovava forza in quella vulnerabilità condivisa, nonostante ogni singolo centimetro del suo corpo tremasse e desiderasse urlare qualcosa, qualsiasi cosa.
Allentò leggermente la presa.« Levi... »
La voce del biondo era spessa, un po' a causa del pianto – finalmente cessato, nonostante non si fosse neanche accorto di quando fosse iniziato – e un po' perché non trovava le parole che esprimessero ciò che dentro di lui stava gridando. Parlava piano, data la vicinanza al corvino.
« Grazie. »
La presa si fece nuovamente stretta ed Erwin si abbassò ancora un po', questa volta per nascondere il proprio volto nell'incavo del collo di Levi. Il profumo della sua pelle era più forte lì ed il biondo chiuse gli occhi, beandosi del tepore e del profumo di lui.
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Eruri Oneshots
FanfictionRaccolta di One Shots Eruri, principalmente angst/fluff, eventualmente anche smut. Le richieste sono ben accette, tuttavia ho i miei (biblici) tempi per scrivere. CC per la fanart in copertina: fatta io. Niente CC. (Può contenere spoiler del manga...