John Lennon ha creato i Quarrymen perché si annoiava, e perché sua zia aveva infine acconsentito a regalargli una chitarra.
Non appena lo strumento gli era stato posato in grembo, aveva chiamato il suo migliore amico.
"Formiamo una band" lo aveva avvisato, semplicemente.
Non era stata posta come domanda, e quello aveva sospirato.
"Io non so suonare, John"
"Allora sarà meglio che tu ti dia una fottuta mossa, Stu. Hai molto da imparare"
E aveva riattaccato.
Discutere con John richiedeva un tipo di forza che Stuart non aveva mai avuto.
I Quarrymen erano nati così, in risposta al capriccio di un sedicenne, e tutti si sarebbero aspettati la solita parabola di fenice che seguivano le idee di John: una splendida vampata, e cenere subito dopo.
Sette anni dopo, tuttavia, quella fiamma non ha ancora smesso di ardere.
Sono sette anni che Stuart vomita, prima di salire sul palco.
Lo fa di nascosto, e sciacqua via dal viso le lacrime provocate dall'ansia e dai conati prima che qualcuno possa notarle.
Poi, come se nulla fosse, si rimette il basso in spalla e si calca gli occhiali scuri sugli occhi.
Se c'è un pensiero che Stuart Sutcliffe detesta, e profondamente, è l'idea di deludere John Lennon.
Pete Shotton, seconda chitarra e secondo miglior amico, riconduce la devozione del bassista al fatto che Stuart sia stato innamorato di John per gran parte della sua vita.
E Stuart, pacatamente, ribatte che sono solo stronzate.
Non la parte dell'innamoramento - quella è vera - ma tutto il resto.
Ha amato John Lennon così tanto da provarne dolore, è pronto ad ammetterlo senza esitazione. La stronzata è credere che sia stato questo a determinare il suo comportamento successivo, come se l'amore potesse bastare a giustificare l'influenza che il cantante esercita sugli altri.
Il fatto è che tutti, prima o poi, si innamorano di John.
Lui è solo più onesto nell'ammetterlo.
Ringo Starr, alla batteria, è pronto a confermare: da sei mesi a questa parte, da quando cioè è entrato a far parte della band, si sente un miracolato.
Davanti a John, a suo dire, chiunque regredisce a una sorta di stadio primordiale. Lui, in particolare, è riuscito ad accettare la proposta di far parte del gruppo solo dopo tre bicchieri d'acqua e mezz'ora di balbettii.
Scatena in chi ha davanti una sorta di bieca sete di accettazione, di approvazione, il tipo di carisma che per un frontman è una benedizione e per una band il lasciapassare per la fama.
Sa anche essere un tipo difficile, ammette Ringo, ma tutti i grandi artisti devono essere un po' capricciosi, per farsi prendere sul serio.
John ascolta quel che si dice su di lui con una sigaretta che rotola avanti e indietro tra le dita, e sorride nel portarsela alla bocca.
Tutti loro, probabilmente, hanno colto un qualche dettaglio della sua personalità.
Ed è questo il massimo di sé che lui intende concedere.
Dettagli. Niente più.
Parlare con John è come entrare in una casa degli specchi. I riflessi talmente numerosi da confondere ogni tentativo di ricostruzione dell'immagine nella sua interezza.
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𝐒𝐓𝐀𝐑𝐕𝐈𝐍𝐆 - mclennon
FanfictionSe chiedessero a Paul McCartney qual è la cosa che più ama al mondo, risponderebbe con il nome della sua band, gli Wings. Se chiedessero a John Lennon la stessa cosa, risponderebbe col proprio nome. E forse, ma solo in secondo luogo, con quello dell...