2日目

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il giorno seguente sempre la stessa storia, la sveglia che suonava alle cinque e mezza e mamma che urlava dall'altra stanza di alzarmi e di sbrigarmi o non sarei riuscita a fare colazione.
l'odore del mio futuro pranzo si sentiva pure dalla mia stanza, segno che mamma aveva preparato qualcosa di buono per me e probabilmente anche per lei.
dalla finestra diversi raggi solari entravano in camera illuminando le lenzuola bianche appena sistemate sul materasso.
riuscii velocemente a mettere le mie parigine assieme allo zaino ed uscii dalla camera.
un bacio veloce in fronte dalla mamma e mi ritrovai con i soliti mocassini neri fuori dalla porta ormai sul vialetto di casa.
con passo svelto camminai per le piccole stradine del mio quartiere e poi verso le grandi strade di shibuya.
durante la mia solita passeggiata mattutina rispetto alle solite volte sentii dei passi accanto a me e vidi la stessa mia uniforme ma maschile.
era il ragazzo del giorno prima con la camicia fuori I pantaloni, I capelli scompigliati e la cravatta larga che copriva i bottoni della camicia.
a rompere il silenzio fu proprio lui che al mio sguardo confuso disse:

Mitsuya: «buongiorno Aoki, anche tu in ritardo oggi?»
chiese curioso il più grande, mentre il mio sguardo si poggiava sulle varie persone per strada e le grandi strisce pedonali trafficate da molti studenti, avvocati e uomini d'ufficio di qualsiasi genere.
non gli risposi, continuai a camminare accanto a lui senza però proferire parola, lui però continuò a farmi domande.
Mitsuya: «come mai non rispondi? ti faccio paura?»
ridacchiò per la sua ultima domanda ed io lo seguii sospirando un sorriso.
come poteva spaventarmi con quel viso dolce ed il suo comportamento meno impacciato del mio, ma impacciato.
Ai: «non mi fai paura, semplicemente non amo le lunghe ed articolate conversazioni.»
mitsuya poggiò una sua mano sulla mia testa e sorrise per poi toglierla e ritornare a guardare difronte a lui per la strada.
io non dissi nulla o mi scansai, rimasi quasi impassibile fino all'arrivo a scuola.
lì le nostre strade si divisero prima verso gli armadietti e poi verso le proprie classi.
un senso di protezione invase il mio corpo, così tanto che mi persi nei miei pensieri e non mi accorsi del mio già arrivo in casse con i libri sistemati sul mio banco.
nuovamente dopo l'appello il professore fece la sua entrata in classe e le lezioni proseguirono fino alla pausa pranzo.
presi il mio bento dallo zaino e uscii velocemente dalla classe, ma questa volta fuori mi aspettava il ragazzo di quella mattina, mitsuya.
lo guardai confusa, ma senza chiedere spiegazioni.

Mitsuya: «pranzerai nuovamente in quel corridoio vuoto e pieno di polvere?»
chiese ed io annuii, ma nel momento in cui cominciai a fare su e giù con la testa lui prese la mia mano e mi tirò velocemente verso la sua aula.
vari sguardi si poggiarono su di noi, fino all'arrivo nella sua classe, dove gli amichetti del giorno prima erano seduti attorno ad un banco vuoto, probabilmente il suo.

Mitsuya: «lei è Aoki Ai, la ragazza di ieri.
mi è sembrata simpatica, quindi perché non farla stare con noi dato che è spesso sola.»
rimasi in silenzio, mi sentivo come se gli facessi pena, tristezza, era questo quello che vedevano gli altri?
probabilmente chi non mi conosceva, sempre a causa delle solite voci.
i ragazzi si presentarono ad uno ad uno, si chiamavano Chifuyu, Baji, Draken, Mikey e Pah,
sembravano simpatici, anche se stupidi.
uno di loro si comportava letteralmente da bambino, ma non sembrava per niente immaturo.
vidi spostare una sedia dietro di me ed il ragazzino, chifuyu se non sbaglio mi spinse a sedermi.
poggiai il bento sulle mie gambe mentre loro continuavano a fissarmi, l'imbarazzo che provavo in quel momento era indescrivibile, erano tutti dei bei ragazzi ed era difficile credere volessero fare amicizia con una come me.

Mikey: «Aoki, sai fare a botte?»
mi chiese il più bassino, io lo guardai sconcertata e poi guardai Mitsuya che mi incitò a rispondere con lo sguardo.

Ai: «ho fatto arti marziali da piccola, ma per difesa personale, nulla di che.»
risposi sussurrando ed i suoi occhi si illuminarono.

Mikey: «Mitsuya dovresti portarla ad assistere ad uno dei nostri incontri.»
rispose lui poggiando lo sguardo prima su di me e poi su Mitsuya.

Mitsuya: «non se ne parla, se si avvicinassero a lei e la picchiassero?
ti prendi tu la responsabilità cretino?»
disse alterato il più grande mentre mangiava il suo riso bianco.
vedendolo mangiare mi ricordai del mio pranzo ed aprii il mio bento dove all'interno stavano delle uova sode, un po' di riso e varie piccole porzioni di contorni.
mikey guardò subito il mio bento leccando le sue labbra.

Mikey: «whoa, l'hai preparato tu? sembra buono...»
disse continuando a fissarlo, ma una voce roca lo fermò dall'acchiappare il mio contenitore in plastica.

Draken: «mangia il tuo di pranzo non quello della ragazza.»
quel ragazzo mi fece quasi paura, non sembrava neanche un liceale, in più aveva quel tatuaggio sulla tempia ed uno sguardo arrabbiato e da cazzone.
mi morsi il labbro inferiore leggermente impaurita e cominciai a mangiare lentamente.
tra tutti quei ragazzi l'unico che non aveva proferito parola era baji che continuava a squadrarmi dalla testa ai piedi come se avesse uno scanner al posto degli occhi.
mi girai a guardarlo ancora più confusa di prima e scossi la testa come per chiedergli quali fossero i suoi problemi.
lui non disse nulla, anzi tornò al suo pranzo spostando qualche volta lo sguardo su di me per controllarmi, come se potessi fare qualcosa a qualcuno.
il suono della campanella eccheggiò per le varie classi, così dopo aver sistemato il contenitore mi alzai,
feci un leggero inchino ai ragazzi per salutarli ed uscii dalla classe dirigendomi verso la mia e poi verso il club di cucina.

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spazio autrice

lo so non è un granché, ma andando avanti con i capitoli diventeranno meno noiosi, scusate :(

𝙢𝙤𝙤𝙣𝙡𝙞𝙜𝙝𝙩 | 𝘔𝘪𝘵𝘴𝘶𝘺𝘢 𝘹 𝘖𝘤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora