Il risveglio

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Jane's pov

"Caro diario, delle volte penso a me e lei. Di quello che avevamo. Mi sento un vuoto. Mi manca."

Non riuscivo nemmeno a scrivere nel mio diario, non avevo più parole, restavo sempre in ospedale, ad aspettare il suo risveglio.

Mi chiedevo sempre come fosse per lei il coma.
Se mi potesse sentire, se mi potesse pensare o sognare. Mi chiedevo anche per quanto ancora dovevo aspettare per averla di nuovo con me.

Ormai Max era in coma da 2 anni, colpa di un incidente in macchina con sua madre. La cosa che mi spaventava di più è di quando si sarebbe svegliata. Come gli avrei dovuto dire che l'incidente era stato causato da sua madre?

I dottori dicevano che mancasse poco al suo ritorno, che prima o poi si sarebbe ripresa, ma ormai dopo due anni, non ci credevo più.
Non sembravano nemmeno due anni, erano passati così in fretta. Ed è come se non li avessi vissuti.

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Mi svegliai di nuovo affianco a lei, ma ancora non vedevo i suoi occhi splendidi guardarmi con amore.

"Buongiorno, Max. Dimmi che almeno oggi di sveglierai."

"Buongiorno, signorina, scusi se la disturbo ma se si dovesse svegliare, stiamo dando la colazione quindi vorrei metterla lì."

"Salve dottore, non si preoccupi."

"Bene. Oh. Aspetti. Dobbiamo fare dei controlli c'è qualcosa che non va."

"Cosa? Cosa non va?"

"Vado a chiamare qualcuno, se non ti dispiace potresti stare fuori?"

"Sì, certamente. Va tutto bene, vero?"

"Sì, sì. Non si preoccupi."

"Va bene."

Così aspettai fuori, quelli che erano minuti sembravano ore, avevo paura. Avevo paura che potesse essere qualcosa di grave. Non volevo vederla morire. Morirei con lei se potesse suddere. Avevo bisogno di lei al mio fianco.

Dopo tutti questi pensieri, alzai lo sguardo. E la vidi, mi stava guardando. Era sveglia.

Corsi verso di lei, con le lacrime che mi calavano sulle guance.

"Sei qui."

"Sono qui."

"Come stai?"

"Ho fame."

"Ahah, va bene. Prendi."

"Grazie, Sam o Patroclo."

"Cosa?"

Max's pov

Tutto quello che avevo sognato nel mentre che ero in coma, non era mai successo. C'eravamo conosciute, sì, in un bar. Ma non in quel modo. Mi aveva semplicemente dato il suo numero ed avevamo incominciato ad uscire insieme. Solo le parole del diario erano reali. Il resto l'avevo solo immaginato.

"Perché hai fatto questo sogno? Per due anni?!"

"Non credo sia stati due anni per me. Massimo un anno."

"Cosa sognavi prima?"

"Solo la mia vita. Poi sei arrivata tu. Quando mi sono svegliata, è come se fosse reale e che fosse stato ieri l'ultima scena che ho sognato. Come se mi fossi solo addormentata."

"Cos'era l'ultima cosa che hai sognato?"

"Di baciarti."

Non sapevo esprimere cosa provavo, era tutto strano. Ma ero felice di essere di nuovo con lei. Anche se era come se l'avessi conosciuta da poco. Ma in realtà mi resi conto che non la vedevo da due anni. L'amore della mia vita. Mi mancava così tanto, e non riesco a vivere senza di lei, fino ad arrivare a sognare una nostra storia. Una storia differente di quella che abbiamo avuto, ma con lo stesso amore.

"Max."

"Cosa?"

"Mi eri mancata. Tanto."

Una lacrima scese dalla mia guancia nel mentre che la baciai. Amavo così tanto quella ragazza. Proprio come Achille amava Patroclo, come Sam ama Deena, come Alice amava Cindy e come Sarah amava Hannah.

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