Colleghi.

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"Tutto ok?"- chiesi. Lui mise il telefono in tasca e si voltò verso di me.

"Sì."- rispose freddo.

"C'è qualcosa che non va con Spencer?"- il suo sguardo sembrava arrabbiato.-"So che non si è fatto sentire per molto, ma..."- la sua voce interruppe la mia frase.

"Era meglio. Faceva male a tutti noi non avere più Spencer tra di noi, ma dovevamo farlo. Tutto il team aveva deciso che solo io , JJ e Penelope lo potevamo vedere, ma una volta ogni tre mesi, a rotazione."

"Perchè?"- chiesi, non capendo cosa volesse intendere.

"Non volevamo più che mantenesse i rapporti con noi della BAU, ha deciso di lasciare il lavoro per le sue ovvie ragioni, e vederci e parlare con lui potrebbe fargli venire voglia di tornare. Spencer ha sofferto troppo per colpa di questo lavoro, io non ho patito nemmeno la metà di quello che è successo a lui, non può stare ancora male."

"Io non volevo questo, bastava rifiutare l'invito. Io non sono una profiler, ma penso che Spencer abbia bisogno dei propri amici. "

"Ma ciò può solo fargli male!"- era molto arrabbiato, ma cercava di non farsi sentire dagli altri.

"Hai mai parlato con lui? Gli hai mai chiesto ciò che realmente volesse?"- rimase per un po' in silenzio, dedussi che la risposta alle mie domande era no.

"Non c'era bisogno di parlare, è per lui che stiamo facendo questo, fa male anche a noi."

"Voi profiler pensate di non dover più parlare, che vi basta solo capire la psiche delle persone per sapere cosa pensano?"- iniziavo ad agitarmi.-"Se tu fossi stato un amico, e non solo un collega, avresti saputo che negli ultimi mesi Spencer ha avuto dei ripensamenti sul suo lavoro, non lo soddisfa, non vede le sue capacità utilizzate e vorrebbe cambiare vita."- Derek sembrava confuso, non sapeva tutte queste cose e non sapeva cosa dire. Probabilmente aveva capito che l'unico lavoro adatto a Spencer era nella BAU. 

"Con te Spencer è diverso, è una persone migliore."- mi disse.

"Grazie."- sorrisi.-"Spesso mi ha detto di aver paura che mi potesse accadere qualcosa, ma sono certa che non mi potrà accadere nulla."- ci fu un lungo momento di silenzio,poi ricominciai a parlare.-"Non voglio che ricominci subito a lavorare con voi, ma parla con lui, chiedigli cosa vuole dalla sua vita."

"Grazie."- mi disse, dandomi una pacca sulla spalla e rientrando nella sala da pranzo, dove c'era grande confusione. Ripensavo alla conversazione avuta con Derek, gli avevo detto tutto ciò che pensavo e speravo di aver rispettato il pensiero di Spencer. Sapevo io stessa che il lavoro di profiler era difficile, duro, e che avrei visto Spencer pochissimo, che sarebbe stato in pericolo e forse ci sarei stata anche io, ma volevo che fosse felice e soddisfatto della sua vita. I colleghi di Spencer andarono via dopo pochi minuti, e lui si stese sul divano, esausto.

"Henry mi ha detto che sei simpatica e molto carina."- disse, sorridendo.

"Anche lui lo è, potrei lasciarti per lui."- entrambi scoppiammo in una fragorosa risata.- "Come è andata, in generale?"

"Molto bene, mi ha fatto piacere rivederli, e mi erano mancati."

"Sono felice che tu sia stato bene, sono molto simpatici."- dissi, e poco dopo Spencer iniziò a parlarmi di ciò che aveva passato con ognuno di loro, fin quando non si addormentò sul divano, e io lo seguii. 

Qualche settimana dopo mi chiamò, chiedendomi di andare da lui, sembrava triste. Arrivata a casa sua, lo trovai seduto sul divano con il viso basso e, senza che gli chiedessi nulla, mi spiegò che a lavoro aveva dei problemi, che gli studenti che aveva non erano pieni di entusiasmo come i passati, che i loro esami andavano malissimo e loro si lamentavano di lui. Ma la cosa più strana era che proprio oggi, che aveva avuto questa brutta giornata lavorativa, Derek lo chiamò.

"Mi ha fatto un discorso molto lungo, sul perchè lui e gli altri non si sono fatti più sentire ed era molto dispiaciuto, mi ha chiesto scusa. Poi mi ha anche chiesto una cosa."

"Dimmi."

"Mi ha chiesto se voglio tornare a lavorare con loro."-Spencer mi guardò come se mi stesse pregando, si vedeva che voleva tornare a fare il profiler.

"E tu cosa vorresti fare?"

"Io.."-iniziò a balbettare.-"Io vorrei, il lavoro di insegnante mi inizia a stare stretto, e non sento le mie potenzialità espresse ultimamente, ma ho paura."

"Di cosa?"

"Ti ho raccontato di tutti i miei viaggi da profiler... Mi dovrei assentare tanto, ma ora ci sei tu, e non voglio farti star male."- sorrisi, aveva detto una cosa molto dolce.

"Spencer, non ti preoccupare per me. Non devi chiedermi il permesso di fare quello che vuoi fare, io anche ho da fare, e quei giorni in cui tu non ci sarai studierò, o imparerò a giocare a scacchi."- scoppiò a ridere.

"Da un lato vorrei tornare, ma dall'altro è stata dura superare quello che mi è successo, è dura potermi fidare di nuovo del mio lavoro."- in un attimo pensai di aver sbagliato a dire quelle cose a Derek, forse Spencer non voleva tornare al lavoro, forse era ancora traumatizzato.

"Lo so, se non te la senti, non accettare. Hai ragione, deve essere dura, ma sappi che se dovesse sfortunatamente succedere qualcosa a me o a qualsiasi altra persona, tu la salverai."

"Grazie."- rispose, sorridendo. Aveva preso la sua decisione, e io ero d'accordo con lui. L'importante era la sua felicità, e lui era felice della sua scelta. 

Ciao pochi lettori che mi siete rimasti, pochi ma buoni! Questo capitolo e il prossimo sono di transizione, ma non abbandonatemi, ci sarà un colpo di scena!
Vi mando tanti baci

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