Per sempre tuo

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Caro F,
credo che questa sia solo un modo per eliminare definitivamente quella piccola scintilla di speranza che ancora mi illumina il cuore. Avevo smesso di scriverti lettere un anno dopo il tuo allontanamento, ma credo che una parte di me avesse ancora bisogno di quel contatto, anche se negato da parte tua.

Quindi eccomi qua, dopo cinque anni che mi ignori, a rincorrerti per (spero) l'ultima volta. Ormai per te sono meno di un conoscente da salutare per strada con un cenno della mano giusto per educazione, e questo lo so per certo perchè un paio di volte ti ho visto passare con quelli che credevo fossero tuoi amici. Povero illuso. Mi ricordo ancora al festival estivo nel quartiere dietro casa tua, l'ultimo anno di liceo. Ti avevo notato da lontano e man mano che ti avvicinavi mi saliva la voglia di venire da te ad abbracciarti. Peccato che poi notai un ragazzo poco più alto di te cingerti un fianco. E li mi paralizzai.

Non so bene dirti ciò che mi successe in quel momento, troppe emozioni e pensieri contrastanti per capirli tutti, perciò feci quello che mi riusciva meglio: mi allontanai.
Ma questa ormai è storia vecchia, e credo pure di averti già scritto a riguardo; sono qua per parlarti dell'ultimo anno, quello che ho passato girando dentro ai confini degli Stati Uniti.

Avevo deciso che rimanere in questo buco di città non mi avrebbe portato ad un bel niente, perciò presi il mio zaino e con un biglietto aereo arrivai fino a New York. Proprio così, la grande mela o come la vuoi chiamare, fatto sta che da lì iniziai a girare senza mai voltarmi indietro e sperimentai emozioni mai provate prima. Arrivai là in inverno e si congelava, perciò avevo iniziato a vivere a scrocco a chi poteva ospitarmi in casa per passare la notte. Fu così che conobbi Jisung. Un ragazzo veramente tranquillo all'apparenza, anche lui coreano che, dopo avermi beccato in difficoltà con l'inglese una volta di troppo, si avvicina a me e mi propose di stare da lui per quella sera. Inutile dire che "quella sera" diventò presto un mese intero, durante il quale io e lui iniziammo ad avvicinarci sempre di più. Eravamo arrivati a un punto di non ritorno: passavamo le giornate a dormire e le notti a parlare del più e del meno. Devo ammettere che questi più e meno eravate te per me e il suo ex per lui. Non so se scriverti questa cosa sia opportuna oppure no, ma ho deciso che in quest'ultima lettera sarò sincero, quindi ti svelerò anche i segreti più nascosti.

Una sera, forse dopo un bicchiere di troppo, mi venne la brillante idea di saltare su e baciarlo. E lo feci. Peccato che lui mi scostò in fretta e bloccò alla radice tutti i miei pensieri: in poche parole mi palò, ma mantenendo comunque il suo tocco dolce.
La situazione non era cambiata da prima, ma decisi comunque di ripartire perchè stanto fermo in quell'immensa città non potei evitare di ripensare a te, ancora una volta.

Viaggiai per mesi, conoscendo gente, facendo esperienze e trovando distrazioni di qualsiasi tipo dal passato che avevo lasciato a casa. Arrivai nei gigantesti canion e mi immersi nella natura come mai avevo fatto fino a quel momento. In primavera ero quasi arrivato fino alla West Cost, ma il mio viaggio si prolungò quando sulle montagne incontrai un altro vagabondo come me, Minho. Potrai chiamarlo destino o ironia della sorte, ma anche lui aveva origini coreane estiva camminando in cerca di sensazioni nuove per dimenticare una "cazzata fatta per amore", così diceva lui, restando sempre sul vago. Rimasi subito infatuato di quei suoi occhi filini e del suo pensiero fisso di voler vivere nel presente e non più nei ricordi. Al contrario di Jisung lui mi accolse a braccia aperte anche se entrambi sapevamo che quei sentimenti li stavamo costruendo sul nulla. Ci divertimmo, in tutti i sensi devo aggiungere, finché non arrivammo finalmente al mare. Era ormai estate e capimmo che quella nostra avventura era giunta al termine. Ci salutammo sulla spiaggia e ognuno prese poi la sua strada sapendo che il tempo di vivere il presente sarebbe finito una volta girato un angolo.

E poi arrivò lui, Chan. Ci incontrammo il 4 luglio ad una festa su una spiaggia della West Coast e da subito mi feci trasportare dai suoi occhi scuri e il suo accento abbastanza marcato che mi riportava tremendamente a pensare a te.

Anche lui era australiano ed era in cerca di esperienze per cambiare aria: il suo sogno era quello di girare il mondo per stravolgere la sua vita e trovare un posto dove potersi finalmente fermare. Come ti ho già detto mi ero lasciato trasportare e man mano che lo conoscevo le sue parole dolci e comprensive mi rassicuravano, ma solo dopo un po' mi resi conto che mi facevano quell'effetto perché mi riportavano al liceo e a te. Tutte quelle esperienze in poco diventarono quasi insignificanti perchè mancava la persona che mi faceva sentire bene anche quando c'era proprio poco da gioire.

Sono tornato a casa e ora sono qua a scriverti tutto per l'ultima volta, sperando che con il freddo dell'inverno che è alle porte riuscirò a lasciarmi tutto alle spalle come probabilmente hai fatto tu.

Un'ultima cosa, che mi tengo dentro da cinque anni a questa parte perchè sì, sono un codardo che non è riuscito a guardare in faccia sè stesso neanchequando la persona più importante della sua vita ha rischiato di morire. Quella sera me la ricordo e la costudidco nel cuore come un promemoria del perchè te ne sei andato. Ricordo quello che mi dissi e di come mi sentii spaventato perchè quelle parole mi avevano reso felice. Ma decisi comunque di ignorare quelle emozioni appena ti vidi aprire gli occhi.

Il mio unico desiderio è che quando sarai vecchio con qualcuno a fianco che ti amerà nel modo che io non ho potuto mostrarti, gli racconterai cosa siamo stati noi conio sorriso sulle labbra. Spero che sorriderai a tutte le cazzate fatte insieme e ricorderai il modo in cui ti guardavo, perchè quello non cambierà mai.

L'ho capito: io ti ho amato, ma nel modo sbagliato. Ti giuro che se ne avessi l'opportunità tornerei indietro e rifarei tutto da capo, ma stavolta lo farei per bene.
Per sempre tuo,
H

Rincorrerti per l'ultima voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora