Due brownie al cioccolato

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Mercoledì 22 settembre, equinozio d'autunno

Quel giorno mi svegliai presto per potermi preparare al meglio per ciò che avevo intenzione di fare. Certo, dovevo solo recapitare una lettera scritta in onore dei bei vecchi tempi ad una persona lontana chissà quanti chilometri da me, ma quel gesto avrebbe significato la fine di un pezzo di vita.

Come da programma uscii di casa ben vestito e mi diressi verso il mio bar di fiducia sin dai tempi del liceo, questo perché mi permetteva di variare dalla solita colazione salata preparata da mia madre e di concedermi qualcosa di dolce per iniziare bene la giornata. Erano passati ormai dieci anni dalla prima volta che avevo varcato quella porta, ma ciò nonostante il mio ordine era rimasto sempre lo stesso: cappuccino e due brownie al cioccolato. La cosa che mi stupì era che quei brownie da me ordinati erano gli ultimi rimasti in vetrina proprio come mi capitava al liceo e involontariamente sorrisi a quel ricordo.

Presi il sacchetto contenente i brownie e quando feci per afferrare anche il bicchiere con il cappuccino un brivido mi pervase tutto il corpo e una scossa venne rilasciata dalle mie dita al contatto con la carta. Strano.

Salutando uscii dalla porta e svoltai a sinistra. Guardai l'orologio che avevo al polso: le otto e trenta, avevo tutto il tempo per godermi una giornata da solo prima del mio impegno nel tardo pomeriggio.


|10 anni prima|

–Siamo in ritardo e ormai non ci sarà più niente!– mi lamento mentre corro tirando fuori il portafoglio dalla tasca dello zaino.

–Forse se tu riuscissi a svegliarti dieci minuti prima arriveremmo in orario.–mi urla il mio migliore amico davanti a me. Ammetto che non ignorare la sveglia per due volte potrebbe aiutare, ma ormai non è quello il mio primo problema.

Arriviamo davanti al bar ed entriamo senza neanche fermarci a riprendere fiato. Ci avviciniamo al bancone e mentre ordiniamo da bere il titolare, che ormai sa che la mattina il suo locale si riempie di studenti, viene verso di noi e ci dà la notizia che avevo paura di ricevere:–Ragazzi, i vostri colleghi vi hanno lasciato solo questi.– e accompagnato da queste parole mette davanti ai nostri sguardi preoccupati un piattino con due brownie al cioccolato.

Qua sorge il problema: quello è il mio dolce preferito e di solito ne prendo due da solo. Con gli occhi vagamente tristi ne prendo uno e lo passo al ragazzo di fianco a me, tenendo l'altro per me. Sarà che sono stanco dalla corsa e mi sento in colpa perché il motivo del nostro ritardo è lamia pigrizia, ma finisco per guardare quel brownie con un'aria più abbattuta del dovuto. Mentre fisso il sacchetto aperto che tengo tra le mani noto due dita circondate da un paio di anelli lasciare cadere un brownie al cioccolato proprio sopra il mio. Alzo lo sguardo confuso.

–Che stai facendo, non puoi non mangiare niente e quell'americano non ti basterà per non svenire in mattinata per un calo di zuccheri.– dico e cerco di ridargli il dolce, ma con una mano mi ferma e senza guardarmi prende un sorso del suo caffè.

–Tu hai ginnastica adesso e avresti più possibilità tu di svenire senza la tua dose mattutina di dolci. Io prenderò qualcosa alle macchinette.– spiegare mi rivolge un sorriso più caldo del mio cappuccino. Non me lo faccio ripetere due volte e con un sorriso a trentadue denti inizio a mangiare i miei amati brownie.


Un pensiero mi balena nella testa e rendendomi conto di non riuscire a trattenerlo leguance e le punte delle orecchie arrossiscono all'istante.


 –Sei fantastico hyung.

Rincorrerti per l'ultima voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora