Era un ragazzo. Colui di cui, soltanto guardando il suo sorriso, mi innamorai perdutamente. Sentivo che il mio cuore batteva sempre più forte, senza fermarsi. Credevo stesse per esplodere. Non avevo mai sentito una sensazione più intensa di questa, come se qualcosa volesse trafiggermi il petto, sfondarlo. Che cos’era? Io non ero Gay, allora perché il mio cuore non smetteva un attimo di pompare, perché soltanto il pensiero di stare vicino a quella persona mi faceva impazzire di gioia e di……amore.
Se volevo stare vicino a lui dovevo essere come lui, ma non potevo iniziare a tagliarmi, però potevo sembrare triste, disprezzato da tutti, nato sbagliato (e vi assicuro che ci riuscì talmente bene da convincermi di quello che stavo dicendo ad Andryx, ma aspettate ora ci arriviamo).
Cominciammo a parlare e continuammo per tutta la serata, senza accorgerci che l’una passata. Tornai a casa e nel sentire il cellulare vibrare il mio corpo sobbalzo come preso da un attacco epilettico. Aprii Whatsapp e vidi il nome di Andrea. Lessi il messaggio che diceva:” Questa è una canzone, sentila. Notte. Grazie di sostenermi”. Guardando quelle lettere impresse su quello schermo mi venne voglia di romperlo e di andare ad abbracciare Andryx ma mi limitai a inviargli un messaggio vocale in cui lo ringraziavo per l’aiuto. Non potevo rivelargli che provavo qualcosa per lui, mi avrebbe riso in faccia e non mi avrebbe piú parlato. Mi limitai, allora, a stargli accanto,a fare tante cose insieme perché alla fine basta stare vicino alla persona che ami e sei il più felice del mondo, ti basta. Fino ad un certo punto, ovvio.
Tutta la notte non dormii e pensai solo ad Andrea. Solo dopo mi venne in mente che lui stava in 3F, classe davanti alla mia, 3B. Il mio cuore riprese a battere all’impazzata, sarebbe esploso? Mi chiedevo continuamente. Mi vestii meglio che potevo, per cercare di fare colpo in qualche modo. Volevo vedere il suo volto per davvero. La sera scorsa ci eravamo detti cosa fare per capire chi eravamo: lui si sarebbe vestito di nero e si sarebbe messo con la testa abbassata davanti alla porta e io gli ho inviato un’ immagine.
Sentii improvvisamente, però, una tristezza invadermi: pensai, alla sua vera tristezza e a mia nonna ricoverata in ospedale e in pochi attimi mi resi conto di essere come lui ( mai errore più grande).
Entrai a scuola sia entusiasta sia tristissimo. Driin, prima ora passata a sentire quella stupida della prof parlare di Leopardi come un dio. Driin seconda ora passata: era ora della ricreazione, il momento incui avrei dovuto vedere Andryx. Mi misi all'entrata della mia classe aspettando che aprissero la porta anche in 3F. Dopo 2 minuti ad aspettare vidi finalmente la porta aprirsi, e da li ne uscì un ragazzo vestito di nero, capelli sparati in alto, vans, e un sorriso che….mi ha incantato di nuovo. Si mise li a testa bassa, io lo guardai, i nostri sguardi si incrociarono e il mio cuore e il mio corpo iniziarono ad tremare e una parte del mio corpo ad “urlare” per l’eccitazione. Mi guardò con quei suoi occhi marrone scuro, mi fissarono con uno sguardo vuoto, perso. Alzò la mano e mi salutò, io ricambiai eccitatissimo di averlo anche solo salutato. Mi fece segno di venire con il dito, mi stavo immaginando una scena in cui mi avrebbe chiesto di accompagnarlo in bagno e li mi avrebbe baciato. Quella parte del corpo ricominciò a “fare i capricci”. “Ma che dico? Io non sono Gay! Ma che cos’è questa sensazione di sollievo e di forte felicità? Che cos’era!”. Ad un certo punto il mondo si è fermato….mi si avvicinò e mi disse sussurrandomelo nell’orecchio:” Ti amo” ( precisando che questa è una storia vera successa una settimana fa). Il mio petto stava per implodere e scoppiare! Il mio cuore non rispondeva più come le mie braccia, mani, gambe tutto! Era tutto bloccato! Ad un certo punto mi sfiorò la mano e mi ripeté:” Ti amo,Marco io Ti amo”. La mia voce si fece bassa e tremolante,e senza pensarci gli afferrai la mano e gli dissi con tutta la felicità del mondo:” Anch’io Ti amo, Ti amo! Ti amo! Ti amo!”. Ci lasciammo con un sorriso sulle labbra e io mi diressi in bagno…a piangere…per la felicità. Non avevo mai provato una sensazione simile, un amore sconfinato irrefrenabile mi travolse. Non so spiegarlo, come quel suo sorriso mi abbia sorpreso così tanto, mi abbia incantato e poi portato via con quella sua dolcezza infinita che, da allora, non mi avrebbe mai più abbandonato. Mai. Tornai in classe e all’uscita lo aspettai fuori al portone. Lo vidi correre giù per le scale, travolgendo tutti, aprendo con forza le porte della scuola, uscire e baciarmi. In quel momento l’unica cosa che riuscivo a fare era piangere. Lui mi si avvicinò e disse:” Perché piangi?” “ Perché……….perché TI AMO!”. Mi sorrise e uscimmo insieme dal portone grande che separava l’istituto dalla strada. Lui si avviò a destra e io a sinistra. Non potevo essere più felice!Corsi da mia mamma e tornai a casa. Ci messaggiammo tutto il pomeriggio, inviandoci messaggi su messaggi. Non facevamo ancora i “ piccioncini” e non mi sarebbe neanche piaciuto non ora. Due giorni e già pazzamente innamorati. Non sapevo come dirlo ai miei genitori ma quello era l’ultimo dei miei problemi. La notte sentii il telefono squillare e un messaggio mi fece sobbalzare. Lo lessi assonnato:” Ciao Marco ( sapeva che io mi chiamavo Marco non gli avevo ancora rivelato il mio vero nome: Fabio) scusa se ti messaggio a quest’ora ma….non riesco a dormire, mi manchi!”. Vedendo quelle parole mi rallegrai talmente tanto da non riuscire nemmeno io ad addormentarmi più.
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Un cuore, due anime
RomanceLa storia d'amore tra due ragazzi di 14 anni, che dovranno lottare per il loro amore e affrontare la loro adolescenza.